I veri eroi non hanno volto e non gridano

I VERI EROI NON HANNO VOLTO E NON GRIDANO
(Beato il paese che non ne ha bisogno? Allora quel paese è il nostro)

 
I VERI EROI NON HANNO VOLTO E NON GRIDANO
(
Beato il paese che non ne ha bisogno?
Allora quel paese è il nostro)

 Questa settimana vorrei dialogare con voi su un argomento che appassiona da sempre l’essere umano, alla costante ricerca di miti ed eroi da consegnare alla memoria ed ai posteri.


Il bisogno di Eroi da questo punto di vista, viene osservato e descritto da Stefano Jossa, nel suo ultimo libro (UN PAESE SENZA EROI. L’ITALIA DA JACOPO ORTIS A MONTALBANO), come una debolezza, la predilezione per l’aspetto emotivo rispetto alla cura di una «coscienza civile».

Così storicamente e periodicamente sul suolo Italico, si assiste ad una lotta per assegnare la carica di eroe nazionale a questo o quell’individuo, col bene placido delle amministrazioni e del mondo politico, naturalmente suddiviso in egual misura e secondo precisi crismi, nei corrispettivi contendenti individuati e proposti.

Non è mio compito, tuttavia decretare nessun eroe e ancora di più decidere se qualcuno ha più diritti di altri di apparire tale.
Ma con un piccolo viaggio storico nel nostro passato, tendo a fissare alcune figure e per loro contrapposizione ciò che stava “dall’altra parte della strada”.

Anche con un semplice SI o NO per essere a favore oppure no di questo o quello, è il solito gioco del “Panem et circenses” che dagli antichi giochi Romani del Giovenale sintetizza le aspirazioni della plebe.

Per quanto tu, lettore, ora stia strabuzzando gli occhi, fattene una ragione, nulla è scelto a caso, tutto è largamente ben studiato e previsto da secoli di organizzazione sociale e amministrativa, per cui anche la domenica col tifo a questo o quello sport o squadra e a questo o quell’atleta, avversando invece il rivale di turno, ognuno si raggruppa in un ben definito fronte.

Sul come ci si arrivi a quel fronte, è un’altro discorso, che magari potrò in un secondo tempo approfondire, se chi pubblica queste mie note me lo concederà ancora in futuro, ma dovete ammettere però, che è innegabile quello finora evidenziato.

E’ così arriviamo a definire la parola Eroe per noi Italiani, che cos’è un Eroe?

Per i Romani, nostri avi storici e fondatori della stirpe, la raffigurazione dell’Eroe era in CAIO MUZIO SCEVOLA  il famoso protagonista della nota leggenda romana dalla quale deriva il detto «Mettere la mano sul fuoco riguardo a qualche cosa», nel senso di dare conferma fisica sulla veridicità di un fatto o su una questione che si sosteneva.

Quante persone oggi affermano cose a vanvera e si prodigano per diffondere idee e questioni balzane e prive di riscontri?

Quante notizie false leggiamo e quante persone difendono a spada tratta cose senza senso e senza riscontro?

Se tornasse in vita l’eroe romano darebbe fuoco a qualcuno, altro che bruciarsi l’arto per combattere per un idea…

Passiamo avanti, dopo la caduta dell’Impero Romano nell’ombra del MEDIO EVO abbiamo eletto a simbolo della nascita della lingua Italiana il Fiorentino della famiglia Alighieri, Durante di Alighiero detto DANTE, lui è considerato un Eroe per i suoi scritti, tralasciando la diatriba storica sull’effettiva reale nascita della lingua Italiana, Dante è stato riconsiderato recentemente grazie a questo o quel comico o politico del momento.

Su Dante però credo sia indubbia la sua notorietà in ogni parte del mondo grazie alla conseguente divulgazione dei suoi scritti, tra cui il più noto è la DIVINA COMMEDIA, tuttavia non è, per mia opinione, quello lo scritto più importante dell’autore.

Il CONVIVIO infatti fu un opera importantissima a livello civile e sociale, una vera e propria enciclopedia dei saperi più importanti, creata per coloro che volevano in quel tempo, dedicarsi all’attività pubblica, senza aver compiuto gli studi regolari, ha fatto si che molte persone di ceti non PATRIZI, potesse accedere agli studi o capisse molte cose di quel mondo civile.

L’Eroe Fiorentino decretò coi suoi scritti, la parlata VOLGARE come primitiva ed unica lingua Italica e fu un acceso combattente GUELFO Bianco, sostenitore dell’imperatore come anni prima lo erano stati i Ghibellini (i guelfi bianchi, a differenza dei ghibellini, erano favorevoli ad una convivenza pacifica tra imperatore e pontefice), in contrapposizione dei GUELFI Neri sostenitori del Pontificio.

Ed ecco qui la parentesi del circo degli Eroi e della contrapposizione, che non può mancare nell’Italiano.

Oggi con tutte le miriadi di scribacchini che si improvvisano Filosofi e non sanno nemmeno mettere l’H nel posto giusto, scrivendo “L’O detto” o “Buon Hanno” chi dobbiamo ringraziare, l’Eroe di Firenze, chi non lo fa più leggere nelle scuole, oppure chi lo usa a scopi politici?

Se tornasse in vita il buon Dante ve lo darebbe lui, l’Italiano…

Poi ci sono gli Eroi ESPLORATORI del RINASCIMENTO e qui il posto da Eroe si divide in troppi, perciò si litiga anche su questo, tanto per rimanere nel circo.

Il primo della lista è forse anche erroneamente, considerato il più famoso scopritore dei nostri tempi, è Cristoforo Colombo (1451-1506), fu un navigatore “creativo” figlio di un commerciante Genovese, sulla diatriba della sua nascita come Savonese non posso altro che andarne fiero, ma se fossi Spagnolo direi ora che lui è un mio connazionale, sempre per la questione circense.

Ma anche su un’altra diatriba il buon Colombo deve combattere da più di 5 secoli,  infatti tra i tanti, eventuali candidati alla paternità della Scoperta dell’America (non effettiva, quella per noi Europei e i Latini è di Colombo), vi è il contemporaneo Amerigo Vespucci (1454-1512) colui a cui l’America deve il suo nome.

E via con lo schierarsi dalla parte di uno e dell’altro…

Ma, tralasciando ciò che è la discussione sulla genuinità di chi scoprì per primo cosa, incentrerei il discorso invece sulla scoperta, quella che è la più importante per tutti, scoprire se stessi e battersi per qualcosa come hanno fatto questi due Eroi del passato.

Il famoso “Uovo di Colombo” che permise allo stesso di far cambiare idea alla potente e bella Regina Isabella di Castiglia, sarebbe oggi un episodio ridicolo, ma quanti oggi sostengono idee ridicole ed hanno posti di vertice?

Tornasse il buon Cristoforo (Colombo), l’uovo oggi lo farebbe al tegamino o ve lo tirerebbe addosso…

Poi la diatriba degli Eroi sempre nel Rinascimento Italiano, si porta sul campo scientifico e ad occupare il primo posto tra gli scienziati più famosi, è Galileo Galilei (1564-1642).
Il maggior scenziato Astrofisico del passato, fece delle scoperte rivoluzionarie negli ambiti più diversi della scienza naturalistica ed astronomica.
La sua lotta contro l’ostracismo religioso della Chiesa Cristiana Cattolica ha delineato il nuovo conflitto di parti che notoriamente l’uomo e soprattutto l’Italiano avevano bisogno.

Perciò ora l’eroe da considerare chi sarà?
Voi da che parte state?
Insomma la terra è tonda e il sole sta in mezzo…

Ma qualcuno comunque crederà sempre ad altro!

Se tornasse Galileo avrebbe la lente d’ingrandimento sempre attiva, verso le bufale…

Sempre nel comparto scientifico non dobbiamo dimenticare Alessandro Volta (1745-1827), il ricercatore dell´elettricità che si contrappose al predecessore Luigi Galvani (1737-1798) su quegli studi primordiali.



Gli studi di Galvani nella sua opera COMMENTARIUS ispirarono anche Mary Shelley per il romanzo Frankenstein – Il moderno Prometeo, uno dei romanzi di Fantascienza ed Horror più famosi, romantici e belli, tra l’altro scritto in parte in Liguria.

Galvani infatti sostiene l’esistenza di una elettricità specifica degli animali che si origina nel cervello, si propaga tramite i nervi e si immagazzina nei muscoli, la scarica di questi ultimi è all’origine delle contrazioni.
Il programma di ricerca di Galvani si può quindi caratterizzare con un principio di tipo vitalistico.

Il programma di ricerca di Volta, invece sottolinea il ruolo dei conduttori (metalli e conduttori umidi), come “motori” dell’elettricità e così facendo giunge ad identificare il potenziale di contatto.
Volta nega un’elettricità specifica del mondo animale, interpreta l’elettrostatica alla luce delle proprie innovative concezioni, basate su un principio di ritorno del fluido elettrico ad una condizione iniziale di equilibrio.

I due studiosi sono stati protagonisti di un dibattito molto combattuto e saranno i padri dell’elettrologia moderna, Galvani mostra movimenti nelle rane anche in assenza di contatti metallici, Volta invece si concentra sulla tensione dovuta al contatto bimetallico anche in assenza delle rane.
Galvani fonda l’elettrofisiologia, Volta cercando di imitare nel mondo non organico i fenomeni evidenziati da Galvani dapprima (rane) scopre il potenziale di contatto e poi con altri organismi viventi (torpedini) inventa la pila che ancora oggi si usa costantemente.

Gli esperimenti e gli strumenti di Galvani e Volta ebbero enorme successo e modificarono gli sviluppi della scienza, le loro teorie stentarono ad affermarsi, anche perché in contrasto con i modelli standard dell’epoca, ma gettarono le basi della moderna elettricità per cui a detta di molti, la ricerca di questi due ha precorso e permesso gli studi di Tomas Alva Edison, Nikola Tesla, Antonio Meucci e Graham Bell.

Il loro contribuo, come quello enorme di Guglielmo Marconi, hanno permesso alle nuove tecnologie odierne, di affermarsi e permettono a tutti noi di leggere e scrivere, illuminare e scaldarci, e perchè no, anche al sottoscritto di stare davanti ad una tastiera per scrivere questo articolo, come a voi di poterlo leggere sul sito di trucioli Savonesi.

Sicuramente per molti di noi, se solo uno di loro potesse tornare in vita e ci vedesse, ci sarebbe il ripensamento, lasciandoci alla tecnologia primitiva di quei tempi…

Gli Eroi come loro non hanno un volto, perchè non è importante la loro faccia, ma ciò che hanno fatto.

Gli Eroi come loro non gridano e non urlano per farsi conoscere, nemmeno hanno la raccomandazione, ma ciò che è arrivato fino a noi sono le loro gesta e le loro idee, che incontrovertibilmente hanno contribuito a cambiare il nostro modo di pensare e vivere.

Ne ho elencati solo alcuni, tralasciandone molti, ma non propriamente ed intenzionalmente, solo per la motivazione che sarebbero veramente troppi da elencare, e sarebbero troppe anche le cose che sono state fatte ad utilità di tutti noi, oggi.

Non figurano nell’elenco e nella descrizione, i soliti eroi del Risorgimento o quelli contrapposti ad invasori, sia in precedenti epoche storiche, che soprattutto nelle ultime due grandi Guerre Mondiali, per il semplice motivo che questi argomenti sarebbero soprattutto per gli eventi bellici, figure troppo politicizzate ed in palese scontro con l’intento di questo articolo.

Per cui, gli Eroi secondo me, non sono per forza dei guerrieri o dei soldati, ma sono persone normali, che studiano e contribuiscono allo sviluppo delle idee e delle tecnologie, sono principalmente dei guerrieri dell’essere, umani.

Oggi la sete di Sapere e Conoscenza, sono relegate ad un click o ad una sbirciata veloce ad un quotidiano locale, al bar, sorseggiando un caffè, le discussioni e le diatribe come i nuovi eroi, sono relegate a ciò che ci impongono, la rete e la carta stampata.

Per cui, oggi per la nostra società non è più importante avere degli scienziati o dei linguisti, o combattere fermamente per un ideale e mettere per cui la nostra mano sul fuoco.

Anzi, oggi si idolatrano il qualunquismo e l’incultura, perchè ci soffermiamo ai titoli e non approfondiamo cosa sta scritto dentro ad una notizia, non analizziamo più ogni parola, soffermandoci per capire.

Ci limitiamo al regime delle immagini, siamo tutti dei Voyeur, per cui fa più notizia un gossip, il Ceto in Ligure, che la cultura o la politica e l’economia.

Poi nelle nostre scuole non si insegna più, si fa il programma…

Nelle nostre università si creano miriadi di cloni, che studiano tutti nelle stesse facoltà e posseggono tutti le stesse professionalità, cosicchè anche i ricercatori scappano nei paesi stranieri, perchè non si investe più in cultura.

Cosa pretendiamo da chi si raffronta in un colloquio o su un social scrivendo come un ragazzino e mette le K ovunque?

Oramai la gente parla a monosillabe e non è più in grado di socializzare veramente, di intessere rapporti di amicizia vera e genuina.

Vorrei sbagliarmi, ma purtroppo ogni giorno che passa mi trovo sempre più convinto di ciò, sono sicuro che l’imbarbarimento della cultura porterà sempre più ad una forte inciviltà, che non potrà altro che recare danni immensi alla nostra civiltà.

Ma come dicevo prima, forse sta già tutto scritto ed è più facile avere un gregge di pecore da dirigere con pochi sforzi, che prodigarsi a convincere le moltitudini.
Il panem e circensis non è mai, per cui finito.

Alle persone comuni (Common People) per giustificazione e per autoprotezione o copertura, restano gli Eroi umani, quelli che oggi ed ogni giorno fanno qualcosa per qualcun’altro, resta la solidarietà e la pietà umana, in contrapposizione delle ingiustizie che provengono poi dalla stessa mano, la nostra.

Paolo Bongiovanni

 

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