Il nuovo complesso portuale di Ceriale

E’ dal 1972 che si era iniziato a parlare di porto. I progetti
Il nuovo complesso portuale di Ceriale
Dellepiane group compra da Murialdo
Una buona notizia in un momento drammatico per la cittadina
 

 

E’ dal 1972 che si era iniziato a parlare di porto. I progetti
Il nuovo complesso portuale di Ceriale
Dellepiane group compra da Murialdo
Una buona notizia in un momento drammatico per la cittadina

 

Ceriale, ecco i tre edifici che saranno abbattuti e ricostruiti sull’area del nuovo porto 

Ceriale – Il gruppo  imprenditoriale che fa capo alla famiglia Dellepiane di Savona e Millesimo, con  patron Aldo, le due figlie, il genero Fabio Atzori al vertice dell’Unione Industriali della provincia, ed un altro genero, Alessio Albani, presidente  della sezione Aziende della Sanità, sarebbe vicino ad un accordo per l’acquisto dell’area e degli immobili (tre) del nuovo porticciolo turistico di Ceriale.

La trattativa con la famiglia Murialdo di Ceriale, proprietari del parco acquatico Le Caravelle  e del villaggio turistico  Il Paese di Ciribì, pare sia a buon punto. Una buona notizia, si direbbe, di cui si parla con insistenza e la necessaria riservatezza a Palazzo civico.

 Ma anche negli ambienti che contano e nelle stanze del cosiddetto potere economico- finanziario.

 

In una città che sta vivendo uno dei peggiori periodi della sua storia (guerre escluse), con i riflettori puntati dell’autorità giudiziaria, l’arrivo e l’entrata in scena dei Dellepiane ha i presupposti, i requisiti per quella svolta positiva, da anni attesa ed invocata. Anche se non sarà la panacea ai devastanti danni causati dal diffuso malgoverno, pressappochismo, incapacità, malcostume politico-amministrativo, con le immancabili e rare eccezioni.

Ceriale semiparalizzata, alle prese con il terremoto che si è abbattuto dopo i primi di marzo. I sigilli alla maggiore operazione immobiliare della sua storia, la “T1” dei fratelli Nucera, con pesantissime nubi all’orizzonte. Interrogativi sempre più inquietanti. La totale cortina di silenzio con cui procede l’inchiesta potrebbe essere foriera di ulteriori clamorosi sviluppi. Ad iniziare dalla pronuncia della Cassazione, sui ricorso di sequestro dei lotti e degli immobili in costruzione.

Tra l’altro, si sta facendo strada un’altra tegola. Dai dati originali si parlava di un’area interessata inferiore ai 50 mila mq., dunque lottizzazione di competenza del Comune. E se, invece, risultasse superiore, come pare, avrebbe dovuto essere di competenza della Regione. La storia si complicherebbe, non di poco.

 

La seconda sconcertante mazzata per la comunità cerialese è stato il coinvolgimento, con l’infamante addebito di “associazione per delinquere, falso ed abuso d’ufficio”, nei confronti del sindaco Ennio Fazio e del suo vice Piero Revetria.  In realtà il “padre putativo dell’operazione Comune –Nucera”. Con loro è inquisito l’architetto  Luciano Campagnolo, già capo dell’Urbanistica a Savona, dimessosi per entrare nella galassia della “Geo immobiliare”, con interessi internazionali. E ancora, l’ex responsabile dell’ufficio urbanistica, geometra Giuseppa Parrinello (ora in servizio ad Andora), ed il commissario della polizia muncipale Antonio Pianese.

Il sindaco-agricoltore Fazio si è difeso dichiarando ai media di essere sorpreso, amareggiato, ma sereno per aver sempre operato nella trasparenza e comunque la vicenda T1 si trascinava, a suo dire, da dieci anni; la convenzione era stata, tra l’altro, preparata dai legali del Comune. Lui avrebbe solo eseguito. Non resta che attendere il finale. 

 

Ci sono però le drammatiche conseguenze immediate. Al di là del discredito, l’immenso cantiere in stato di abbandono in una zona non certo isolata e lungo il litorale. Con la stagione estiva che grazie alla crisi del Nord Africa vede una buona occupazione delle camere dei residence.

 

Cosa succede per chi ha già acquistato nella T 1, con compromesso, un appartamento? Pare siano oltre una quarantina. Quali conseguenze per le ditte che erano impegnate nei lavori? Si parla di situazioni pesanti, stati di insolvenza, rischi di fallimento. E i piccoli artigiani che hanno realizzato interventi in permuta con alloggi e box? Non solo, difficile intravedere una soluzione dietro l’angolo e il tempo non gioca cerco a favore neppure sul fronte dell’immagine di Ceriale, della sua vita sociale. 

E non sembra affatto campata in aria una delle ipotesi tam-tam di ambienti politici. Se dopo Bordighera e Ventimiglia, investite da pesanti sospetti di infiltrazioni di stampo malavitoso, toccasse a Ceriale? Sfogliando gli annali di cronaca di questa cittadina non ci sarebbe da stupirsi.

Bisogna tuttavia ammettere che mai si è riusciti a trarre conclusioni di ipotetiche ragnatele. Seppure alcuni presupposti fossero evidenti. E’ compito degli inquirenti collegare i tanti tasselli.

Trucioli, in uno dei prossimi numeri, pubblicherà un resoconto sulle maggiori inchieste, fatti di cronache, accaduti a Ceriale. I casi irrisolti, le domande senza risposta, le indagini arenate o sfociate in una bolla di sapone. L’ombra del malaffare che in più occasioni ha lambito la politica e palazzo civico

 

IL PORTO UN PROGETTO CHE PARTE DA LONTANO

Tra le tante disgrazie, la notizia-indiscrezione dell’interesse dei Dellepiane per un cospicuo investimento a Ceriale è più di una boccata d’ossigeno. Se, come sembra, l’affare “porto” andrà a buon fine, sarebbe un’importante iniezione di fiducia e di speranza.

 

Certo una strada, per quanto riguarda l’iter, disseminata ancora di ostacoli. A questo si aggiunga che non si parla di porto in consiglio comunale da quando si è insediata la giunta Fazio (15 aprile 2008), anche se il primo cittadino ha avuto modo di occuparsi di alcune tra le problematiche ancora in ballo.

Scorrendo le cronache locali, il 29 settembre 2007, La Stampa, con il corrispondente Angelo Fresia, titolava “Ecco come sarà il porticciolo”. Ultimo atto approvato dal consiglio comunale, alla vigilia dell’insediamento del commissario  prefettizio Renato Bartoli, a seguito della crisi e della caduta della giunta di Piero Revetria.

Si dava conto che il progetto varato dal consiglio comunale, in zona cesarini, prevede la realizzazione di 245 posti  barca (per natanti tra i sette ed i dieci metri), da realizzarsi su uno specchio acqueo  di circa 15 mila mq.

Il giornale riportava: “Secondo l’ipotesi progettuale dell’architetto Valter Cattaneo (ex assessore comunale a Pietra Ligure ndr) nell’area sorgeranno tre parcheggi interrati con 263 posti auto e 70 posteggi all’aperto per motocicli. Per quanto riguarda la parte immobiliare, è in programma la realizzazione di un albergo a 4 stelle, con 31 camere e 55 posti letto, di un residence con 11 bilocali e 46 letti. L’approdo sarà formato da una zona commerciale, con 4 negozi, un ristorante sulla banchina e d un bar che dovrebbe sorgere, nel progetto,  su un atollo galleggiante al centro della darsena di levante, ai confini con Borghetto, raggiungibile  con una camminamento collegato al porto”.

Si dava atto che il progetto doveva essere  approvato dalla Conferenza dei servizi, prima di tornare in Comune e toccherà al nuovo consiglio  il via libera o apportare nuove modifiche.

LE CONTESTAZIONI DELLA “CASA DELLA LEGALITA’”

 

Nell’agosto 2008, prima dell’approvazione in consiglio comunale della convenzione tra Comune e Geo srl di Andrea Nucera (56 mila metri cubi di cemento), si era fatta viva,  a Ceriale, la “Casa della Legalità onlus” di Genova, con volantinaggi di contestazione e critiche all’operato della giunta Fazio.

 

Magari non ha avuto molta risonanza, ma in quella occasione l’avvocato Marco Gallea, consigliere di minoranza aveva spiegato: “A nostro avviso non si tratta di una questione – T 1/convenzione – puramente burocratica, ma riveste aspetti sostanziali, perché già il 3 luglio avevamo chiesto un parere su alcuni problemi giuridici riguardanti proprio la regina delle lottizzazioni cerialesi…”.

In quella circostanza La casa della Legalità scriveva: “Bisogna fermarli ora, speculatori e servi che occupano le istituzioni e piegano l’interesse pubblico a quello degli amici degli amici. A Ceriale oltre alla T 1, c’è in prospettiva quella del porto, con altri 24 mila metri cubi di cemento, tra recupero dell’esistente e nuove costruzione. Dobbiamo fermarli ed ognuno deve fare la sua parte”.

Del porto di Ceriale si scriveva già nell’agosto 1972. L’inviato speciale de La Stampa, Remo Lugli, rendeva noto dell’esistenza di una società italo-francese interessata ad un’opera capace di riqualificare il turismo. Si indicavano le caratteristiche: specchio d’acqua di 40 mila mq., banchine 1900 metri lineari,  superfice del piazzale 16 mila metri quadri, investimento previsto di 800 milioni di lire. 

 

Ceriale, veduta dell’area, con immobili da abbattere e ricostruire, dove sorgerà il nuovo porto

I PRIMI PASSI UFFICIALI DEL PROGETTO PORTO

Era il 19 dicembre 2004 e presso l’Ufficio Regionale di Valutazione di Impatto Ambientale, a Genova, venivano depositati gli atti per l’avvio della procedura.  (vedi…). Oggetto: progetto di approdo per il diporto nautico in Comune di Ceriale.  Proponente: Nettuno SRL, corso Europa 38, Loano. Ubicazione: litorale comunale di Ceriale tra molo San Sebastiano e Capo Santo Spirito. Descrizione intervento: realizzazione di approdo nautico per 100 P.E. e relative aree a terra. Edificazione RTA ed accessori. Riqualificazione paesaggistica del sito”.

Pochi mesi dopo, il 30 aprile  2005, a tutta pagina, La Stampa, a firma di Romano Strizioli:Ecco il porticciolo di Ceriale. Avrà 247 posti barca, parcheggi, aree verdi, un albergo a 4 stelle e moderni servizi “ (vedi …con progetto).

Il giornalista che è stato, a lungo, cointeressato nella pubblicazione del trimestrale, pagato dal Comune “Ceriale notizie” distribuito gratis ai capifamiglia, non aveva dubbi sulla rivoluzione conseguente alla realizzazione dello scalo. Con ricadute positive di tutta la zona a levante del centro storico. In particolare ricordava “Sono in arrivo nuovi edifici per venire incontro alle esigenze dell’industria alberghiera, ma anche parcheggi, aree verdi e strade per riqualificare l’intera periferia orientale e renderla di più facile accesso”.

Per il sindaco Piero Revetria “l’intervento  rilancerà l’economia cittadina, in forte crisi soprattutto nel settore commerciale. Oltre all’influsso positivo sulle attività turistiche collegate, alberghi, esercizi pubblici e l’approdo funzionerà anche come valvola di sfogo per i problemi occupazionali cerialesi”.

CRITICHE ED  ESPOSTI DI WWF, ITALIA NOSTRA E VAS  

Il 26  settembre 2008, La Stampa, con Angelo Fresia, “Il porto turistico sarà dannoso per l’ambiente dell’intera area”.

L’obiettivo degli ecologisti, spiegava, è di bloccare la costruzione della struttura portuale promossa dall’imprenditore cerialese Franco Murialdo. Le firme sono di WWF, Italia Nostra, Vas (Verdi Ambiente Società). Hanno scritto a Regione, provincia, ministeri competenti e dei Beni culturali, Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici.

Tra le motivazione emerge che “secondo il piano territoriale di coordinamento paesistico, i caratteri della zona costiera tra Borghetto e Ceriale,  devono essere mantenuti sostanzialemente inalterati. Non è consentito  aprire nuove strade, né costruire nuovi edifici – chiarivano Marco Piombo di WWF, Andrea Lamberti dI Italia Nostra  e Claudio Frigerio di Vas.

La proposta di approdo, aggiungevano, era già stata abbandonata in passato  in quanto Capo Santo Spirito è naturalisticamente e paesisticamente  pregevole. La creazione di una struttura in mare avrebbe ulteriormente  accentuato i fenomeni di erosione in corso del litorale di Borghetto.

Gli interventi edilizi vanno ad inserirsi in un contesto già saturo e d oggetto di continue operazione edilizie- speculative. Nella stessa zona -. concludevano – sorge  il castello Borelli, costruito nell’Ottocento, che segue i canoni dell’architettura medievali. La collina retrostante ospita una zona carsica, fondamentale bacino di ricarica per le falde idriche, senza contare i danni irreparabili all’ambiente marino circostante.

Tre mesi dopo, c’è stata una prima sorprendente sortita del neo sindaco Ennio Fazio, con una proposta del Comune al Gruppo Murialdo. Una discoteca nel porticciolo. Ne da ancora notizia La Stampa. “Per arrivare alla costruzione del ritrovo notturno, il Comune – scriveva Fresia – è in trattativa con l’impresario edile Franco Murialdo, promotore dell’intervento portuale”.

Fazio dichiarava: “Stiamo discutendo con Murialdo per vedere se si riesce ad aprire un’attività ludica nella zona del porto per intrattenere i ragazzi del nostro comprensorio che spesso sono alla ricerca di locali dove incontrarsi. L’arrivo della discoteca sarebbe il fiore all’occhiello dell’operazione nell’area di levante del centro storico. L’impresario deve infatti trovare l’accordo con le Ferrovie dello Stato per il  miglioramento della viabilità a capo Santo Spirito.  E ancora, l’assenza di una spiaggia sostitutiva per i proprietari dell’ex albergo Torelli  venduto a Murialdo, oltre alla mancata intesa col Demanio per alcuni appezzamenti sui quali realizzare le opere di urbanizzazione”.

Un accordo è stato invece raggiunto con i proprietari del residence-alloggi privati La Risacca, dopo un lungo braccio di ferro.

Una matassa ingarbugliata, veniva definita, nel dicembre 2008. E Fazio che assicurava: “Il nostro Comune è pronto a firmare la convenzione per il porto dopo l’ultimo passaggio in Conferenza dei servizi, a patto che ci siano ritorni per la comunità cerialese. Il porto può rilanciare la nostra economia”.

Cosa peraltro senza alcuno riscontro obiettivo ovunque nella nostra Regione sia stato realizzato un approdo turistico. Possono essere utili, ma senza enfatizzare. Creare illusioni, come si è fatto e si continua  a fare annunciando, ad esempio, ad ogni operazione immobiliare, la costruzione di alberghi tradizionali, a 4 e 5 stelle. Fumo negli occhi o peggio disinformazione dolosa. Visto ormai i risultati ed i precedenti consolidati in tanti anni.

LA SCHEDA DELLA NETTUNO SRL E DEI MURIALDO

La società interessata al nuovo porto e all’operazione immobiliare annessa, è la Nettuno srl.  Costituita il 10 maggio 2011 dal notaio Virginia Ceri di Loano.  Capitale sociale 11 mila euro. Inizio dell’attività il i maggio 2002. 

L’oggetto sociale ha al primo punto la costruzione di aree portuali, di strutture ed infrastrutture annesse, su aree private ed in concessione demaniale. Poi costruzioni residenziali,  gestione di aree del demanio e di complessi portuali, nonché ricreative.

Amministratore unico della società Franco Murialdo, nato a Vado Ligure, 76 anni, residente a Ceriale.  Nel 2006, dal notaio Luciano Basso, viene registrato un trasferimento di quote. L’elenco dei soci depositato a fine 2009 e ripartizione delle quote nominali del capitale sociale è il seguente.

 

 1) Asterias Srl, Loano, corso Europa 38:  quote 5.610.

 

2) Franco Murialdo, quote 275.

3) Ornella Borgna Molle,  quote275. Ha 74 anni, moglie, stesso indirizzo civico di Franco Murialdo, a Ceriale,

4) Marina Murialdo,  quote 2.420. Ha 48 anni, Ceriale, dirige il parco acquatico Le Caravelle.

5) Silvia Murialdo,  quote 2.420. Ha 42 anni, Ceriale, dirige il villaggio turistico Il Paese di Ciribì (62 bungalow, 332 posti letto), un figlio.

La società Asterias srl  è stata costituita il 20 dicembre 1978 dal notaio Navone a Pietra Ligure con un capitale sociale iniziale di 44.440. E’ stata al centro di un progetto di fusione per incorporazione che  riporta all’ex Fabbrica dei refrattari di Noli.

Nacque successivamente e con altri soggetti la mega operazione edilizia di Liguria 17, con alcuni risvolti mai chiariti in merito alla convenzione del 2007 in sede di Provincia di Savona. Il coinvolgimento di progettisti e consulenti (Murialdo non c’entra più) che ritroviamo in altre operazioni di grande impatto ambientale e spesso sul filo del rasoio. Da album dei “misteri” di questa provincia.

Diacimo che Murialdo, con l’Asterias, il 6 agosto del 2002, assorbì  a Noli, la Società a responsabilità limitata Fabbrica refrattari con sede a Viacarpagnon in provincia di Vicenza. Nella cittadina ligure aveva aperto, in via Colombo 1, un ufficio vendite, poi chiuso.

Nel 2009 all’Asterias, con Franco Murialdo, amministratore unico,  risultavano 5 dipendenti, sede operativa a Ceriale in via Chioso e Loro, sede legale a Corso in corso Europa, a Loano.

Capitale sociale e quote nominali pari a  46.440. Cosi suddivise:  

1) Franco Murialdo 6.966  quote di proprietà e 8.127 (doppie)  di usufrutto.

2) Marina Murialdo, nuda proprietà, di 8.126 quote.

3) Silvia Murialdo, idem come la sorella.

4) Ornella Borgna Molle, 8.127 e 6.966 di usufrutto (doppie), con le figlie Marina e Silvia  detentrici della nuda proprietà.

La famiglia Murialdo è pure proprietaria dell’approdo di Borghetto S. Spirito, ai confini di Loano, quasi completato, lavori bloccati da due anni, in stato di degrado ed abbandono, pare per contestazioni sorte con le confinanti Ferrovie dello Stato.  L’opera è stata realizzata per conto della Poseidon Srl  (galassia Murialdo), con sede a Ceriale in via Chioso e Loro, inizio attività il 13 novembre 2006. Capitale sociale di 200 mila euro.

Il capitolo porticciolo di Borghetto, i suoi risvolti taciuti, lo affronteremo in un prossimo servizio.

Luciano Corrado

26 giugno 2011

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