Idealisti strabici

IDEALISTI STRABICI

IDEALISTI STRABICI

 M’è rimasta vividamente impressa la faccia di Matteo Orfini mentre mette in atto il suo gesto “eroico” sulla Sea Watch, a fianco di altri compagni di ventura. Faccia ed eloquio mi ricordano i compagni del ’68 e anni a seguire, quando occupavano le università, sfilavano per le vie e rilasciavano dichiarazioni bellicose agli inviati di stampa e TV, ancora in B&N. 

  


Matteo Orfini e la sua eroina Carola Rebecke

 

Quei ragazzi hanno poi condotte vite diverse, ma molti di quelli di maggior spicco si sono integrati nell’odiato sistema, traendone il massimo di vantaggi: uno per tutti, Mario Capanna. Ricordo anche Chicco Testa, con cui militai per Lega Ambiente qui nel Finalese negli anni ’90. Rimasi di stucco al vederlo poi salito ai vertici dell’Enel, nientemeno che Presidente. 

Ma questi, si dirà, sono casi sporadici. Posso anche convenirne, in quanto il riflusso del 1977 e seguenti, e addirittura il sopraggiungere di reaganismo e thatcherismo negli anni ’80, riuscirono a sfoltire di molto il numero e la bellicosità di tanti (ex)compagni. 

Ciò che rimase fu una forte nostalgia di quegli ideali, la mesta constatazione del disinteresse dei giovani nella politica, il prevalere del disincanto e dello scetticismo, fino all’attuale nichilismo, dove musica alle stelle, canne e anche peggio hanno sfibrato ogni residua capacità di ribellarsi alla riaffermazione di quanto il ’68 aveva combattuto, nel bene e nel male. 

Il percorso dal PCI all’attuale PD rispecchia in pieno questo sfilacciamento, fino al totale capovolgimento dello spirito iniziale, che già Berlinguer anticipava nell’esaurirsi della “spinta propulsiva” nel PCUS. Che raggiunse l’acme negli anni di Matteo Renzi. 

 


Marco Mengoni: Siamo tutti Mohammad Alì. Il titolo evoca quanto il testo e il video non dicono. Ma per vendere bisogna distinguersi

 

In qualche nicchia della mente, tuttavia, lo spirito iniziale, pur languente, stentava a morire; e, non potendo affermarsi nella lotta alla nuova forma del capitalismo selvaggio, troppo lontano nelle sue fonti e troppo vicino nelle sue cause, l’istinto ribelle deviò verso altre strade: non osando colpire i nuovi padroni del denaro e dell’informazione, si diresse verso le sue vittime ultime. Poco eroico dedicare i novelli strali a difesa degli ultimi fra i connazionali; molto più chic occuparsi di razze esotiche, in una nuova forma di razzismo italiano. Vuoi mettere stare vicino ai terremotati, agli sfrattati, agli oppressi da banche e tasse, roba di quotidiana routine, coll’ergersi a spada tratta per accogliere gente di cui nulla si sa e di cui si può pertanto dire di tutto? Se poi ci aggiungi il panorama marittimo, con (finti) salvataggi di africani gettati in acqua su imbarcazioni indegne di questo nome, lo scenario è perfetto, degno di un filmone hollywoodiano. Tutto poi s’è venuto perfezionando: i barconi della prima ora avevano persino un sapore di genuinità; finché non presero a scorrazzare fior di navi-soccorso di centinaia di tonnellate delle ONG, tutte mosse da fini rigorosamente umanitari, guai a metterlo in dubbio, la cui presenza ha moltiplicato il lancio in mare di barchette sufficienti a coprire le poche miglia prima dell’arrivo, concertato con gli scafisti, delle suddette ONG.

 


Tre nuove navi ONG pronte all’attacco: Mediterranea, Sea Eye e Open Arms, idealmente incoraggiate dalla sentenza del gip di Agrigento. 

 

Non importa se a finanziare l’operazione soccorso in grande stile ci siano miliardari come Soros e Koch; l’ho appena detto: si è passati dalla lotta ai padroni al soccorso degli ultimi (ma solo se esotici), in gara con la Chiesa Cattolica, un tempo tanto aborrita.

In questo quadro appare in tutta la sua evidenza l’auto-compiacimento di Orfini, poco importa se al cospetto di ripetute violazioni delle leggi italiane. Anzi, meglio, visto che a vararle è stata l’odiata destra, che si ostina a dare priorità alle difficoltà degli italiani rispetto a quelle degli esotici.

Quello che i novelli idealisti di sinistra stentano a capire è che, così comportandosi, stanno vistosamente perdendo il consenso dei loro connazionali, a tutto vantaggio delle destre. È pur vero che danno loro manforte tanti altri compagni, soggiogati dagli stessi ideali repressi, che militano nella magistratura. Ma si tratta, tutto sommato, di vittorie di Pirro.

Dico questo sulla base di precedenti storici. Quando le opposizioni di  stampo “libertario”, almeno a parole, tirano troppo la corda, danno il pretesto ai governi in carica di procedere a graduali giri di vite, che si traducono nelle limitazioni della libertà di manifestare e di compiere atti giudicati contrari all’interesse pubblico. Teniamo presente che il potere, per rintuzzare atti potenzialmente sovversivi, comincia ad utilizzare termini di colpevolezza preceduti dal suffisso “anti”. Non c’è regime che non ne abbia abusato, pur di rimanere in carica. Tanto per fare due esempi tipici: attività “antisovietiche”, “antidemocratiche”. Al che i sediziosi rispondono con termini come “fascismo”, “dittatura” et sim.

 


Alberto da Giussano. Futuro simbolo di una nuova dittatura?

 

Lo svolgersi degli eventi prende poi una piega quasi scontata: il “fascismo”, tanto paventato e urlato, alla fine prende corpo, diventa dittatura vera. Non c’è niente di peggio di irridere o avvilire chi ha il coltello dalla parte del manico per suscitare la sua reazione, la sua “ira funesta”. 

Ebbene, ciò sta realmente accadendo, con un governo un cui membro ha potenzialmente un consenso attorno al 40% e ciononostante viene sistematicamente sbeffeggiato da un clan di finti salvatori stranieri con il plauso di politici di opposizione e, quel che è peggio, da magistrati, che si avvalgono della indipendenza dalla politica e del privilegio di avere l’ultima parola per provocarla  e sfidarla in un’arena dove alla politica è negato l’accesso: i tribunali.


 Scala reale massima di cuori. La vince una scala reale minima, che a sua volta…

No vincitori assoluti.

 

Negli scontri tra legislatori e magistrati invece, nessuno è sopra questi ultimi, assimilati all’infallibile Themis, dea della Giustizia

 Neppure a poker è concesso a un giocatore di avere una combinazione più alta di tutte. Ai tribunali invece tale insindacabile potere è concesso dalla Costituzione. Alla faccia dei Checks and balances, dei pesi e contrappesi tra le istituzioni dello Stato. I magistrati ormai fanno politica in maniera plateale, ingessando ministri in carica e interpretando le leggi a loro arbitrio.

Continuando in questo gioco sporco, nella fattispecie continuando a disfare quanto il Viminale cerca di fare per arrestare lo stillicidio degli sbarchi tramite le ONG, l’impotenza di fatto di poter attuare le leggi che lo stesso governo ha approvato a tale scopo, e il suo sputtanamento coram populo, porterà ad una reazione, che i ripetuti scherni non faranno che accelerare. 

Credo che il principale motivo che tiene Salvini legato a questa innaturale alleanza col M5S sia proprio quello di evitare un troppo lungo periodo di stallo estivo pre-elettorale, col via libera, in assenza di guardiani, alla massiccia invasione dell’Italia verso il meticciato voluto dalle sinistre. Ma finito il periodo di allerta, o anche prima, ricorrendo a metodi inconsueti, di cui la Storia, anche recente, offre un ampio ventaglio, la dittatura, maldestramente aizzata da ripetute sfide e sberleffi, potrebbe pure arrivare. E allora sarà troppo tardi per piangere.

P. S. Ultima ora. Il veliero Alex snobba Malta ed entra a viva forza a Lampedusa con la solita lagna: gente allo stremo, manca l’acqua, emergenza sanitaria, donne incinte, minorenni ecc., mentre Salvini è lasciato solo a difendere l’onore di un’Italia umiliata. Insomma, una processione di navi ci entrano in casa senza permesso, anzi con tanto di divieto. Ma non dicono che i centri di accoglienza in Italia fanno schifo? Allora anche i nostri porti non sono sicuri: si accomodino in quelli “sicuri”, spagnoli e francesi, magari con la forza. E stiamo a vedere cosa faranno i buonisti coi porti degli altri…

 

Marco Giacinto Pellifroni      7 luglio 2019

 

   Visita il blog  https://www.marcogiacinto. com

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