IL Nuovo Uomo Qualunque

IL NUOVO Uomo Qualunque
Rubrica mensile  di FRANCO IVALDO

Un’Europa unita dall’Atlantico agli Urali?

 Come e perché può essere utile l’amicizia personale tra Berlusconi e Putin

IL NUOVO Uomo Qualunque
Rubrica mensile
di FRANCO IVALDO
Un’Europa unita dall’Atlantico agli Urali?
 Come e perché può essere utile l’amicizia personale tra Berlusconi e Putin
 

Non è sicuramente il caso di parlare di diplomazia segreta, ma vi sono certi segnali all’orizzonte internazionale che hanno fatto incuriosire gli osservatori di affari europei. Durante la campagna per le presidenziali in Francia, in un’intervista televisiva, la candidata del Front National, Marine Le Pen, si è lasciata sfuggire una piccola frase che alludeva alla forte collaborazione tra Parigi e Berlino, in sede Ue (il cosiddetto direttorio) “da rinsaldare e da estendere forse  a Mosca, perché sarebbe giusto tenere conto anche degli interessi della Russia”.

 Molti sono persuasi, in Francia, che dai voti del Front National dipenderà al secondo turno l’avvenire del candidato neo gollista, l’attuale presidente Nicolas Sarkozy, il quale senza l’appoggio di quell’elettorato non può farcela contro il socialista  François Hollande, favorito nei sondaggi . Almeno per ora. A maggio si vedrà. Ma  non è questo il punto. Sarkozy , per questo inizio di campagna elettorale, non ha fatto mistero di inseguire i voti di tutta la destra, anche quella delle frange considerate più estreme. Marine Le Pen, dal canto suo, ha compiuto un percorso di riavvicinamento alla destra moderata. Può, quindi, voler dire che l’idea di una sorta di asse Parigi-Berlino-Mosca venisse più dall’Eliseo che dai suoi consiglieri personali. Un processo di osmosi tra le politiche dei due, condannati ad intendersi almeno al secondo turno delle presidenziali francesi. 

 

Curiosa quell’allusione ad una sorta di patto d’acciaio Parigi-Berlino-Mosca.

Mi è venuto da pensare, ascoltandola, ad uno scenario avveniristico che – tanto per non nascondere nulla a nessuno – potrebbe essere quello che descriverò con qualunquistica impudenza, basandomi però su un vecchio sogno dei “padri” dell’Europa: quella di creare un’Europa Unita dall’Atlantico agli Urali. Insomma, gli Stati Uniti di Europa, questa mitica araba fenice, questo unicorno leggendario di cui si favoleggia nei trattati europeisti dalla firma del Trattato di Roma in poi e dal riavvicinamento franco-tedesco, intrapreso dal generale Charles de Gaulle e dal cancelliere tedesco Konrad Adenauer e portato avanti, scrupolosamente, dai loro successori per mezzo secolo fino al binomio Sarkozy -Merkel.

In modo piuttosto curioso, la Merkel si è recata a Parigi per sostenere apertamente la campagna di Sarkozy, fatto davvero inconsueto per un premier straniero. E che non è del tutto piaciuto ai francesi sciovinisti e gelosi della sacra ed inviolabile “sovranità nazionale”.

 

Ma che per fare quell’Europa unita della quale si parla nelle stanze segrete delle cancellerie occorra rinunziare -almeno in parte- a quella stessa sovranità nazionale è arcinoto. Il tema della sovranazionalità europea è stato di volta in volta discusso, esaltato , respinto, accettato, ridiscusso, posto in dubbio, ripreso a seconda dei tempi e delle condizioni. Ultimamente, che la sovranità nazionale sia un indispensabile “contenitore di democrazia”, per dirla con Ernesto Galli della Loggia, è stato nuovamente rimesso all’onore ed all’ordine del giorno.

Ma ecco che i “segnali” cambiano all’improvviso. Le “antenne” degli osservatori internazionali captano messaggi di altro genere. Dati apparentemente insignificanti e non collegati tra loro indicano un altro cammino per ciò che riguarda la costruzione europea ed il mitico obiettivo degli Stati Uniti d’Europa.

Putin e Berlusconi
L’Europa, dal Trattato di Roma ad oggi, si è realizzata lungo la linea dei meridiani (Nord-Sud e Sud-Nord) andando dall’estrema punta della Grecia fino alla penisola scandinava.

Poi, dopo la caduta del muro di Berlino e la riunificazione tedesca, si è sviluppata sui paralleli da Ovest ad Est. Guardate, un esempio: il tunnel  sotto la Manica che collega, con i treni ad alta velocità il continente all’Inghilterra era quello progettato per rafforzare la collaborazione e gli scambi con Londra, il cui ingresso nella Cee risaliva al 1973.

Adesso, c’è la Tav ( da Lisbona a Kiev, Val di Susa permettendo ).

Segnali,indizi, possibilità che andranno verificate nelle sedi opportune, ma che solo il futuro potrà confermarci o smentire.

Ammettiamo che nei prossimi anni, inutile azzardare delle date, dal Cremlino giunga a Bruxelles una “richiesta di adesione ufficiale” all’Unione europea.

Scenario impossibile, assurdo ? Chissà.

Il presidente, Vladimir Putin, ha ricevuto la sua pagella di “democratico”, vincendo le elezioni. Non è passato a pieni voti, eh come tutti sappiamo. Ma, insomma, il pezzo di carta lo ha ricevuto assieme ad un rinnovato potere. Ci sarà lui a capo del Cremlino.

Un aspirante statista, da qualche tempo un po’ in ombra, il nostro ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva scelto da tempo una linea di grande amicizia personale con Vladimir Putin. Pacche sulle spalle, sorrisi, inviti in Sardegna, contro inviti nella dacia dello zar.

Sono noti i rapporti personali Putin-Berlusconi. Confermati dal viaggio di Berlusconi da Putin a felicitarsi della riconferma elettorale.

Allora, ammettiamo che Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel abbiano l’intenzione di proporre un piano di adesione della Russia all’Unione europea, basato su una grande intesa Parigi-Berlino-Mosca; insomma, accettiamo come buona l’ipotesi di un “direttorio franco-tedesco” aperto all’ampliamento dell’Ue fino alla Russia di Putin, ecco aprirsi improvvisamente per l’ex premier italiano, Silvio Berlusconi, l’occasione di fare una bella figura (lui che di brutte qualcuna l’ha fatta) e di assurgere al rango di statista, che insegue da quasi vent’anni.

Col colonnello Gheddafi gli è andata male . Ma è andata anche peggio al colonnello, come tutti sappiamo. Berlusconi gli aveva persino baciato la mano pur di ottenere un’intesa italo-libica. Da allora, nessun capo di Stato si lascia più baciare le mani da Berlusconi. Nemmeno Putin. Portasse sfiga !

Ma adesso, c’è l’opportunità di “mediare” in favore di un’intesa per l’Europa unita. Un’occasione d’oro per l’Italia che di “mediazioni” se ne intende, almeno a Bruxelles dove ha spesso trovato partners litigiosi tra di loro e brontoloni irriducibili. Gli ottimi rapporti tra il governo Monti ed il direttorio franco-tedesco possono essere d’aiuto. Altro che ! Perché prima di pensare ai conti altrui, l’Italia deve pensare a mettere in ordine i suoi. Poi potrà tornare a mediare tra francesi e tedeschi , tra russi ed inglesi. Insomma, alla sua politica preferita. Un’ultima annotazione: un’Europa dall’Atlantico agli Urali riceverebbe l’indispensabile benedizione della Casa Bianca ? Credo che il presidente Obama non avrebbe nulla in contrario, anzi che pur di stabilizzare le cose nel Vecchio continente sarebbe addirittura disposto a favorire una soluzione di questo tipo. Non è sicuro, invece, che lo scenario piaccia molto alla Gran Bretagna. Ma il primo a parlare di Stati Uniti d’Europa fu proprio Winston Churchill, nell’immediato dopoguerra. E questo a Londra lo sanno benissimo. Quindi, se ne faranno una ragione e cercheranno che questa Europa à la carte, senza un menu a prezzo fisso, sia anche di loro gradimento.

Con l’avallo degli Stati Uniti si è costruita l’Europa che abbiamo sotto gli occhi. Sempre con l’avallo anglo-americano si costruirà (se si costruirà) l’Europa con dentro la Russia oppure non se ne farà nulla, perché di certo l’iniziativa del direttorio franco-tedesco anche con il “da” e non il “niet” di Mosca, senza lo “yes” di Londra e di Washington da sola non basterebbe.

Comunque, coraggio Italia. Tu continua a mediare ! In attesa dei risultati elettorali in Francia, Germania e Stati Uniti. Chi vivrà , vedrà. E se il rublo

è destinato a fondersi con l’euro, si fonderà. Chissà quando, ma si fonderà. Quel che conta è che l’Europa dei mercanti e dei banchieri arrivi al suo traguardo naturale, sperando che in una Europa di questo tipo i ricchi non continuino a diventare più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Ma che la tendenza si rovesci e vi sia una equa ridistribuzione delle ricchezze comuni. Un sogno ? Certo, l’Europa unita presta il fianco a molte critiche realistiche e scettiche, ma senza una piccola percentuale di “visionari” che mondo sarebbe ?

Per questo è bene che i popoli si facciano sentire in tutte le sedi e riescano finalmente a pesare tanto da realizzare l’Europa dei popoli. Questa ancora più mitica dell’altra, quella dei mercanti senza frontiere e della libera circolazione dei cittadini e delle merci.

Le utopie dell’oggi sono davvero le realtà del domani ? Può anche darsi.

L’importante, però, è proseguire il cammino dell’unificazione europea e di questo sono perfettamente convinto. Utilizzando tutto e tutti. Il fine, almeno in questo caso – trattandosi di un buon fine –  giustifica i mezzi.

 Franco Ivaldo per  Trucioli Savonesi e Uomini Liberi 

Aprile 2012.

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