Il problema casa a Savona

  RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
ventesima parte 

IL PROBLEMA DELLA CASA NELLA CITTA’ DI SAVONA

  RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
ventesima parte 

IL PROBLEMA DELLA CASA NELLA CITTA’ DI SAVONA

Sono state pubblicate sul mensile “IL LETIMBRO” (Febbraio 2011) due interessanti Interviste: la Prima, a firma di Eliana Biagini, rivolta a Cesare Re (Presidente dell’Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia – ARTE), la Seconda, a firma di Paolo Russo, rivolta all’interlocutore Giuseppe Porta (Titolare di un’Agenzia Immobiliare a Savona).

In entrambe le Interviste è stata evidenziata l’Espressione: EMERGENZA CASA.

. In particolare, Eliana Biagini ha iniziato il suo servizio con queste parole:

Molte le persone che a Savona ed anche nella Provincia sono in attesa di un alloggio popolare, perché vivono situazioni di emergenza e talvolta di emarginazione, che si ripercuotono soprattutto sul piano economico.”

E, ad una sua precisa domanda: “QUANTE CASE POPOLARI SONO DISPONIBILI A SAVONA?”

Il Presidente dell’ARTE, Cesare Re ha così riposto:

“A SAVONA LE RICHIESTE SONO CIRCA SEICENTO.

LE CASE DISPONIBILI SONO CIRCA MILLETRECENTO.”

E, più avanti nel prosieguo del suo ragionamento, ha aggiunto:

“C’E’, PERO’, UNA MANUTENZIONE ORDINARIA DA SVOLGERE.

A SAVONA , SAREBBE DOVUTO ARRIVARE UN MILIONE E MEZZO DI EURO E CI HANNO COMUNICATO CHE, PER ORA, NE SONO ARRIVATI DALLA REGIONE QUATTROCENTOMILA.”

Ed ha, di conseguenza, così concluso:

“SE NON RIUSCIAMO A RISTRUTTURARE GLI ALLOGGI NON POSSIAMO DARLI”

A sua volta, Giuseppe Porta, nel contesto di una sua interlocutoria risposta a Paolo Russo, ha così esplicitato le due convinzioni:

“PER CHI NON HA GIA’ UNA CASA DI PROPRIETA’ E VIVE DI ONESTO LAVORO, CREDO CHE OGGI SIA ASSOLUTAMENTE PROIBITIVO COMPRARSENE UNA. SIA PERCHE’ CI SONO POCHE (E SPESSO BRUTTE) CASE SUL MERCATO, SIA PERCHE’ QUELLE IN VENDITA SONO PROPOSTE A PREZZI FATTI, FORSE, PER NON VENDERE AFFATTO O PER SODDISFARE SOLO IL VENDITORE.”

– Ma, carissimi Amici, cerchiamo di andare oltre e domandiamoci:

PERCHE’ ESISTE, TUTTORA, NELLA NOSTRA CITTA’ (MA, PIU’ IN GENERALE, IN TUTTA LA LIGURIA) UNA EMERGENZA CASA?

I dati, oggi a nostra disposizione, farebbero pensare esattamente l’opposto!

Infatti:

1) IL NUMERO DEGLI ABITANTI NELLA NOSTRA CITTA’, in questi ultimi tre anni è andato incontro soltanto ad un modestissimo aumento:

– 62.054 ABITANTI NEL 2007

– 62.242 ABITANTI NEL 2008

-62.529 ABITANTI NEL 2010

Di conseguenza, la richiesta di case dovrebbe essere, presumibilmente, assai contenuta.

Per di più, in contrapposizione a questi dati anagrafici, riscontriamo questi altri dati, relativi alla

2) POTENZIALE DISPONIBILITA’ DI ALLOGGI NELLA NOSTRA SAVONA:

Esistono oltre 3.000 APPARTAMENTI VUOTI (alcuni dei quali in stato di abbandono); la maggior parte di essi si presenta una metratura compresa tra i 60 e gli 80 metri quadrati;

SOLO UN TERZO di questi appartamenti sono stati collocati in AFFITTO presso Agenzie Immobiliari, con canoni oscillanti tra i 500 e gli 800 Euro al mese;

IL 65 PER CENTO di questi appartamementi è fermo, presso le Agenzie, da oltre tre anni!

Alla luce di questi dati, mi sono chiesto (e rivolgo la stessa domanda a tutti i nostri amici) se è mai stata condotta un’indagine per accertare correttamente:

– IL NUMERO REALE DEGLI APPARTAMENTI VUOTI

– LA LORO COLLOCAZIONE URBANISTICA NEL CONTESTO DELLE CIRCOSCRIZIONI CITTADINE

– IL LORO STATO DI VETUSTA’

– LE LORO CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE (Numero di vani, dotazioni di servizi igienici adeguati, eventuale presenza di impianti di aereazione e di riscaldamento, presenza o meno di ascensori, etc)

– IL LORO POSSIBILE ADEGUAMENTO alle nuove esigenze familiari e sociali e, quindi, LA LORO POSSIBILE RISTRUTTURAZIONE

– E, SOPRATTUTTO, IL CENSIMENTO DEGLI ATTUALI PROPRIETARI, LA LORO CONSISTENZA ECONOMICA E LA LORO CORRETTA ED ADEGUATA POSIZIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA NEI CONFRONTI DELL STATO E DEGLI ENTI LOCALI.

Continuo a sostenere, da anni, che questa INDAGINE CONOSCITIVA è assolutamente necessaria, perché, di fronte alle rigide regole del mercato immobiliare, si sta sempre più contrapponendo una sostanziale (se non addirittura: radicale) trasformazione della nostra Società e, soprattutto, delle nostre Famiglie (come correttamente evidenziato, d’altra parte, da Eliana Biagini e Paolo Russo).

In proposito, mi limito semplicemente a citare questi DUE DATI, pubblicati, nel 2009, dalla REGIONE LIGURIA:

– SIAMO LA REGIONE ITALIANA CON MENO BAMBINI in età compresa tra gli ZERO ed i 14 ANNI: 11,3 per cento (Media Nazionale: 14,1 per cento);

– SIAMO LA REGIONE ITALIANA CON IL MAGGIOR NUMERO DI ANZIANI OLTRE I 65 ANNI: 16,8 per cento (Media Nazionale: 11, 2 per cento).

Aggiungo ancora i dati riferiti alla tipologia della famiglia savonese, risalenti alla data del 10 Mprile 2008, ma, tuttora, interamente validi:

– Al pari di quella Ligure, la FAMIGLIA MEDIA SAVONESE E’ COSTITUITA DA 1,1 INDIVIDUI, rispetto al dato nazionale di 2,6 soggetti;

– Prevalgono nettamente (sino a sfiorare il 60 per cento del totale) LE FAMIGLIE COSTITUITE SOLTANTO DA UNO O DUE COMPONENTI;

– In una percentuale consistente, difficilmente calcolabile, LA FAMIGLIA E’ COMPOSTA DA DUE ANZIANI (MARITO E MOGLIE); inoltre, va segnalato il fatto che è significativa la percentuale di ANZIANI (generalmente DONNE) che VIVONO IN CONDIZIONE DI ASSOLUTA SOLITUDINE;

– In alcune famiglie, esiste il PROBLEMA DEI GIOVANI, spesso PRECARI, costantemente alla ricerca di spazi autonomi, per avviare un innovativo percorso di vita;

– Infine, va tenuta in doverosa considerazione la PRESENZA DEGLI IMMIGRATI REGOLARI (in costante e progressivo aumento, soprattutto in conseguenza della drammatica crisi politica che è venuta ad interessare tutto il Nord – Africa);occorre ricordare che, tra essi, il 40 per cento circa condivide un appartamento (faticosamente affittato) con una o più famiglie, creando situazioni di anomala promiscuità e di disagio; per di più, vanno doverosamente segnalati episodi di super-affitti in nero, praticati da proprietari senza scrupoli.

In sintesi, dunque: LE FAMIGLIE SAVONESI SI SONO MOLTO RISTRETTE (SUL PIANO DEI COMPONENTI DI OGNI SINGOLA FAMIGLIA) E, CONTEMPORANEAMENTE, SONO AUMENTATE DI NUMERO; ASSISTIAMO, INFATTI, AD UN COSTANTE AUMENTO DELLE FAMIGLIE ANAGRAFICAMENTE REGISTRATE.

In altri termini, STIAMO ASSISTENDO AD UNA RADICALE TRASFORMAZIONE DEL TRADIZIONALE CONCETTO DI FAMIGLIA.

– La conclusione di questa mini – indagine sociologica ci porta, dunque, ad affermare che il FABBISOGNO ABITATIVO, IN SAVONA, E’ IN AUMENTO E VERRA’ A COINVOLGERE UN NUMERO SEMPRE PIU’ ALTO DI FAMIGLIE.

COME AFFRONTARE, DI COSENGUENZA, IL PROBLEMA DELLA CASA NELLA NOSTRA CITTA’?

Ritengo personalmente che vada superata la logica attuale, perché fondata su una anacronistica ed inconcludente contrapposizione tra il pubblico e privato e per di più lesiva dell’ARTICOLO 41 della nostra COSTITUZIONE , che desidero riproporre , ancora una volta, all’attenzione dei nostri lettori:

“L’INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA E’ LIBERA.

NON PUO’ SVOLGERSI IN CONTRASTO CON L’UTILITA’ SOCIALE O IN MODO DA RECARE DANNO ALLA SICUREZZA, ALLA LIBERTA’, ALLA DIGNITA’ UMANA.

LA LEGGE DETERMINA I PROGRAMMI E I CONTROLLI OPPORTUNI PERCHE’ L’ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA E PRIVATA POSSA ESSERE INDIRIZZATA E COORDINATA A FINI SOCIALI.”

In armonia con questa fondamentale principio, mi permetto di sottoporre, all’esame delle Autorità e dei miei concittadini, le seguenti PROPOSTE, già da un formulate in data 9 aprile 2008 (e pubblicata da “TRUCIOLI SAVONESI” il 17 – 04 – 2008):

. APPROVAZIONE DEFINITIVA, IN TEMPI RAPIDI, DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE, avendo, tuttavia, ben presente che questo fondamentale strumento normativo non deve soltanto prevedere la trasformazione puramente strutturale ed architettonica della Città, ma deve essere coerente con le modificazioni intervenute nel nostro sistema economico e, soprattutto, deve nascere ed indicare le nuove linee operative in armonia con il PIANO REGOLATORE SOCIALE (approvato ed avviato recentemente dall’ Amministrazione  Comunale), perchè, al pari di quest’ultimo, deve contribuire, in maniera decisiva, alla PROMOZIONE DEL BENESSERE DELL’ INTERA COMUNITA’ CITTADINA;

 . In questo contesto, è necessario prevedere, in armonia con il Settore Privato, il SODDISFACIMENTO DEL BISOGNO DI ABITAZIONI NELLA NOSTRA CITTA’; serve, a mio modo di vedere, un PIANO DI EDILIZIA SOCIALE, superando la logica, attualmente prevalente, della rigida suddivisione in EDILIZIA POPOLARE ed in EDILIZIA CONVENZIONATA;

. Le attuali conoscenze sociologiche (a livello nazionale ed internazionale) tendono, infatti, a SCARTARE L’IPOTESI, tuttora imperante in molte città (ivi compresa Savona), DI COSTRUIRE  INTERI QUARTIERI DI EDILIZIA POPOLARE, RISERVATI, UNICAMENTE, ALLE FAMIGLIE DISAGIATE.

. L’ esperienza di questi ultimi anni ha, purtroppo, dimostrato che questi Quartieri diventano, con una certa frequenza e facilità, AUTENTICI GHETTI, dove la povertà o la sudditanza economica diventano il movente per un’ ulteriore discriminazione sociale, umana ed affettiva e dove, di conseguenza, la prepotenza, la violenza ed il malaffare diventano condizioni esistenziali operanti e vincenti;

. Analogamente, va superata la tendenza ad edificare INTERI QUARTIERI RISERVATI UNICAMENTE A GIOVANI SOLI O RIUNITI IN COPPIA; un’ atavica esperienza insegna che i giovani debbono convivere, nello stesso quartiere, con persone anziane (e viceversa), perchè l’anziano può offrire alle giovani generazioni un essenziale aiuto morale; ricordiamoci, ancora una volta, della breve citazione, inserita nella Fiaba Tibetana ” Il mago della Pioggia”:

” IL RAGAZZO GUARDAVA IL VECCHIO  E VEDEVA NEI SUOI OCCHI

 LA VITA, COME SI VEDE LA LUNA RIFLESSA NELLO SPECCHIO DI UN PURO LAGO MONTANO”

In modo analogo, l’anziano autosufficiente deve, per quanto possibile, continuare la sua vita nel quartiere dove ha vissuto; non v’è nulla di più negativo, al riguardo, che continuare a costruire sedicenti CASE DI RIPOSO, COMUNITA’ ALLOGGIO, RESIDENZE PROTETTE: queste strutture portano, semplicemente, all’isolamento dell’anziano rispetto al contesto sociale e civile e contribuiscono al suo progressivo decadimento fisico ed intellettivo;

. La strada da seguire è, dunque, quella della COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO, nello spirito dell’ ARTICOLO 41 della Costituzione; in concreto, è necessaria la STIPULA DI CONVENZIONI SOCIO-ECONOMICHE TRA COMUNE ED OPERATORI PRIVATI (come previsto, peraltro, dalla Legge Regionale 38/2007) per addivenire, nell’ ambito delle aree destinate dal P.U.C. per finalità neo-edificatorie o di restauro, alla definizione delle volumetrie riservate all’ Edilizia Sociale.

4 marzo 2011   Aldo Pastore

 

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