Il potere della parola

Il potere suggestivo della parola

Il potere suggestivo della parola

La nostra mediterranea pigrizia ci porta spesso a documentarci su ciò che accade attraverso i telegiornali. Ora di pranzo o di cena, immagini di repertorio che sistematicamente hanno il compito di distogliere l’attenzione dai veri punti essenziali della notizia, sistematico abuso di linguaggio. Mi chiedo spesso quale è l’occulto disegno: forse formare una coscienza morale collettiva? Sorvoliamo pure sugli abituali abusi di linguaggio quali “precario” e simili.

Un contratto a termine è un contratto a tempo determinato e, giusto o sbagliato che sia, questo ha un supporto giuridico. Ma le amenità emergono dalle notizie tragiche. Si definisce “bravata” una violenza carnale di gruppo e a ciò si associa spesso la provenienza di questi baldi giovani da una buona famiglia, il termine “reato” è rigorosamente bandito. “tragica fatalità” sostituisce sempre l’incuria dei genitori, e “follia” sostituisce in molti casi “disegno criminoso”. Ci si lamenta dei problemi di comprensione del testo dei nostri studenti, ma ciò che proviene verbalmente è una scuola contrapposta alla corretta comprensione. La notizia (tragica) di una giovane che, si impasticca a dovere e sorbisce diversi “drink” lasciandoci la vita ad una festa privata ha il commento del cronista: “… era una ragazza normale come tante …”. Il cronista pone a noi tutti seri interrogativi di cosa oggi sia “normale” o “patologico”. Probabilmente dobbiamo trovare patologico un giovane che non si impasticca, non beve drink, non ama le discoteche e magari sa leggere e comprendere un testo. Mi sembra un alieno che viva schivando i colpi della normalità della vita.

5 aprile 2011                                                                       Salvatore Ganci

 

 

 

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