Il libro del mese

 IL LIBRO DEL MESE
a cura di Massimo Bianco
 CROCODILE ROCK

 IL LIBRO DEL MESE
a cura di Massimo Bianco
 CROCODILE ROCK 

 Si avvicina l’estate, tempo di letture sotto l’ombrellone, piacevoli e non troppo impegnative. Niente di meglio allora che gustare “Crocodile rock” (Meridiano zero editore, titolo originale: Basket case) di Carl Hiaasen, giornalista d’inchiesta e scrittore statunitense. Si tratta di un noir scandito a ritmo di rock, scorrevole e ad alta tensione, che prende dalla prima all’ultima pagina senza tuttavia rinunciare all’ironia e al divertimento.

 Il protagonista di questo riuscito romanzo è Jack Tagger, giornalista in gamba ma senza peli sulla lingua e perciò declassato dall’editore con cui ha un conto da regolare, un arrogante cialtrone interessato solo ai profitti e a scorrazzare con la sua Porsche per le strade della California, a scrivere necrologi – i coccodrilli del titolo italiano – sui defunti della Florida, lo stato in cui esce il suo giornale, l’Union-Register. Ma oltre che giornalista in disarmo, Jack Tagger è anche un quarantaseienne ossessionato dal terrore di morire alla stessa, peraltro a lui ignota, età di suo padre o dei personaggi famosi apparsi in passato sui necrologi dei giornali e che di conseguenza ossessiona chi gli sta intorno, facendo fuggire familiari e fidanzate.

E un giorno il complessato Jack Tagger riceve un fax delle pompe funebri annunciante la prematura scomparsa di James Bradley Stomarti, ex rock star nota col nome d’arte di Jimmy Stoma, cantante e chitarrista di tali Slut Puppies, band autrice una quindicina di anni prima di una manciata di album di successo. Jimmy ufficialmente è deceduto a causa di uno sfortunato incidente mentre s’immergeva nelle acque delle Bahamas.

Carl Hiaasen

 Jack però non è convinto, anche per l’eccessiva fretta di cremarlo dimostrata dalla giovane moglie Cleo, nota al pubblico per un successo pop corroborato da un video spinto. Sarebbe forse il caso d’indagare, peccato solo che le forze dell’ordine non paiano per nulla interessate e non diano corda ai suoi dubbi.

Quando però muore anche lo sballato Jay Burns, ex tastierista della band, al giornalista appare chiaro che sotto c’è davvero qualcosa di losco.

 “Prima di lasciarlo, mi lascio trasportare dal desiderio di mettergli qualche sassolino nella scarpa. – Tutta questa storia non le fa venire qualche brivido di preoccupazione? – gli chiedo mentre ci avviamo alla porta.

– Quale storia?

– Prima Jimmy Stoma, adesso Jaj. – È come se ci fosse una maledizione sul CD di Cleo, no?

Loréal scuote all’indietro la sua splendida capigliatura e scoppia a ridere: – Cazzo, amico, questo è solo business, il business della musica. La gente continua a morire da sempre.”

Con l’aiuto di Janet, sorella di Jimmy, di Carla, vivace e simpatica diciassettenne figlia della sua ex, del fido collega Juan, del giovane stagista Evan e soprattutto della caporedattrice Emma, con la quale vive un rapporto di perenne conflitto che nasconde in realtà un’attrazione fatale, Jack partirà allora lancia in resta alla risoluzione del caso. E naturalmente il premio per l’eventuale successo sarà il ritorno all’agognata prima pagina dell’Union-Register, da troppi anni perduta.

La storia procede tra situazioni memorabilmente grottesche, come quando il nostro eroe di difende da un’aggressione usando come arma un enorme varano congelato e battute al vetriolo, giacché, pur decaduto e in pericolo di vita, a Jack non vengono mai a mancare spirito e ironia.

“Riconosco il sollievo esuberante di Emma per quello che è: per un giovane e ambizioso caporedattore c’è solo una cosa peggiore che avere uno dei suoi giornalisti che si fa uccidere ed è uno dei suoi stagisti che si fa uccidere”.

E a fare da ipotetica colonna sonora del libro ci sono i grandi del rock, dai Led Zeppelin ai Rolling Stones fino ai Radiohead, ma soprattutto le canzoni dei vecchi Slut Puppies e dell’album solista a cui Jimmy Stoma stava lavorando.

“Così intriso di humour intelligente e meravigliosamente affilato da piazzare Hiaasen allo stesso livello di Woody Allen.” Ha scritto il New York Times.

E noi sottoscriviamo, aggiungendo che tale humour non va però mai a scapito né della coerenza e funzionalità della trama né della suspense necessaria a ogni buon thriller.

Massimo Bianco

 

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