ENERGIA, CARBONE, INQUINAMENTO: LA SCUOLA SAVONESE S’INTERROGA

ENERGIA, CARBONE, INQUINAMENTO:

LA SCUOLA SAVONESE  S’INTERROGA 

   ENERGIA, CARBONE, INQUINAMENTO:

LA SCUOLA SAVONESE S’INTERROGA.

            Gli studenti del Liceo Artistico di Savona, riuniti nella loro aula magna hanno partecipato, nel pomeriggio di giovedì 27 marzo, al convegno organizzato dalla loro scuola in collaborazione con la libreria Ubik , sulle problematiche legate all’inquinamento prodotto dalla combustione da carbone della centrale Tirreno Power di Vado Ligure.

          Gli studenti che rappresentavano diverse classi del triennio del Liceo hanno potuto, così, conoscere ed approfondire i diversi aspetti che hanno portato la Magistratura savonese, a seguito di un’inchiesta, a chiudere i gruppi della centrale che da quarant’anni producono energia dal carbone.

         I relatori: Giovanni Durante della Rete savonese contro il carbone, ha affrontato  la storia di una centrale i cui gruppi obsoleti hanno bruciato quantitativi esorbitanti di combustibile al giorno, producendo altrettanti emissioni nocive alla salute che l’azienda monitorava autonomamente. Lo ha fatto sintetizzandone in modo oggettivo la vicenda.

        Maurizio Loschi di Medicina Democratica ha affrontato i risvolti legati alla salute dei cittadini e del territorio,  dandone una lettura obbiettiva e circostanziata.


Giovanni Durante e Maurizio Loschi

       L’intenzione di tutti era di fare comunicazione, di dare conoscenza di fatti, di dati scientifici, di risultati medici che hanno portato ad un’inchiesta giudiziaria di grande portata come quella savonese, in modo da divulgarli ad altri e soprattutto potersene fare un’opinione personale.

      Presente in sala anche l’addetta alla raccolta delle cartelle cliniche dei cittadini che intervenendo ha manifestato la tragica situazione di un territorio che non si limita a quello direttamente interessato dalla centrale, ma ben più vasto.

    In sala tra il pubblico anche l’insegnante del Nautico savonese, rea di avere proposto una ricerca ai suoi studenti sull’argomento, partendo proprio da un articolo di un quotidiano.

     La professoressa Lidia Risi ha raccontato, ancora incredula agli studenti presenti, come l’approfondimento di un tema come questo sia facilmente strumentalizzato e osteggiato.

    I sindacati che in tanti anni hanno avuto un atteggiamento, a dir poco, supino alla proprietà dell’azienda, caratterizzato da pubbliche condivisioni sui progetti di ampliamento della centrale, da silenzi sulla mancata osservanza dei dispositivi AIA e sui mancati controlli pubblici, da silenzi  sulle gravi mancanze  della classe politica locale che doveva controllare e salvaguardare la salute dei cittadini e dei lavoratori e contemporaneamente ostili ad un movimento sempre più vasto di cittadini che richiamavano l’attenzione sui gravi problemi esistenti(si ricordi l’intenzione da parte del sindacato di scioperare contro i cittadini /ambientalisti), ci riportano ,anche con le spropositate accuse mosse all’insegnante, alla vecchia dicotomia: LAVORO O SALUTE.


La scuola ha un ruolo quello mirato a far conoscere, a sollecitare la comunicazione per creare una coscienza civile che, forse sta crescendo proprio nella presenza di quei giovani , che decidevano, in prima persona, dopo una giornata di lunghe ore di scuola di essere lì, per sapere, per capire cosa sta accadendo nel territorio, nella loro città.

Perchè improvvisamente si può venire a conoscenza di una battaglia, quella per la salute, nata molti anni fa, costata tempo, fatica e danaro a semplici cittadini che invece di, chiudersi in casa, di occuparsi di altre cose magari più appaganti, invece  di tapparsi occhi, orecchi e bocca , hanno voluto credere che qualcosa si dovesse fare , anche per i loro figli.

Capire e interrogarsi se la dicotomia SALUTE O LAVORO, di sapore ottocentesco, debba ancora essere accettata , se si debbano accettare centinaia di morti e altrettate centinaia di malati che solo l’inquinamento di un territorio possono giustificare: la scuola quel pomeriggio si è interrogata .

 Con l’apporto di pacati e competenti relatori, si è interrogata se ci sia bisogno ancora  di produrre tanta energia a Vado Ligure, se si debba produrla proprio dal carbone, se ci siano percorsi diversi alla domanda di qualità della vita , se l’atteggiamento di chi doveva controllare e non lo ha fatto , di chi taceva  e permetteva che questa situazione andasse avanti per decine e decine di anni, non sia anche stato aiutato da noi stessi, cittadini assenti quando avevamo la possibilità di sapere, assenti quando potevamo sostenere chi si stava interrogando e muovendo, assenti quando potevamo interagire in maniera critica  con la classe politica e non lo abbiamo fatto.

     Nei visi attenti e severi di quei studenti forse un futuro migliore.

                     ANTONIA BRIUGLIA 

        

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