I consumi guariscono l’economia ma ammalano la natura.

Gli occidentali che hanno raggiunto una soddisfacente qualità di vita, non sarebbero certo entusiasti se il mondo scientifico e tecnologico, invece di conservare e migliorare lo status quo, fosse costretto a ridimensionare la qualità della vita a cui ha lavorato per 4 secoli da Galilei ad oggi, per “tentare” di risanare il pianeta dopo averlo devastato e ridotto a discarica di rifiuti e di veleni.
Anche solo per respirare, nutrirsi, muoversi, proteggersi, l’uomo consuma risorse naturali, e se ne consuma troppe per insensata stupidità o criminale ingordigia “si suicida”: fa ammalare il pianeta, che a colpi di calamità sempre più devastanti, ricambia la cortesia, distruggendo il presente, e mettendo in forse persino il futuro dell’umanità.
Già ora condannata a subire impotente le devastanti conseguenze autoindotte: lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento degli oceani, l’inondazione dei territori, gli uragani che polverizzano le case e cancellano dalla carta geografica interi paesi, persino costruzioni millenarie sbriciolate da venti a più di 300 km orari, bombe d’acqua che spappolano le montagne e seppelliscono le città o la siccità che trasforma i terreni fertili in deserto improduttivo e inospitale. Per non parlare della scia di vittime innocenti che la natura lascia dietro di sé per difendersi dall’uomo e medicarsi le ferite.
Insomma, posto che la natura non si lascerà mai sopraffare impunemente, senza reagire con giustificatissima ferocia, dovremmo iniziare a diffidare della scienza e derivati, se ci promettono sviluppo economico e benessere facile e crescente, ma strappandoli alla natura con criminali devastazioni, deforestazioni e avvelenamenti, che condannano l’intera umanità impotente a pagare il prezzo con la vita a colpi di calamità, carestie e malattie.
Subendo il plagio della “in-cultura” occidentale, io credo di essere vissuto almeno per mezzo secolo da idiota, pensando davvero di essere intelligente perché provvisto di cultura e creatività; di essere libero, in quanto cittadino sovrano di uno Stato “democratico”; e di poter guadagnare onestamente in ragione della mia capacità, posto che la proprietà non è un crimine. Invece è tutto rigorosamente falso.
Come individui ci illudono di essere liberi, ma come Popoli restiamo al pari di neonati dipendenti e immobilizzati da un cordone ombelicale che mai nessuna VERA scienza riuscirà a recidere, non potendo sopravvivere nemmeno per pochi secondi senza l’aria, l’acqua, la terra, i frutti, il sole e l’intelligenza VERA che ci fornisce Madre Natura.
Perciò scendiamo con i piedi per terra prima che sia tardi. Il genere umano è come partorito fresco fresco, ha il cordone ombelicale irreversibilmente legato alla Natura da cui attinge tutto il nutrimento psicofisico necessario.
La scienza, spesso in buona fede, tenta di liberare l’umanità il più possibile da quella dipendenza, ma il bilancio costi-benefici è sempre da bancarotta fraudolenta.
Perché non mancano gli scienziati pazzi che fingono di liberare gli umani dalla natura solo per asservirli alla incultura, alla malapolitica, alla finanza: agli sfruttatori dell’umanità e devastatori del pianeta.
E guai a pensare che l’umanità si salva rientrando nelle caverne e distruggendo scienza e tecnologia. Si salva se si rassegna a rispettare l’ecosistema che fino adesso ha stuprato.

Franco Luceri 

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One thought on “I consumi guariscono l’economia ma ammalano la natura.”

  1. Assolutamente Falso ! I consumi di prodotti ipertassati, 72% sui prezzi al consumo, indirette + iva, sono prodotti scadenti, di bassa qualità, non sostenibili, altamente inquinanti, non riciclabili, venduti a basso prezzo puntando tutto sui volumi e sulla breve vita ! Bisogna invece produrre meglio, con la stessa quantità di denaro, prodotti sostenibili, riciclabili, di alta qualità, di lunga durata, con bassissimo imballaggio, poco inquinanti, prodotti funzionali e non inutili, comprati da un popolo con bassissima tassazione sui redditi, in modo tale da avere tutto il denaro necessario per permetterseli. Morale della favola, la pressione fiscale e direttamente alla produzione di inquinamento e CO2.

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