ICI BRUXELLES RUBRICA SETTIMANALE DI INDRO IVALDO

ICI BRUXELLES – RUBRICA SETTIMANALE DI INDRO IVALDO
DAL MANIFESTO DI VENTOTENE
AGLI STATI UNITI D’EUROPA

ICI BRUXELLES
RUBRICA SETTIMANALE DI INDRO IVALDO

  DAL MANIFESTO DI VENTOTENE

Altiero Spinelli (nella foto), Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, al confino nell’isola di Ventotene, redassero quello che doveva poi divenire il manifesto dei federalisti europei e rappresentare uno degli ideali costitutivi dei futuri Stati Uniti d’Europa, in via di attuazione, pur tra mille difficoltà: IL MANIFESTO DI VENTOTENE.


Ideali europeisti condivisi ampiamente ed in parte realizzati nel dopoguerra dall’opera di Jean Monnet e Robert Shumann.

Vi fu il trattato costitutivo, il Trattato di Roma, firmato in Campidoglio dai rappresentanti dei Sei (Francia, Germania, Italia, Belgio Olanda e Lussemburgo).

Sul nucleo del Benelux, infatti, potè costituirsi il primo embrione di collaborazione europea.

I pionieri furono uomini come Segni, Piero Malvestiti, primo presidente delle istituzioni in Lussemburgo, da parte italiana e -naturalmente- capi di governo come De Gaulle ed Adenauer per la parte franco-tedesca.

Cosa c’era a Bruxelles quando Palais Berlaymont (nella foto) non c’era?


Appunto, quell’Europa “in nuce” commentata da grandi giornalisti come Emanuele Gazzo e Ferdinando Riccardi, fondatori della mitica “Agence Europe”, Sandro Doglio de “La Stampa”, Piero Angela della Rai-Tv, Ballardin de “Il Corriere della Sera”. Ed una lunga serie di giornalisti europei che si sono alternati nella sede belga, fino ad oggi.

Si può tentare un bilancio del cammino europeo, alla vigilia della visita di Papa Francesco a Strasburgo ?

Siamo ad un bivio.

E’ chiaro che il carattere dell’Europa dei Ventotto non è più quello iniziale e le problematiche sono ben diverse. Dalla caduta del muro di Berlino e le aperture ai paesi dell’Est sono mutati i caratteri, aggiungendo una serie di quesiti ai progetti iniziali.

Una banca centrale comune, in via di realizzazione come ogni giorno ci ricorda il governatore della Bce, Mario Draghi, e nuovi conflitti, il più minaccioso dei quali è costituito da quello Ucraino-Russo.

Riteniamo che il pontefice , a Strasburgo, oltre ad indicare la necessità di costruire un’Europa di pace, potrà riferirsi a quegli Stati Uniti d’Europa “dall’Atlantico agli Urali” ai quali aveva fatto esplicito cenno, nell’immediato dopoguerra il premier britannico Winston Churchill.

Escludendo la Russia, infatti, sarà piuttosto difficile garantire un vecchio continente pacifico ed i rischi di una ripresa di una sorta di guerra fredda saranno sempre in qualche modo nell’aria.

INDRO IVALDO 

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