Era mio Padre

Era mio Padre

Era mio Padre

Sono trascorsi ventidue anni da quando non ci sei più, ma è come se tutto questo tempo fosse racchiuso all’interno di una parentesi che non si è mai chiusa. Tante immagini, piccoli dettagli, echi delle tue parole portano una parte di te nel mio presente: la luna, che ogni volta che la osservo in cielo mi ricorda di quando mi tenevi sulle tue spalle per vederla meglio nelle fredde notti limpide; gli orrori di guerre lontane, ma che tu hai vissuto davvero quando eri solo un ragazzo ed hai corso il rischio di morire sotto i colpi di un soldato tedesco; il suono della tua armonica, con la quale spesso amavi accompagnare le tue canzoni; il sorriso ed il gusto di scherzare del tuo nipotino che non hai conosciuto, identici a quelli che avevi tu.
Tra pochi giorni sarà, anche quest’anno, la festa del papà, San Giuseppe, il tuo santo, il tuo onomastico. Tra pochi giorni sarà la tua festa, per te che padre lo sei stato fino all’ultimo giorno che abbiamo passato insieme, sino all’ultimo sguardo che ci siamo scambiati attraverso il gelido vetro della sala rianimazione.
 
Nella poca strada che mi è stato concesso di percorrere insieme a te ed alla mamma, che troppo presto hai seguito, voi avete saputo porgermi il dono più grande che un figlio possa ricevere dai suoi genitori: la delicata certezza di essere amata per il solo fatto di essere nata. A te ed alla mamma, che non siete più, va il mio pensiero costante, e così sarà in particolare per te il diciannove marzo, per te che sei mio padre, vivo per sempre nel mio ricordo.
 
A Giuseppe Rezzoagli  (17/07/1925 – 22/07/1991).
 
Giovanna Rezzoagli Ganci
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