Finale Ligure: raro gesto di coerenza

FINALE LIGURE:
RARO GESTO DI COERENZA

FINALE LIGURE:
RARO GESTO DI COERENZA

Sembra quasi che il vice-sindaco e assessore ai Lavori Pubblici, Lorenzo Operto, abbia letto il mio recente articolo (vedi…) e abbia seguito la mia esortazione a dimettersi: Se un’amministrazione, anche per colpe non del tutto sue, quali gli insufficienti fondi, non è in grado di svolgere i compiti per i quali i cittadini l’hanno eletta, non sarebbe più onesto dimettersi, denunciando pubblicamente l’insostenibilità del suo mandato? Se i sindaci d’Italia, pressoché nelle medesime condizioni, facessero questo gesto, pur così inconsueto in politica, avrebbero il pieno sostegno della popolazione, stanca di venir presa in giro ad ogni campagna elettorale.


 Il dimissionario vice-sindaco e assessore ai LL. PP., Lorenzo Operto

Un anno dopo l’elezione della nuova Giunta, Operto, constatata l’oggettiva impossibilità di effettuare anche le più normali operazioni manutentive, quale l’asfaltatura delle strade, per la mancanza di fondi, ha ritenuto inutile continuare a sedersi su una poltrona soltanto onorifica, nonostante la sua enorme valenza pratica. All’offerta di cambiare delega ha correttamente rifiutato, dato che ciò non risolverebbe comunque il problema di un assessorato di pura facciata: se sulle strade si sobbalza per le buche, non è che vengano riempite cambiando assessore.

Plauso per questo gesto; ma, viene spontaneo chiedersi, e adesso?


Qual’è lo stato di salute finanziaria di Finale?

Il vizio di fondo di una situazione ormai generalizzata sull’intera penisola è che la grande massa della popolazione, compresi i politici, che pure vengono eletti nella speranza che abbiano una visione più lunga del loro mandato, naviga a vista, con tanto di paraocchi, che limita la visuale al proprio quotidiano orticello, e in assenza di uno specchio retrovisivo dal quale imparare a non commettere errori passati. Il più grave dei quali è quello di considerare la situazione presente come un dato naturale, immutabile, col quale arrangiarsi a convivere.

La prima cosa che un neosindaco dovrebbe fare è quella che farebbe chiunque si trovasse a dirigere ex novo un’azienda: controllerebbe la situazione contabile di dare e avere, e la esporrebbe a dipendenti e azionisti. Tanto per far sapere da che punto sta partendo. Se vede che i debiti pregressi e le entrate previste non sono congrui, renderebbe pubblica l’oggettiva impossibilità di espletare il suo compito senza dover contrarre altri debiti.

    
Il Sindaco Ugo Frascherelli – L’assessore a Finanze e Tributi, Andrea Guzzi

Ora, io non conosco quale sia la situazione reale del Comune di Finale. A titolo di comparazione, leggo che il Comune Savona, al pari della Provincia, hanno strascichi di debiti risalenti al lontano 1980. Debiti che stanno tuttora rimborsando, soffocando i cittadini di tasse in ogni ambito. Ho motivi di sospettare che quello di Savona non sia un caso isolato, tutt’altro: in mutui e derivati si sono impelagati Comuni ben maggiori in giro per l’Italia. E Finale? Vorrei, a nome di tutti i Finalesi, una risposta dal sindaco Ugo Frascherelli e dall’assessore al Bilancio e Tributi, Andrea Guzzi. Se sono i debiti pregressi –oltre all’ingordigia dello Stato e al Patto di Stabilità- a determinare l’anomala compresenza di TASI esorbitante e zero impieghi di scopo, si dimettano anch’essi, denunciando pubblicamente di avere mani e piedi legati, e quindi l’impraticabilità delle loro funzioni. Il governo manderà un Commissario? Il caso avrà ripercussioni non solo regionali (a proposito, oggi si vota per un’altra Giunta, che speriamo non più con carenza di soldi per le opere necessarie, ma a iosa per usi personali e amicali), ma anche nazionali. Potrebbe essere un eloquente casus belli. E servirebbe ad aprire al pubblico il problema dei problemi: il meccanismo di creazione del denaro: che “non c’è” –quasi fosse una materia prima- per opere pubbliche e Stato sociale, ma salta fuori per costruire sontuose sedi regionali; un po’ come nei secoli “bui”, con regge e manieri circondate da stamberghe, simboli della profonda diseguaglianza sociale. Sarebbe molto utile una lezione di Draghi su questa strana finanza, così prodiga coi “mercati” e così matrigna con l’economia reale.

Sindaco Frascherelli, Assessore Guzzi, tra 15 giorni dovremo versare un’altra TASI. A che titolo? A fronte di quali opere di pubblica utilità? Non provate disagio o vergogna a chiederci ancora, dopo il versamento a vuoto del dicembre scorso, un altro salasso a fronte di nulla? Dove sono i soldi che abbiamo versato allora e la cui indisponibilità ha spinto Operto a dimettersi?

  
I nuovi palazzi delle Regioni Piemonte e Lombardia

Quanti altri lettori di altri Comuni del Savonese si riconoscono in questa mia denuncia? Allora non state zitti, non limitatevi al mugugno, organizzate manifestazioni di piazza, per dire che non siamo pecore da tosare, senza neppure dirci che uso si fa della nostra lana. Fate partire un tam tam via  Internet, perché più rimaniamo succubi e scettici sull’utilità di una nostra azione congiunta, più i politici continueranno a chiedere i nostri voti, ossia i nostri soldi, senza nulla darci in cambio.

Ultima ora: dopo aver scritto quanto sopra, fonti dell’opposizione mi dicono che questa Giunta, nel suo primo anno, è riuscita a spendere solo il 20% di quanto incassato, con l’80% di avanzo. Se così stanno le cose, cambia la prospettiva, ma non la sostanza di un intero anno di stasi ingiustificata. 

Marco Giacinto Pellifroni        31 maggio 2015

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