Energie Alternative

L’utilizzo delle maree e delle onde marine per produrre energia

DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”)

CINQUANTAQUATTRESIMA PARTE

L’utilizzo delle maree e delle onde marine per produrre energia

DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”)

CINQUANTAQUATTRESIMA PARTE

ALTER: Debbo confessarti, caro Aldo, che sono tornato a casa alquanto amareggiato e deluso, al termine dell’incontro della scorsa settimana.

Mi attendevo qualcosa di più; tu mi hai fatto notare (e cito, per intero, le tue stesse parole) che “ l’ACQUA, ATTUALMENTE, PRODUCE ENERGIA SOLTANTO IN VIRTU’ DELLA SUA FORZA MECCANICA, CONCENTRATA NEL MOTO DELLE SUE ONDE”; ma, poi, hai cominciato a divagare sul controverso problema delle Dighe, senza giungere a conclusioni certe e credibili!

Spero, intanto, che tu abbia ben presente il tema del possibile utilizzo dell’IDROGENO, nato dal processo elettrolitico dell’Acqua, per addivenire ad una vera ed autentica GREEN-ECONOMY!

Ma, non voglio trattare e, tanto meno, disquisire su questo argomento, per la verità, estremamente complesso e difficile.

Desidero, invece, soffermarmi nuovamente sul tema dell’ACQUA, INTESA COME RISORSA ENERGETICA, IN VIRTU’ DELLA SUA FORZA MECCANICA; tu hai tralasciato un argomento che era ben presente nella annotazione del mio taccuino e, cioè, quello riferito all’UTILIZZO DELLE MAREE E DELLE ONDE MARINE PER PRODURRE ENERGIA.

 ALDO: Per  la verità, Alter, debbo dirti che questo mi sembrava un argomento settoriale (e, quindi, marginale) perché esso viene ad interessare poche e ben determinate aree geografiche, localizzate in corrispondenza delle coste marine;  come potrai facilmente comprendere, l’utilizzo delle onde marine  non interessa minimamente gli entroterra e, di conseguenza, non può assumere quel carattere di universalità, che è indispensabile per poter essere incluso, a pieno titolo, nel contesto delle ENERGIE ALTERNATIVE E RINNOVABILI.

ALTER: Ma, Aldo! Io voglio semplicemente ricordarti che, secondo un Rapporto, reso noto dall’UNEP nell’ottobre del 2002, circa il 40 per cento della popolazione mondiale vive entro un raggio di 60 chilometri dalle coste marine; di conseguenza, l’utilizzo dell’energia, prodotta dal mare, verrebbe ad interessare quasi la metà della popolazione planetaria!

Non parliamo, poi, dell’Italia, caro Aldo, la quale non è altro che una grande Penisola aggettante sul Mediterraneo e, come tale, circondata, quasi per intero, dai flutti marini.

Sbagli, quindi, a sottovalutare volutamente questo argomento!

D’altra parte, Aldo, vieni semplicemente a leggere il TITOLO di questo articolo giornalistico, datato 13 Maggio 2009, che ti ho portato:

“DALLE FORZE DEL  MARE L’ENERGIA DEL FUTURO”

Ti faccio notare che questo articolo porta la firma di Alessandro Leto, Docente di Relazioni Internazionali e Sviluppo Sostenibile alla Franklin University (Columbus – Ohio) e Senior Advisor del Ministro degli esteri per il G8 sul tema dell’Acqua e della Sicurezza Alimentare.

Si tratta, quindi, di uno tra i più qualificati esperti internazionali di questa materia!


ALDO:Non conosco il contenuto di questo articolo! Fammelo leggere, per favore!


ALTER
:Eccolo! Ma, cerca di soffermarti, in particolare, su questo breve stralcio:

“Le previsioni che l’Ue ha reso note nel suo ultimo rapporto sul progresso delle energie rinnovabili, prevedono infatti che nel decennio 2010 2020 l’incremento di energia prodotta a vario titolo dalle acque marine sarà non meno del 17%. Considerando che fino a oggi questa fonte rappresentava solo una percentuale che potremmo definire di testimonianza, appare chiaro che ingenti risorse sono state destinate allo sviluppo di tecnologie specifiche che avranno davvero un impatto straordinario sul nostro futuro.

Già da tempo sono allo studio molti progetti pronti oggi a trasformarsi in solide realtà, generando attraverso mulini sottomarini, turbine ed eliche una cospicua quota di energia con una capacità di rigenerazione che ad oggi appare senza limiti, perché basata sulla forza delle correnti marine. Norvegia, Regno Unito, Francia e Italia dimostrano una virtuosa coerenza nella ricerca applicata e hanno sviluppato brevetti e Soluzioni applicative innovative, al punto che le stesse previsioni europee sostengono ragionevolmente che in questi settori si registreranno nel prossimo futuro  incrementi occupazionali ben retribuiti e con ottime prospettive di carriera, in controtendenza rispetto ai settori tradizionali.”

ALDO: Ma , mi permetto di dirti, Alter, che Alessandro Leto, dall’alto delle sue straordinarie conoscenze scientifiche e tecnologiche, viene a confermare quanto io poc’anzi ti dicevo!

Egli infatti non si riferisce al PRESENTE, bensì ad un PROSSIMO FUTURO!

Oggi noi non possediamo ancora le soluzioni applicative ideali, auspicate da Alessandro Leto, bensì siamo dotati, negli Stati Uniti ed in gran parte dell’Europa, di un gran numero di idee e proposte, di notevole rilievo tecnico –scientifico, ma che, tuttora, stentano a diventare concreta realtà.

Sul piano molto più semplice e lineare della conoscenza, anch’io ho cercato di approfondire l’argomento, Alter, e porto, alla tua attenzione, alcuni studi, che, a suo tempo, io mi ero annotato:

1) Sotto l’insegnamento di Roger Bedard (Responsabile Statunitense del Settore Oceani dell’Istituto per la ricerca sull’energia elettrica), sono in fase di realizzazione 21 TEST di fronte alle coste del NEW ENGLAND, della FLORIDA e della CALIFORNIA, al fine di poter raggiungere, in un futuro ancora imprecisato, la copertura del 10 per cento dell’intero fabbisogno energetico USA, soltanto attraverso l’utilizzo delle onde marine.

2) Chris Saver, Presidente dell’OCEAN RENEWABLE POWER, ha in mente un progetto faraonico: posizionare una Turbina Sottomarina nel Golfo del Messico per sfruttare la corrente marina ed ottenere energia in quantità tale da illuminare l’intera FLORIDA.

3) Esiste, infine, in DANIMARCA, un innovativo impianto a  300 metri al largo di Hanstholm, in grado di produrre 500 chilowattora, il quale, tuttavia, ha ancora da essere testato e collaudato.

 

ALTER: Ma io posseggo una foto di quest’impianto! Eccola a tua disposizione, Aldo!

Ma, secondo te,  quali ostacoli si frappongono alla crescita numerica di questi impianti?

E perché, in Italia, si parla così poco di “ENERGIA NATA DALLE ONDE”?

Sono quesiti che sono nati spontanei nella mia mente alla vista di questa meravigliosa foto!

 

ALDO: Esistono indubbiamente dei problemi tecnici che rallentano notevolmente l’evoluzione in positivo dello sviluppo di questa tecnologia.

Accenno soltanto brevemente a due ostacoli, i quali rivestono, tuttavia, una notevole importanza:

A) LA CORROSIVITA’ DELL’ACQUA DI MARE, che  tende inevitabilmente ad intaccare le turbine metalliche dell’impianto;

B) L’INCOSTANZA MECCANICA DELLE ONDE MARINE, le quali (come ben sai) passano, con il mutare delle condizioni metereologi che, da FORZA 1 a FORZA 9.

Debbo farti notare, con vivo piacere, che questi problemi, decisivi per l’ulteriore evoluzione di questa metodica, sono stati affrontati durante i lavori di ENERGETHICA, svoltosi, nel contesto del Terzo Salone dell’Energia Rinnovabile a Genova, nel Febbraio 2008.

In quella occasione, Riccardo Bruzzone ha presentato un prototipo progettuale assai singolare, idoneo, tuttavia, a risolvere i problemi che poc’anzi ti ho esposto.

A suo giudizio, il sistema deve funzionare in tutte le condizioni di potenza dell’onda; inoltre, l’acqua salata non deve entrare a contatto diretto con gli organi meccanici e rotanti.

Di conseguenza, è previsto un PROGETTO, costituito da un SISTEMA MODULARE DI TUBI IMMERSI, destinati a trasportare l’acqua marina a forza graduata, la quale viene a contatto con una  consistente   CAMERA D’ARIA ELASTICA; quest’ultima, venendo a contatto con la forza idrica, trasportata dai tubi, va  incontro ad un progressivo insufflamento e ad un successivo Getto d’Aria, che mette in moto le TURBINE, destinate a loro volta, a generare l’Energia Elettrica.

Come vedi, Alter, anche in Italia, esistono Ricercatori di notevole e razionale inventiva; siamo ancora alquanto arretrati in tema di concreta realizzazione impiantistica, ma dobbiamo sperare nel futuro!

 

ALTER: Voglio sperare anch’io; in proposito, mi auguro sinceramente che l’IDEA-BASE DI ALESSANDRO LETO, rivolta ad utilizzare le correnti marine dello Stretto di Messina, trovi concreta attuazione.
E, sotto il profilo umoristico, sarà divertente vedere convivere Ponte ed Impianto Idroelettrico; vedremo, in avvenire, quale dei due progetti riuscirà a sopravvivere.

ALDO
:  Non vorrei toccare con mano un altro Disastro Ambientale, perché già attualmente, parafrasando Gregory Bateson, STIAMO IMPARANDO SULLA NOSTRA PELLE CHE L’ORGANISMO, CHE DISTRUGGE IL PROPRIO AMBIENTE, DISTRUGGE SE STESSO.

18 Marzo 2010                         ALTER e ALDO PASTORE

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