Haunter (Fantasma)

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
In sala in provincia di Savona
Haunter (Fantasma)

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
In sala in provincia di Savona
Haunter (Fantasma)
 

Titolo Originale: HAUNTER

Regia: Vincenzo Natali

Interpreti: Abigail Breslin, Samantha Weinstein, Stephen Mc Hattie

Durata: h 1.37

Nazionalità: Canada, Francia 2013

Genere: horror

Recensione di Biagio Giordano

In sala nella provincia di Savona

 Siamo negli anni ’80, Presidente degli Stati Uniti è Ronald Reagan che nel film appare spesso in TV con una capacità persuasiva verso gli elettori di grande equilibrio, fuori dal comune, quasi a bilanciare le emozioni  passionali di questo horror, cioè a evitare una fuga della fantasia dalla realtà tipica di molti film dello stesso genere, che se avviene coinvolgerebbe negativamente  quella parte del pubblico medio amante dell’horror sensato, e che è sempre più in crisi di identità perché colpita nei suoi ruoli di maggior potere dalle catastrofi economiche avvenute nel mondo occidentale della finanza in questi ultimi anni.

Ma ecco il film. In una casa di legno, indipendente, a due piani, spesso avvolta  dalla nebbia che  conferisce un aspetto sinistro a ogni cosa che avvolge, la famiglia Johnson,  composta dai due genitori, dalla sedicenne Lisa e dal suo fratellino Robbie,  compie tutti i giorni gli stessi gesti e ripete le solite frasi, come un disco rotto.


Ad esempio: caricare la lavatrice dall’alto impostando l’acqua fredda perché quella calda rovina i vestiti,  riparare l’automobile stranamente sprovvista di candele, preparare la colazione con le frittelle, il pranzo con i maccheroni e il formaggio, fare la cena con il polpettone,  riunirsi  alla sera davanti alla televisore per guardare la serie La signora in giallo, accennare,  da parte dei genitori,  ai preparativi per il compleanno della figlia del giorno dopo cosa che sembra non possa proprio mai realizzarsi,  e poi Lisa che si esercita al clarinetto, Robbie che prova a uscire dal labirinto in un video gioco: nel quale compete continuamente con l’amico immaginario Edgar.

Una vita quindi di plastica. Solo Lisa a un certo punto sembra accorgersi di questa fissità delle cose, della stranezza del loro comportamento che è fuori dal comune, e che conferisce al tempo un ciclo molto ristretto, praticamente sempre lo stesso: racchiuso  nelle 24 ore di una giornata tipo ripetuta identica all’infinito.

La ragazza allora comincia a porsi qualche interrogativo sul senso della loro insolita esistenza.

Lei e la sua famiglia sono ancora vivi, o sono prigionieri in un’altra dimensione temporale? E i rumori che si percepiscono qua e là  sono provocati da altre persone presenti nell’abitazione, magari in una forma fisica diversa dalla loro, o provengono da alcune zone fatiscenti della casa?


Lo spettatore  più attento, a questo punto, comincia anche lui a porsi qualche domanda, ad esempio: e se quel mondo appartenesse  a una fase di transizione, magari tra la morte e l’oblio definitivo di ogni forma di esistenza post-morte?

Haunter, è un ottimo film horror perché  sa diluire diligentemente le emozioni da spettacolo horror legate a una storia sostanzialmente fotocopia delle altre simili ma  che hanno avuto  maggior successo, con un senso più profondo delle cose. Quest’ultime  brillano di luce propria, si avvalgono di una certa originalità proprio perché sono andate sufficientemente a fondo, calandosi nei meandri dell’inconscio, precisamente  là dove la complessità delle cose intrise di logiche di natura particolare rende tutto diverso alterando ogni prevedibile prospettiva razionale legata al conscio più immediatamente riconoscibile.

L’autore di questo film è il regista americano Vincenzo Natali, autore di 9 apprezzabili film in lungo metraggio, lo ricordiamo con stima in opere come Il cubo thriller mozzafiato del 1997, Cypher del 2002 un trhiller ben costruito, Paris je t’aime splendida commedia con Juliette Binoche e Sergio Castellito uscito nel 2006.

Con Haunter Vincenzo Natali raggiunge la sua piena maturità, curando l’equilibrio complessivo del film, non lasciando spazi vuoti d’attesa coperti pietosamente dalla banalità come accade nei registi poco esperti, tralasciando ogni tentazione di scene forti fini a se stesse ad alto rischio rottura di quel filo narrativo esteticamente già concepito con maggior equilibrio nella sceneggiatura, il regista Natali evita da buon professionista inceppamenti narcisistici in quella che è normalmente nel cinema l’esigenza principale: lo scorrimento spedito della trama.


 

Vincenzo Natali non cade quindi nell’errore di forzare le cose prima del tempo alterando in modo sbagliato qualche punto della messa in pratica della sceneggiatura, egli rinuncia a sbrogliare qualcosa del mistero magari già in alcuni episodi ad alta aspettativa o di telefonarne l’arrivo.

Il regista aspetta pazientemente il momento temporale-estetico favorevole del racconto anch’esso però difficilmente intuibile dalla sola sceneggiatura, lo fa precipitando  soluzioni  o scioglimenti dei nodi di alto effetto estetico  solo a un certo punto, quando lo spettatore attende con fermezza qualcosa di risolutivo subito dopo la massima tensione raggiunta dai nodi, qualcosa che è preso oggettivamente in un equivoco tra il film e lo spettatore.

 Lo spettatore è prigioniero delle sue costruzioni fantasmatiche, i nodi fin lì faticosamente costruiti dalla sua fantasia come effetto specchio dei nodi reali voluti dal regista dominano la sua mente, i due nodi uno virtuale l’altro reale hanno la stessa lunghezza temporale e il regista  quindi sa quando è il momento favorevole per dar vita alla trama finale di scioglimento.

In questo film il filo conduttore principale non si spezza né si logora, aspetto questo  che sostiene a meraviglia il voluto effetto d’insieme della storia proposto dalla sceneggiatura portando lo spettatore ad una scarica pulsionale finale di elevata soddisfazione, ciò è assolutamente da apprezzare perché avviene in una forma etica accettabile, ben riconoscibile tutti i giorni e mai sfilacciata in funzione dello spettacolo, è questo che gioca un ruolo importante nella valutazione del film, risultando un parametro fondamentale per poter eventualmente dire che il film  nel genere horror appartiene a un livello qualitativo superiore alla media.

BIAGIO GIORDANO

E’ USCITO IL NUOVO LIBRO DI BIAGIO GIORDANO

PERCORSI ON-LINE DI SCRITTURA FILMICA

Recensione di 20 film tra i migliori del 2012 e del 2013 tratti dalla rivista settimanale on-line Trucioli savonesi, film recensiti con una particolare attenzione alla fotografia e agli aspetti letterari e psicanalitici della pellicola.

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