Giacomo Piccinini

ESCLUSIVO/ Perché Piccinini ha perso la sfida a sindaco di Loano 
TO COAGULATE OR NOT TO COAGULATE
THAT IS THE QUESTION
Colpa di Claudio Scajola e del verbo ‘coagulare’ di Santiago Vacca

ESCLUSIVO/Perché Piccinini ha perso la sfida a sindaco di Loano 
TO COAGULATE OR NOT TO COAGULATE
THAT IS THE QUESTION
Colpa di Claudio Scajola e del verbo ‘coagulare’ di Santiago Vacca
  
Giacomo Piccinini

The Piccinini’s fallen candidature…pardon, i nostri quattro lettori sanno che, ogni tanto, l’inglese ci prende la mano. Quando poi possiamo parafrasare persino Shakespeare, come abbiamo fatto nel titolo di questo pezzo, il diletto è al massimo.

Dunque, volevamo dire, la mancata candidatura di Giacomo Piccinini a Sindaco di Loano è stata spiegata al popolo dal coordinatore provinciale del PDL, Santiago Vacca. Su “Il Secolo XIX” di lunedì 11 aprile 2011, pagina 16 di “savona/provincia”, leggiamo:

“Conosco Piccinini da tanti anni, è una persona molto capace e molto seria e ovviamente anche lui aveva le caratteristiche (somatiche?) per essere sindaco. Forse rispetto a Pignocca gli è mancata la capacità di riuscire a coagulare il gruppo. E’ una persona molto decisa, dalle idee chiare. A volte è capitato che alcune di queste fossero un po’ troppo forzate sul gruppo è questo ha fatto sì che il gruppo (e dàghela) fosse un po’ rigido sulla sua candidatura”.

Cotale esternazione, dalla quale non traspare nulla di sostanziale, richiederebbe una approfondita analisi che ci vorrete risparmiare.

La perla è però l’uso del verbo “coagulare” che ha qualcosa di ospedaliero e di letale . Ne dimoriamo stupefatti perché, a meno che non si tratti di un condizionamento dovuto alle lotte intestine – al veleno- tra le donne della Lega Nord Nadia Fadel e Rosy Guarnieri, di cui a pag. 17 della stessa rubrica di lunedì e a pag. 27 di mercoledì scorso e delle quali il coordinatore PDL avrà ben dovuto occuparsi, la vita dei pazienti cittadini ed elettori è spesso dovuta proprio al contrario, all’azione degli anti-coagulanti!

    (Tra parentesi, noi tifiamo, almeno per alcuni reparti ospedalieri, per Rosy Guarnieri perché siamo affetti da un’antica reazionaria ideologia antipietrese e siamo stufi che i loanesi debbano nascere a Pietra Ligure, preferiamo Albenga– per nascerci, s’intende. Pare che persino l’ilare Ripamonti abbia perso il sorriso (vedi foto sul “Secolo” di giovedì 17 aprile) e sia furibondo per lo scontro in corpore vivo leghista, scontro del quale noi, naturalmente, siamo entusiasti.)


 Giacomo Piccinini con Vaccarezza

Non c’è, peraltro, dubbio alcuno che tra i candidati terminali del PDL all’ambita poltrona loanese, lasciata finalmente libera da Vaccarezza, è scoppiata una bagarre se vero è che Piccinini aveva lanciato un ultimatum (ohilà!) al partito : O mi candidate sindaco oppure alle elezioni non mi presento!

Così ci viene riferito, sempre nello stesso articolo, dal cronista del “Secolo XIX” Luca Berto.

A Piccinini vengono dunque riconosciute qualità richieste in qualsiasi attività, anche non politica: capacità, serietà, idee chiare, decisionismo.

Però “il gruppo” (sarebbe quello che Vaccarezza descrive come “un gruppo di amici che si frequentano dentro e fuori del palazzo – dove? a Sanremo, a Barcellona, a Montecarlo…? abbiamo diritto di saperlo, visto che si interessa di… interessi pubblici-”, il che avrebbe consentito, nella scelta del candidato, un sereno ragionamento pensando al futuro della città), il “gruppo”, dicevamo, a causa di certe forzature delle idee piccininiane, si sarebbe dimostrato “un po’ rigido (?) sulla sua candidatura”.

Ora, voi capite, che simili proposizioni tutte tese ad annebbiare quello che veramente è accaduto, fanno morir dal ridere.

 

  Tra le qualità precipue del dottor Santiago Vacca sta quella di saper svolgere un discorso esilarante senza fare una piega, mantenendo una seriosa compostezza. Qualità quest’ultima dei grandi comici. Vaccarezza ci riesce meno perché affiora, suo malgrado, sul simpatico faccione, un’aura irridente come di colui che ha compreso l’antifona e vi compatisce.

   Ma come è andata, veramente ?

Ecco che cosa ci racconta il vetero-compagno Pistarino : “Tüttô ô l‘è stâeto preparòn da Scajola”.

    “No, guarda Pista, sei proprio fissato con questo ex Ministro, che adesso chiamano anche Asuainsaputa”.

    “Cosse? A sua insaputa? Ô sa tüttô. Te digô cômme a l’è andâeta, Te lo dico in italiano così capisci meglio, cômme tütti quelli ritardâe che i han fâeto ô liceô classicô. Dunque. Ti ricordi nella naja quando un anziano congedando acchiappava una recluta e la trascinava davanti alla prima finestra, chiedendogli: “Cosa vedi laggiù?”

 “Sì certo, ci ricordiamo, la ‘Burba’, anche se la veduta era su un prato, un campo di grano o un boschetto, doveva rispondere: Vedo la bianca tua casetta. In caso contrario restava punita per una notte di bidoni o simili.”

“E così ha fatto Scajola: ha acchiappato Piccinini, lo ha portato davanti alla vetrata della sala del mosaico di Palazzo Doria e gli ha chiesto: ‘Che cosa vedi là davanti?’

L’oratorio dei Turchini’, ha risposto Giacomo.

Scajola lo ha allontanato con un sorrisetto di compatimento e ha chiamato Pignocca : ‘Luigi, che cosa vedi là davanti’?

Il Colosseo’! ha strillato Luigi, senza esitazioni.

  ‘Ecce homo’ ! ha esclamato allora Scajola, spalancando la vetrata di Palazzo Doria.”

 

 BELLAMIGO                         17 Aprile  2011

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