IL COMMENTO DI MARCO G. PELLIFRONI

Caro Fulvio,

finché parli di politica, e pur dissentendo profondamente, come ben sai, dalle tue posizioni, cerco di far valere le mie, ma rispetto anche le tue: non sono tra coloro che ritengono di avere la verità in tasca, secondo l’insegnamento neoscettico del comune amico prof. Giorgio Girard; guardiamo agli stessi fatti con lenti diverse e ne traiamo ciascuno le proprie conclusioni o, se vuoi, opinioni.

Questo per quanto concerne le tue posizioni “anti-fasciste” vs le mie “sovraniste”.

Oggi però ti sei addentrato in un campo nel quale mi cimento, con inesausto impegno, sin dal 2005, quando il reale funzionamento del sistema banco-monetario è uscito inopinatamente -e fortunatamente- alla luce. E poiché si dà il caso che lo schieramento politico del quale fai idealmente parte, ha spocchiosamente ignorato questo epocale cambio di paradigma nell’approccio ai problemi legati alla finanza, e quindi all’economia reale, mi permetto di contraddirti, sempre senza la presunzione di possesso della verità.

Dunque, tu dileggi i mini-Bot, caldeggiati dalla Lega tramite Claudio Borghi, sostanzialmente in quanto si tratterebbe di “pagare i debiti della pubblica amministrazione facendo altri debiti”. A tale riguardo forse ti sfugge che non c’è titolo di Stato che alla scadenza, quando si tratta di rimborsarli, il relativo debito non venga coperto accendendo nuovo debito, con l’emissione di nuovi titoli di Stato. E’ così dappertutto, da sempre. Il motivo per cui il debito non fa che crescere è dovuto agli interessi, che i signori della BCE richiedono in cambio delle loro banconote, che stampano senza pudore né fatica, dal nulla. Come le banche nazionali, quando accendono un mutuo, anch’esso gravato da interessi. Lo Stato, oberato da questa periodica somma di interessi che vanno ad ingrossare il debito pubblico, non riesce a pagare le aziende che allo Stato forniscono beni e servizi, che a loro costano i soldi degli stipendi, delle materie prime e, magari, anche un po’ di utile, ammesso che le onerose tasse gliene lascino. Se lo Stato non paga quanto riceve, falliscono, chiudono; e i dipendenti vanno ad ingrossare le fila dei disoccupati: quei cortei con tanto di striscioni inneggianti al posto di lavoro, alla democrazia, all’antifascismo, ecc. Sai bene.

Se allora l’odiato (da te e quanti la pensano come te) governo in carica decide di salvare le aziende, e quindi il loro personale, estinguendo i suoi debiti con nuovo debito, secondo la prassi del BTP. CCT ecc., con ciò salvando aziende e lavoratori, voi, i difensori -sin qui a parole, contrariamente ai fatti- dei lavoratori, remate contro? Vi rendete conto che, così facendo, non fate che portare acqua al mulino delle lobby finanziarie che affamano i popoli? Ah già, dimenticavo: per voi gli unici oppressi sono i negri (pardon, ma sono stanco di tutti questi eufemismi politically correct) che fuggono da presunte guerre o dalla fame reale, dovuta al saccheggio dei loro territori da parte di potenze colonialiste, come la Francia, che vivono sulla loro pelle, estraendo materie prime e imponendo il franco coloniale; potenze che difendono l’UE a spada tratta e fanno lo sgambetto all’Italia ad ogni possibile occasione.

Mi stupisce che una persona colta e intelligente quale tu sei non si accorga che sta lavorando per un sistema che, non più per mia opinione, ma per ormai lampanti fatti, sta schiavizzando l’intero pianeta col cappio del debito fasullo; non reale, come quello dovuto dallo Stato ai suoi fornitori. E me ne dispiace.

Marco Giacinto Pellifroni

 

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