Geotea

Vasconi  dichiara  “Siamo riusciti a non essere opachi”
SPAZZATURA IN PARADISO E PRINCIPI ALL’INFERNO!
L’opacità c’è stata e difficilmente si potrà dimenticare

Vasconi  dichiara  “Siamo riusciti a non essere opachi”
SPAZZATURA IN PARADISO E PRINCIPI ALL’INFERNO!
L’opacità c’è stata e difficilmente si potrà dimenticare
 

Se non fosse stato per l’arrivo dei rifiuti imperiesi nella discarica del Boscaccio, forse non si sarebbe emerso nulla.

Tutto sarebbe andato avanti come prima, senza le notizie sensazionali sui giornali, ( pericolose per il loro inquietante contenuto), senza le polemiche, senza le recriminazioni e i veleni, senza l’affrettata esigenza di un chiarimento.

Tutto sarebbe rimasto come prima, perlomeno fino all’esaurimento, molto prossimo, della discarica che avrebbe portato i Comuni a prendere scontate decisioni in comune accordo con i privati che la gestiscono.

Privati che costituiscono società sempre pronte a risolvere emergenze che gli enti pubblici non sembrano essere più in grado di risolvere autonomamente.

Infatti, appare sempre più chiaro che è sulle emergenze italiane che fior fiori di società e di aziende progettano il loro business.

Ed è sull’emergenza legata soprattutto allo smaltimento dei rifiuti che oggi si fanno i migliori guadagni. Smaltimento, non differenziazione, non riciclo.

Prova ne è la decisione della Provincia di Savona di togliere il finanziamento già elargito dalla Regione per la raccolta differenziata a Mongrifone promossa dall’assessore all’ambiente.

” Quei soldi sono fermi perché quel progetto non è strategico rispetto al piano dei rifiuti” dichiara prontamente Marson, che di strategie se ne intende.

Dichiara che l’arrivo della spazzatura imperiese non avrebbe contemplato un allargamento del Boscaccio e una settimana dopo Pacitti della Geotea lo da per scontato, dimostrando proprio la totale mancanza di strategie da parte degli Enti Locali.

Così discariche che diventano sempre più gigantesche, compattatori di eco balle, trituratori di rifiuti, inceneritori, termovalorizzatori, cementifici, CDR da bruciare eventualmente in centrali a carbone e chi più ne ha più ne metta.

 

E i guadagni? Per i Comuni solo spese, tanto da vedersi costretti a prelevare dalle tasche dei cittadini costi sempre più sostenuti e a prevedere aumenti anche con anni di anticipo, come sarà per Savona.

I privati che di solito detengono la maggioranza delle azioni, frammentate e distribuite in rivoli di più partecipate, hanno i maggiori guadagni, e che guadagni….

E le tasse? Di quelle, i Comuni di Savona e Vado, sembrerebbe non si siano mai interessati, perlomeno dal 2004 fino ad oggi.

Sì perché tutti, oggi, sembrano cadere dalle nuvole!

A Vado Giacobbe, che è stato Sindaco DS sino al 2009 e quindi protagonista di questo accordo dove vado detiene il 25% delle azioni, ha pensato bene di accettare un posto nel CDA della Geotea come “ espressione del socio privato”, nella piena continuità dei principi politici di chi ha sostenuto una piattaforma di cemento sul mare , una centrale a carbone che indisturbata inquina un territorio fino a cinquanta chilometri di distanza e che magari non esiterà a sostenere un inceneritore , nella “piena espressione del socio privato”.

A Vado anche l’attuale vice-sindaco Guelfi dichiara di non conoscere gli assetti societari di Geotea e le loro sedi e candidamente ammette di averli letti sui giornali.

Savona, col suo Sindaco commercialista Berruti, mentre detiene il 5% delle azioni Geotea, non è neanche interessata a presenziare alla riunione di chiarimento, richiesta proprio dal Comune di Vado dove il problema sarà all’ordine del giorno.

Intanto il presidente di Geotea italiana, Bagnasco, nega di essere a conoscenza delle paventate sedi della società in paradisi fiscali, mentre altri manager, lo negano decisamente, dichiarando che le tasse sono sempre state pagate in Italia.

Tutto per la società, quindi, sembra a posto.

Però ci si mettono sei ore per arrivare a darsi una stretta di mano, sei ore per promettere di “sistemare” presto tutto.

In sei ore, tra una frittata e un caffè, il Vicepresidente Vasconi riesce anche a minacciare le dimissioni di cui non si sapranno mai i motivi, perché le dichiarazioni ai giornali saranno opportunamente blindate.

Sei ore dove sembra si sia sfiorata anche una crisi.

Ma tutto sembra ufficialmente essere a posto.

 

Infatti, dopo sei ore, il Sindaco di Vado, Caviglia, sembra soddisfatto, preoccupato solo che” l’opinione pubblica non abbia il minimo dubbio sulla trasparenza delle operazioni che il Comune sta operando.”

Dopo sei ore tutti sono contenti, anche Vasconi che dichiara ai giornali “ Siamo riusciti a non essere opachi”.

 

E invece NO! L’opacità c’è stata e difficilmente si potrà dimenticare.

 Attilio Caviglia

Federico Berruti

Carlo Vasconi

Opaca è stata la richiesta della verifica sulla legittimità degli aspetti societari da parte di un Comune che non si sta accingendo, ora, a intraprendere rapporti con una società, ma lo fa da ben sei anni.

Non importa se l’attuale Giunta abbia ereditato o meno la questione dalla Giunta Giacobbe, perché a quel tavolo, in quel modo non si doveva arrivare, tanto meno solo in coincidenza con l’”emergenza Imperia”.

Un Comune ha a disposizione qualificati e validi strumenti di controllo che ha il dovere legittimo di usare per verificare quelle che vengono chiamate “indiscrezioni”.

Opaca è stata la disponibilità da parte dell’azienda a cambiare gli assetti societari, dichiarando di volerlo fare per rispettare i dettami della legge finanziaria che, guarda caso, vieta ai Comuni di intrattenere rapporti con società le cui sedi risultano in “paradisi” troppo lontani dall’Italia.

 

Opaca è la percezione di mancata legittimità, di mancata chiarezza sui principi di onestà quando si dichiara alla Stampa” E’ incompatibile tutto ciò con soci pubblici anche se legale (!?). E’ una questione di trasparenza e di opportunità”.

Opaca e velatamente contraddittoria la posizione di un Comune che mentre dichiara di avere già appurato con visure camerali dell’esistenza delle sedi della società nelle Isole Vergini e non prende immediati provvedimenti amministrativi, dichiara di volere ancora indagare con propri consulenti.

 

Opaca, quindi la funzione dei consulenti nominati proprio per “Sfrugugliare” nei documenti di una società dove Banche americane, fondi pensione stranieri, famiglie newyorchesi: tutti hanno interessi nella spazzatura di savonese.

 

Opachi infine il ruolo e l’efficacia di una coerenza personale di chi occupa un posto nel CDA come ambientalista. Quale finalità può condividere con questi tipi di aziende? Quale collegamento con le espressioni del territorio potrà salvaguardare e quali interessi potrà avere l’azienda per strumentalizzare tale funzione?

Sarà difficile un giorno poter dire di avere agito difendendo i sani principi cui fanno riferimento proprio quelle espressioni del territorio.

Sarà difficile poter dire di avere salvaguardato quei principi quando sarà chiesto di giustificare il fallimento già attuale della raccolta differenziata dei rifiuti e quindi dovere avvallare progetti di “eco valorizzazione” o qualcosa di egualmente “criminale”.

Non basterà la minaccia di ulteriori dimissioni per evitare che principi di onestà, di coerenza, di passione politica ambientale, di lealtà con se stessi siano gettati all’inferno!

                                                                 ANTONIA BRIUGLIA

 

Le notizie e le dichiarazioni sono state tratte da articoli de:

La Stampa del 06/07/10

Il Secolo XIX del 06/ 07/10 e dell’08/07/10

IVG del 10/07/10

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