Il 1° Maggio

I 110 anni della Camera del Lavoro di Savona

 Una lunga storia di lotta per i diritti dei lavoratori.
 Il 1° Maggio in piazza  per difendere identità e cultura del sindacato.
 Il 6 maggio per difendere il nostro futuro e quello dei nostri figli

I 110 anni della Camera del Lavoro di Savona

 Una lunga storia di lotta per i diritti dei lavoratori. Il 1° Maggio in piazza
  per difendere identità e cultura del sindacato.
 Il 6 maggio per difendere il nostro futuro e quello dei nostri figli

La Camera del Lavoro di Savona compie 110 anni. Come tante Camere del Lavoro in Italia, siamo nati a metà strada tra il primo Risorgimento e la Resistenza (quella che da quest’anno qualcuno ha cominciato a chiamare con un’intuizione originale, Secondo Risorgimento).

Una vita lunga è sempre, inevitabilmente, una vita travagliata. Quella delle Camere del lavoro ha avuto un lungo periodo buio, quello del ventennio fascista.

Nel 1925 viene annunciata la fine delle libertà costituzionali e con queste la fine delle libere associazioni e del sindacato. L’unico sindacato legale diventa quello fascista, i sindacalisti della Cgil scappano per conto loro, molti vengono mandati al confino o in carcere, altri vengono uccisi.

 

Ma non voglio raccontare questa storia… Vorrei parlare di quei senatori che propongono di abrogare la legge che vieta la ricostituzione del partito fascista e di un povero mentecatto a nome Scilipoti (mi perdoneranno per l’offesa i poveri mentecatti che si vedono accostare a Scilipoti) che decide di copiare il manifesto degli intellettuali fascisti per trovare un’identità al nuovo gruppo dei responsabili nati in Parlamento.

Immagino che questi signori abbiano pensato: “Oramai lo spirito lo abbiamo ripristinato, manca solo il nome”. 

Ma torniamo per un attimo alle Camere del Lavoro: oggi ci sono, è scontato che ci siano, non siamo più ai tempi del fascismo. Poi però succede che vengono firmati accordi sindacali che di fatto, impediscono ai lavoratori di essere rappresentati dal sindacato che si scelgono loro.

Succede che si tenta di escludere la Cgil da ogni trattativa. Ma i tempi cambiano, così ai sindacalisti vengono somministrate pesanti dosi di olio di ricino virtuale, attraverso la stampa e le televisioni.

Il sindacato è superato, non rappresenta più nessuno, dice sempre di sì, dice sempre di no, è una casta, fanno gli scioperi per non andare a lavorare, in Germania sì che il sindacato funziona (e ogni volta avrei voglia di chiedere se davvero sanno come funziona il sindacato in Germania) e altri luoghi comuni.

Molti di noi, di noi compagni, anestetizzati da questa propaganda si trovano a commentare: però un po’ è vero. E intanto ci tolgono i servizi, ci aumentano le tasse e le tariffe, il lavoro diventa sempre più precario, gli anziani sono sempre più abbandonati a loro stessi.

E il lavoro? Il lavoro è sempre di meno, sempre più precario e mal pagato. Nel 2010 le assunzioni con contratti precari sono state l’83%, quelle a tempo indeterminato solo il 17%. Per queste ragioni abbiamo proclamato uno sciopero il 6 maggio.

Perché dobbiamo contemporaneamente dire che non ne possiamo più di questo Governo, che vogliamo lavoro e diritti e che vogliamo stringerci intorno al “Nostro Sindacato”.

Sappiamo che per ottenere i risultati abbiamo bisogno che il mondo del lavoro sia unito, per questo riteniamo che sia un problema e non un motivo di vanto se le posizioni tra noi e Cisl e Uil sono sempre più distanti. Sappiamo che, per ricostruire un sistema di diritti e di tutele, il mondo del lavoro e i sindacati dovranno marciare uniti. Ed è per questo, per non perdere quel filo che ci tiene legati, che il 1° maggio a Savona sarà ancora una volta unitario. Credo sia molto importante.

110 anni di vita non sono pochi. Per viverne altri 100 dovremo essere capaci di guardare avanti avendo però ben salda la memoria alla nostra storia ed ai nostri valori. Il 1° maggio manifestiamo per difendere la nostra identità, la nostra cultura, i nostri valori. Il 6 maggio scioperiamo e manifestiamo per difendere il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Francesco Rossello 

*Segretario della Camera del lavoro di Savona

(Da AuserSavonaNotizie)

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