Il caffè del canal

Il caffè del Canal

Il caffè del Canal

 Ripeteva alla mente “Venezia, Venezia, Venezia”, per non dimenticare …..

Ella era una dama di compagnia molto fortunata, assunta a corte in una grande villa genovese da una Signora molto ricca.

-“Suvvia Ella, chiudi i bauli e preparati a partire, si va a Venezia! –

Tutto era già pronto, la carrozza e i cavalli nutriti per il lungo viaggio e quel frastuono fatto dal portone chiuso alle spalle della grande proprietà di corte!

Il rumore delle ruote del carro, che brontolavano contro il cattivo sentiero fatto di terra e sassi, la Signora si mise a raccontare ad Ella, per tutto il viaggio, la favola che avrebbero vissuto in un paese più freddo, sito a nord/est e lontano dalla loro città marittima che sorrideva al Mediterraneo!

Ella ascoltava come una bambina incantata e rapita da una favola, riprendeva coscienza quando il freddo della carrozza, a gennaio, cominciava a punzecchiarle i piedi e la schiena! 

 


 

Il lungo viaggio con lo sguardo verso l’infinito, dentro una favola fatta di cattedrali scolpite e sorrette da grandi colonne, di piazze maestose e di viuzze che accompagnavano lunghi canali dai mille ponti, a salire e a scendere, così tutti uguali che non ricordavi la via del ritorno! 

Fatta da osti che tenevano accese le locande a lumini ad olio, da urla di uomini ubriachi che uscendo coi fiaschi ancora in mano, correvano il rischio di scivolare dentro ai canali, colmi di acque rafferme e mai mai limpide, non come quelle del mare, bastava mettere un piede un passo più in là, e chi l’avrebbe più trovato, quell’ubriaco urlante alla notte?

Ella rimase per gran parte del viaggio a bocca aperta e occhi sgranati, dai racconti sussurrati dalla sua Signora, che a momenti fermava la voce per un lungo sospiro!

Era un lungo viaggio, percorso in carrozza, ma immersa dentro a una favola i chilometri venivano mangiati dalle ruote del carro e dai zoccoli dei cavalli….e da ville pittoresche e castelli immensi, dalle corde di un violino e musiche danzanti, da dame pitturate da maschere sugli occhi e conti da lunghe parrucche sul capo.

Fu così che giunta alla loro dimora invernale, Ella si svegliò dalla favola che pareva un sogno ad occhi aperti, scese dalla carrozza infreddolita e impietrita per allungare una mano alla sua Signora, invitandola a scendere, ma messi i piedi per terra, erano avvolte nella nebbia più fitta, e davanti a loro tutto pareva che l’entrata a castello!!

Venezia, abazia di preghiera e ritiro, furono accolte da una Madre col capo coperto, che le accompagnò nelle loro stanze, che erano piccole celle! Un tavolino, una sedia, un letto fatto da una tavolozza di legno e una piccola finestrella dalla quale non potrà mai arrivare un raggio di luna!

Ella, una volta sola, scorse in un angolo un libricino di preghiere, con la prefazione sulla storia del convento, lo lesse, si guardò intorno, e scoppiò in un pianto liberatorio!

 


 

Sarà pure la città del benessere, sarà pure maestosa e pur piena d’acqua nell’alta marea, sarà pur incantevole piazza S. Marco, e tra una casa e l’altra c’è pur il canal, ci sarà pure il ponte di Rialto, quello dei Sospiri, e non può mancare quello del Diavolo, l’uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, ci sarà pure il Palazzo Ducale e pure Il Canal Grande, e Burano e Murano coi suoi artisti del vetro,e il Lido di Venezia , le calle, vie veneziane, callis, ma …..le vongole son piene di sabbia, che non abbracciano affatto gli spaghetti, non trovi un caffè dopo le otto di sera, e prima delle otto lo trovi a peso d’oro, imbevibile, non trovi nemmeno l’oste e i fiaschi di vino, e le viuzze son tutte uguali, se non bevi vino rischi comunque di cadere nel canal!!!!

-“Ella! Ella!!! Ma che fai? Sogni ad occhi aperti?”

-No, Signora, stavo pensando come liberarmi di questo caffè ……che sembra fatto con l’acqua del canal!”

“Suvvia Ella, non disperare, domani torniamo in Liguria.”

Ella si risvegliò da quello strano sogno realmente vissuto, seduta a un caffè in piazza S. Marco, non aveva più i vestiti d’un tempo ma un caldo piumino e indossava dei jeans!

Provò a spiegare con gentilezza all’oste, quello che serviva i fiaschi di vino sul canal, che non avrebbe finito il suo caffè, perché era certa fosse davvero fatto con l’acqua del canal, la sua Signora era una vecchia arrogante bisbetica, e dopo il cammino spirituale, un po’ forzato dalle ferie fatte alla cieca, ma con la consapevolezza di essere comunque dama di compagnia anche nel 2019, Ella fu finalmente libera di tornare a Genova, e di apprezzare ancor più il suo mare, le sue genti, e un buon caffè!

Buona Liguria a tutti

 C. Barux

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