I duellanti delle primarie

 

I DUELLANTI DELLE PRIMARIE DEL PD

Cristina Battaglia un viso d’angelo per una candidatura teleguidata

Livio Di Tullio un mastino tutto pane e politica per rivoluzionare Savona

 

I DUELLANTI DELLE PRIMARIE DEL PD
Cristina Battaglia un viso d’angelo per una candidatura teleguidata
Livio Di Tullio un mastino tutto pane e politica per rivoluzionare Savona

Parte con i botti la sfida tra i due duellanti delle primarie del PD a Savona, tra il tenace Livio Di Tullio e la fatina dal viso d’angelo Cristina Battaglia, già si intravede una sottile guerra sui numeri: era più affollata la Sala Rossa del Comune con Battaglia, o era  più numerosa la presenza alla cena con Livio Di Tullio?


 La differenza tra il numero delle firme raccolte a loro sostegno, alcune sottili frecciate con significativi distinguo e rilevanti temi di come intendono tradurli in azioni concrete in caso di vittoria su vari blog o face book

Sarebbe cosa gradita ad esempio sapere chi sponsorizza e paga la loro campagna delle primarie, da quello che si vede e si  sente non sono una bazzecola, anzi tutt’altro (apertura di point, società di marketing consulenti ecc. ecc.), difficilmente si mettono soldi per la sola ambizione personale in politica, di solito ce sempre un rovescio nelle cose.

In questa fase storica della politica che stiamo attraversando, un periodo difficile e irto di difficoltà ed incerto, quello  a cui  assistiamo è che rispetto al passato oggi non è più il partito a redigere il programma da proporre al candidato alla carica  di  Sindaco, ma sono invece i singoli contendenti che elaborano un loro personale programma a cui i partiti devono sottostare.

E’ assurdo che Il PD non esprima, come partito, un suo programma, visto che è al partito che rispondono i consiglieri eletti che formano  la maggioranza, (il caso Marino a Roma insegna) mentre i due duellanti Battaglia e Di Tullio dibattono e si scontrano con due  visioni diverse tra di loro anche in modo sostanziale su quello che occorre veramente per rilanciare  Savona e farla uscire da questa profonda crisi  politica, economica e di identità dopo il completo fallimento di Berruti.


A Di Tullio si può imputare il suo modo di porsi che può non piacere, ma per dovere di cronaca ed obiettività bisogna dargli atto e riconoscergli l’impegno profuso prima da sindacalista, poi come segretario del PD e dopo come assessore che in fatto di comunicazione e di chiarezza sui temi che scottano non si è mai nascosto nè tirato indietro; la sua coerenza, la sua esperienza e  conoscenza della città gli permette di affermare in modo chiaro nel suo azzeccato slogan “Siamo Savona” che sembra una chiamata alle armi ai cittadini per rivoluzionare Savona.

Cosa che non si può dire della Battaglia che sarà senza ombra di dubbio una brava persona, intelligente e preparata, ma digiuna di politica e forse anche con scarsa conoscenza dei problemi di Savona. Per adesso appare una candidata e una candidatura teleguidata, aspettiamo che dimostri il contrario, dichiara di incarnare il nuovo, ma a vedere chi ha dietro pare il contrario.

L’enorme paradosso è che difficilmente si riesce a capire questa fase convulsa e contraddittoria nel ricercare intese e convergenze elettorali con eventuali altri alleati politici.

Stipulare accordi con chi dei due contendenti e per quale programma? Sembra di vedere giocare una partita di calcio senza l’arbitro, creando una grande confusione negli elettori, infatti sarà impensabile, dopo le primarie, fare finta che si è trattato di un’apericena.


Non per fare becera critica ma viene spontaneo domandarsi come sia possibile per il Partito Democratico di Savona presentarsi nettamente spaccato al suo interno senza che la classe dirigente si renda conto che devono cercare di ricostruire un rapporto con il loro popolo di sinistra e magari tentare di riunirlo, altrimenti il rischio concreto che corrono e quello di consegnare la città al  Movimento 5 Stelle o, come accaduto con le recenti elezioni regionali, alla destra.

 Ci sarà qualcuno della classe dirigente de PD in grado di fare una lucida diagnosi della situazione in essere e pensare alla cura che serve per rimettere al centro almeno alcuni contenuti che sappiano qualcosa di sinistra?

Queste primarie dovrebbero essere da stimolo onde evitare che diventino un flop come è avvenuto a Roma con un fallimento di partecipazione, per non citare Napoli, a meno che non si voglia diventino un regolamento di conti all’interno del PD Savonese.

Queste primarie saranno strategiche per il PD e la sua classe dirigente nell’ingarbugliata situazione venutasi a creare e sono diversi i punti di riflessione da fare per coinvolgere i cittadini e accompagnarli al voto amministrativo per fare vincere o la Battaglia o Di Tullio alla carica di Sindaco.

E’ il caso di cambiare profondamente il modo di operare e concepire la politica che da troppo tempo non risponde più ai cittadini e nemmeno ai partiti sempre che non siano convinti che bastano le truppe renziane che sostengono la Battaglia e quello che rimane del  vecchio PD e dei sinistroidi che temono il populismo di Renzi e di Grillo.

 

Sono troppe la maschere Pirandelliane che girano intorno ai due duellanti Battaglia/ Di Tullio e in questo teatrino la dignità appare come un termine desueto. Difficile far finta che questa primarie siano state gradite dai due candidati perché in realtà lasceranno ferite che mai come adesso sono lo specchio della pochezza della politica che Savona esprime.

La  gente ha voglia di nuovo, a volte solo per la novità fine a se stessa, è questa la sensazione locale che si percepisce e che di  fatto lascia una prateria aperta al Movimento 5 Stelle, se mai sarà in grado di approfittarne, anche il loro temporeggiare nell’indicare il proprio candidato sindaco fa nascere dubbi e perplessità sulla loro capacità di prendere in mano il Comune di Savona. Quale altro miracolo si aspettano da questo PD in disfacimento che forse si è stancato di amministrare questa città?


Il primario compito del PD Savonese  è  quello di rimettere una nuova classe   dirigente all’altezza, che sia preparata e pronta ad affrontare le sfide future che si attendono la  città e i savonesi  per un suo rinnovato rilancio  economico-sociale. Dovrà obbligatoriamente rimboccarsi le maniche perché a nulla servirà sopravvivere, non è più tempo di giochi di potere, soprattutto se il potere sembra essersi spostato su altre mani e di questo la colpa non è di certo dei cittadini, ma di coloro che su certe poltrone ci sono o ci sono stati per lungo tempo senza avere la  minima cognizione di causa e per questo distrutto questa città; è evidente che a Savona serve tanta meritocrazia, le chiacchiere stanno a zero e in campagna elettorale non funzionano più.

Sarebbe buona cosa e un segnale forte, oggi indico da tutti come “discontinuità”, che i duellanti, Cristina Battaglia e Livio Di Tullio, iniziassero a scrollarsi di dosso e togliersi di torno i tanti personaggi che a vario titolo la gente ritiene colpevoli delle condizioni attuali. Chissà se i duellanti si renderanno conto dell’aria che tira in città, e dopo il voto delle primarie del 3 Aprile potremmo verificare e capire se questo comportamento discutibile il PD lo potrebbe pagare più di quanto crede sul piano elettorale in termini di voti.

Se le persone che hanno la responsabilità di gestione del partito, prima del voto per le comunali non si  rendono consapevoli che  occorre fare una profonda riflessione per un rapido cambiamento, difficilmente il Partito Democratico potrà sopravvivere di fronte ad avversari veri.

P.A. PERINO

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