IL RICOVERO DELL’ANZIANO

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentesima parte
IL RICOVERO DELL’ANZIANO IN IDONEA STRUTTURA 

 

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentesima parte
IL RICOVERO DELL’ANZIANO IN IDONEA STRUTTURA 
– L’anziano, nei fragili ed ultimi anni della sua esistenza, non sempre può trovare un’idonea Assistenza in ambito familiare e, quasi mai, trova conforto in un’appropriata Assistenza Domiciliare; spesse volte si rende necessario il Suo  Ricovero in una idonea Struttura Residenziale.

MA COME DOVREBBE ESSERE UNA TALE STRUTTURA PER ESSERE CONSIDERATA IDONEA ?
Potremmo rispondere con le parole di Simone De Beauvoir: “è necessario che ogni individuo possa rimanere tale e non possa perdere nulla della sua specifica personalità, nemmeno nei difficili momenti della sua vecchiaia.”
Ma, se consideriamo saggia questa risposta, domandiamoci allora:
QUALE URBANISTICA E QUALE ARCHITETTURA DEBBONO ESSERE ALLA BASE DI UNA STRUTTURA RESIDENZIALE DESTINATA AGLI ANZIANI?
Cercherò, allora, di riproporre, ancora una volta, LE REGOLE che, a mio parere, debbono essere poste alla base dell’EDIFICAZIONE e della GESTIONE di UNA STRUTTURA RESIDENZIALE ASSISTITA PER ANZIANI (R.S.A.):

1) LOCALIZZAZIONE URBANISTICA: La struttura deve essere individuata nel contesto del Piano Urbanistico Comunale (PUC) e possedere una propria autonomia logistica, nel senso che, possibilmente, non deve essere inserita in area eccessivamente urbanizzata e sovraccarica di traffico, ma, nemmeno, in estrema periferia; deve essere, comunque, facilmente accessibile (soprattutto agli automezzi di pronto intervento).
Inoltre, deve essere dotata di CIRCOSTANTE AREA VERDE, onde consentire agli anziani la possibilità di periodi di vita all’ aria aperta.

 

2) STRUTTURA  ARCHITETTONICA: Deve essere coerente con il Pensiero di Ludwig Mies Van Der Rohe (grande architetto tedesco-americano), secondo il quale “LA DIVINITA’ E’ NEI DETTAGLI“; questa affermazione, in effetti, coglie, in modo esemplare, la VERA NATURA DI OGNI STRUTTURA RESIDENZIALE, che  voglia essere armonica con un’ Ottimale Architettura e voglia rispondere, allo stesso tempo, alla logica di sagge e precise Finalità Sociali.
Uscendo di metafora  e parlando in termini concreti, occorre ribadire che la concezione architettonica deve essere indirizzata verso EDIFICI DI MODESTE O MEDIE DIMENSIONI, SENZA O CON POCHISSIMI PIANI SOVRAPPOSTI; inoltre, deve essere ispirata al RISPETTO DELLE ESIGENZE DI PRIVACY DEGLI ANZIANI e deve tener conto del  PRINCIPIO DI “UMANIZZAZIONE” DEGLI SPAZI, al fine di creare, all’ interno della struttura, condizioni di vita ispirate a quelle godute dagli anziani al proprio domicilio.
Inoltre, il progetto deve prevedere la massima razionalità operativa ed, in questo contesto, L’ELIMINAZIONE INTEGRALE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.

 

Ludwig Mies Van Der Rohe

3) ORGANIZZAZIONE INTERNA DELL’ EDIFICIO: Deve essere impostata secondo lo schema dei “NUCLEI MODULARI” (dotati di servizi logistici autonomi), garantendo L’INTEGRAZIONE TRA SPAZI PERSONALIZZATI- PRIVATI E SPAZI COMUNI, rivolti, quest’ultimi, alla SOCIALIZZAZIONE SPONTANEA e favorendo, nel contempo, le interrelazioni interne ai singoli nuclei, ed inoltre  tra i diversi nuclei ed, infine, tra il complesso della struttura e l’esterno.

 4) ARTICOLAZIONE FUNZIONALE DEI SERVIZI: All’interno della Struttura, debbono essere presenti i seguenti servizi:

– SERVIZI DI VITA COLLETTIVA (ingresso – portineria – servizio postale e  telefonico – soggiorno comune – bar ristorante – locali per il culto – sala polivalente);

– AREA ABITATIVA (camere e/o alloggi con relativi servizi igienici);

– SERVIZI DI NUCLEO PER 15-20 OSPITI (sala soggiorno – gioco- TV – cucina, saletta pranzo);

– SERVIZI SANITARI (ambulatorio attrezzato anche per prelievi per effettuazioni di esami ematologici di routine e per esami elettrocardiografici – palestra – fisiochinesiterapia);

– SERVIZI AUSILIARI E SERVIZI GENERALI ( cucina – lavanderia – magazzini etc.)

 

5NUMERO DEGLI ANZIANI OSPITATI: può variare, in rapporto alla capacità recettiva dello stabile, da 20 a 40 a 60 posti, sino ad un massimo di 120 posti (sempre organizzati in NUCLEI di 20 persone)

 

6) PIANTA ORGANICA DEL PERSONALE: Ogni struttura residenziale deve  essere diretta da un Medico Geriatra ed, inoltre, dotata di Personale Sanitario ed Assistenziale professionalmente preparato e numericamente adeguato.

Sin qui, dunque, L’IDEALE STRUTTURA DI UNA R.S.A. (EDIFICATORIA E GESTIONALE), ipotizzata e descritta da numerosi testi Scientifici, vertenti su questa materia.
Per ragioni di spazio, non sono in condizione di citare tutti gli Autori, ma resto a disposizione di ogni Lettore, per mettere a sua disposizione ogni testo consultato.
Ma, premesso tutto questo, QUALE E’ LA SITUAZIONE REALE ESISTENTE  NELLA PROVINCIA DI SAVONA?

Eccola, così come appare nella sottostante Tabella, comparsa sul Quotidiano “IL SECOLOXIX” del Giorno 13 Aprile 2011 (pag.17)




Claudio Montaldo

Di fronte a questi dati, QUALI COMMENTI FARE?
E’ presto detto: ESISTE UNA GRAVE (SE NON ADDIRITTURA DRAMMATICA) SITUAZIONE IN TUTTA L A PROVINCIA SAVONESE

Infatti:
SOTTO L’ASPETTO QUANTITATIVO:
Di fronte ad una  POPOLAZIONE PROVINCIALE pari a 287.315 abitanti e ad una POPOLAZIONE DEL COMUNE DI SAVONA pari a 62.356 abitanti (al 31 Dicembre 2009), con quasi il 28 per cento di ULTRASESSANTACINQUENNI, abbiamo, oggi disponibili 971 posti accreditati. 
Ci troviamo di fronte ad un AUTENTICO ABISSO!
Ma, ancora più grave appare la situazione, allorquando questa viene esaminata

SOTTO L’ASPETTO QUALITATIVO:
In effetti, nella Tabella, sopra citata, sono accumulabili in un’unica addizione i POSTI-LETTO delle RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE (R.S.A.) e delle RESIDENZE PROTETTE (R.P.)
Continuo ad essere stupefatto per la confusione che si continua a fare tra R.S.A. e R.P., che vengono considerate STRUTTURE SIMILARI.

Mi permetto di dire, senza voler offendere nessuno, che alla base di questo labirinto confusionale (e relative scelte programmatiche e realizzative) esiste una sostanziale ” NON CONOSCENZA” delle norme legislative, che stanno alla base delle diverse tipologie strutturali e delle relative denominazioni; vediamo, sempre più frequentemente, le conseguenze di tutto questo: SI CONTINUANO A CONSERVARE E AD EDIFICARE EX-NOVO CASE DI RIPOSO E RESIDENTE PROTETTE (le quali limitano la loro attività alla funzione puramente residenziale e socio-assistenziale per l’anziano e solo marginalmente si occupano dei suoi problemi sanitari), mentre, invece, SAREBBE DI GRAN LUNGA PREFERIBILE INDIRIZZARE LE FUTURE SCELTE SULLE R.S.A., avendo particolare attenzione ai temi della PLURIMORBILITÀ (tipica degli anziani) e della cronicita’, la quale, non sempre è Condanna, ma può diventare ATTENUAZIONE e, quindi, MIGLIORE CONDIZIONE ESISTENZIALE.

 
Occorre ricordare, in proposito, che soltanto attraverso l’Attenzione e il Lavoro di Equipes Socio-Sanitarie in Idonee Strutture (come quelle indicate nella Parte Iniziale di questo Articolo) e con Innovativi criteri scientifici si possono affrontare seriamente  i temi della RIABILITAZIONE e del RECUPERO.
Purtroppo, la Città di Savona stenta ad incamminarsi lungo questo percorso: la recente apertura della RESIDENZA PROTETTA DI MONTICELLO, al di là della Bellezza Architettonica della Struttura, è un SIGNIFICATIVO ESEMPIO IN NEGATIVO.
Ma, l’esame oggettivo della Situazione Assistenziale, esistente nelle Strutture Residenziali, presenta altre significative ANOMALIE, esemplarmente descritte da Silvia Campese nel Servizio Giornalistico de “IL SECOLOXIX” del 13 Aprile 2011 – pag 17; cedo a Lei la parola:

TEMPO DI ATTESA: Sono circa 300 gli Anziani nella Provincia di Savona che attendono di essere accolti in una RSA  o in una RP  per UN’ATTESA MEDIA CALCOLATA CHE RAGGIUNGE I 130 GIORNI, 103 NEL DISTRETTO DI SAVONA: OSSIA, PIÙ O MENO QUATTRO MESI”.

Ma, ammesso che nel frattempo l’Anziano sia ancora vivo ed abbia ottenuto il posto nella Residenza, emerge un altro Problema per Lui e per la Famiglia.

LA SPESA: La tariffa  è composta da due voci: una  SPESA SANITARIA, pagata in toto dall’Asl, e una QUOTA  SOCIO-ALBERGHIERA, sostenuta dall’anziano; quota  che varia da struttura a struttura oscillando, nella provincia di Savona, da un minimo di 37 euro al giorno a un massimo di 55 per una spesa, in questo caso, di 1.600 euro mensili.

Domandiamoci a questo punto ed in tutta serenità se questa visione dell’Assistenza agli Anziani ed alla loro Famiglie è conforme o meno al nostro Dettato Costituzionale, alla luce del fatto che, in Provincia di Savona, il 76 per cento delle pensioni erogate è inferiore a 1.000 Euro mensili, che il 44 per cento delle stesse sta sotto ai 500 Euro e che il 10 per cento si aggira attorno ai 250 Euro.
Cerchiamo di confortarci, carissimi amici di “Trucioli” con queste due notizie, comparse sul Quotidiano “LA STAMPA”

 
. La PRIMA, pubblicata in data 7 luglio 2009 (a commento di una Ricerca sugli Anziani, condotta dall’Azienda Pubblica “OPERE SOCIALI” e finanziata dalla Provincia di Savona) porta il seguente titolo:

“AIUTARE GLI ANZIANI? MEGLIO A CASA LORO”

 
. LA SECONDA, comparsa in data 1 maggio 2011 e riferita ad una Dichiarazione dell’Assessore Regionale alla Sanità Claudio Montaldo, il quale avrebbe ribadito che:
OCCORRE SPOSTARE L’ATTIVITA’ CHE SI SVOLGE NEGLI OSPEDALI SUL TERRITORIO, EVITANDO I RICOVERI  INAPPROPRIATI”.
Carissimi amici di “Trucioli”, sediamo tranquilli ed aspettiamo che le parole si trasformino in fatti”

 
19 maggio   2011              Aldo Pastore
 

 

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