GIMNOFOBIA O GINOFOBIA?

 GIMNOFOBIA O GINOFOBIA?

GIMNOFOBIA O GINOFOBIA?

 

La storia da cui prende spunto questo scritto è avvenuta a Shanghai, ma potrebbe essere delocalizzata in qualunque parte del globo che cambierebbero solo ed unicamente le coordinate geografiche, di certo non la sostanza.

Veniamo ai fatti: i gestori della linea 2 della metropolitana di Shanghai hanno scritto sul loro account Weibo la seguente frase: “Se vi volete vestire con abiti succinti o che non lasciano spazio alla fantasia, allora aspettatevi molestie sessuali”. Come dire: se ti succede, te la sei cercata. La solita, vecchia, trita e ritrita polemica sessista che vuole l’uomo succube dei propri istinti sessuali, incapace di dominarli e di controllarli di fronte ad una femmina che sia vestita “con abiti succinti”. La logica conseguenza di questo ragionamento vorrebbe che la donna  dovrebbe vestirsi senza “suscitare istinti”, altrimenti sua responsabilità ricevere eventuali molestie, o peggio. Personalmente, credo che un’offesa più grande all’intelligenza maschile non avrebbe potuto essere mossa. O no? E’ una bella domanda. Una bellissima domanda a cui si può rispondere in modo tecnico, oppure sul filo di una tagliente ironia, se poi si mescolano i due elementi… beh, vediamo. Proviamo a disturbare le neuroscienze e scopriamo che, udite udite, la sessualità maschile e quella femminile funzionano in modo diverso. No, non sto parlando di api e fiori, no no, parlo di meccanismi neurovegetativi molto delicati in base ai quali madre natura ha voluto che per i maschietti l’interruttore che accende il desiderio sessuale sia di natura visiva, mentre per le femminucce la cosa sia molto ma molto più complessa ed implichi una moltitudine di fattori che non si riducono certo ad “un’occhiatina” data di sfuggita in metropolitana. Per dirla in parole povere, ai maschietti basta poco, non a caso la nudità femminile è ampiamente sfruttata in contesti pubblicitari, televisivi, giornalistici, quel che volete.

La sessualità femminile, di cui la maggior parte dei maschi sa poco o nulla, è condizionata ancora oggi al bisogno ancestrale di dare ai propri figli un degno padre e, in queste delicate faccende l’abito, per una donna, non fa certo il monaco. Di sicuro sono pochi gli uomini che rischiano di essere aggrediti da una donna perché se ne vanno in giro a torso nudo, sono molti di più quelli che nutrono questa “insana” fantasia.

Vuoi vedere che, stringi stringi, la faccenda si riduce ad un pugno di neuroni?

Ebbene, è proprio così, ad un pugno di neuroni e ad un briciolo di chimica.

Per i maschietti, per le femminucce andiamo a disturbare le aree cerebrali più evolute, quindi disturbiamo più neuroni e più reazioni chimiche. A questo punto è legittimo chiedere se in questi tentativi maldestri di bollare sempre la donna come tentatrice, ci sia “solo” un disperato bisogno di assolvere sempre e comunque i comportamenti maschili sessualmente aggressivi. L’avviso dato “a fin di bene” alle signore viaggiatrici di Shanghai da parte dei premurosi dirigenti della metropolitana, lascerebbe intuire un caso da manuale di gimnofobia, ovvero la paura della nudità, ma nel quadro rientra anche la ginofobia, ovvero il prezzemolo delle culture retrograde e maschiliste. Come quella italiana, tanto per fare nomi e cognomi, che vuole la donna come un essere inferiore da cui stare in guardia. Ritornando alla concreta realtà, se è evidente che il decoro personale invita ogni persona di buon senso ad adottare uno stile di abbigliamento educato per se stessi e per gli altri, altrettanto evidente è, o dovrebbe essere, che nessuno può dire ad un’altra persona, maschio o femmina che sia, come deve vestirsi. E’ essenzialmente una questione di rispetto ma… il rispetto è un concetto intellettualmente evoluto, mentre purtroppo gli stimoli sessuali si percepiscono a livello intellettualmente primitivo.

 Giovanna Rezzoagli Ganci

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