Email di Giovanni Burzio

FIAT 1958: UNA SCELTA CORAGGIOSA

La svolta storica di Giulio Pastore, segretario generale e fondatore della Cisl

Quel sedicente “sindacato giallo” che ottenne la maggioranza. Oggi i perdenti…

FIAT 1958: UNA SCELTA CORAGGIOSA
La svolta storica di Giulio Pastore, segretario generale e fondatore della Cisl
Quel sedicente “sindacato giallo” che ottenne la maggioranza. Oggi i perdenti…

Nel marzo del 1958 a Torino, alla vigilia delle elezioni delle Commissioni Interne nella Fiat, Giulio Pastore – Segretario Generale e fondatore della CISL – pronunciò un discorso di “svolta storica”.

Infatti la FIM, il Sindacato dei metalmeccanici e la CISL attaccavano per la prima volta la politica del personale alla FIAT di Vittorio Valletta, esercitata contro l’autonomia del Sindacato attraverso una sistematica pratica di intimidazioni, discriminazioni e ricatti soprattutto verso la massa dei lavoratori neoassunti provenienti dal meridione.

Affermava Pastore: “…le forme paternalistiche offendono la dignità del lavoratore e annullano il carattere di contrattualità del rapporto di lavoro…”

Le ragioni dello scontro nella FIAT di Valletta, come oggi in quella di Marchionne, era il rifiuto da parte dell’azienda del riconoscimento della rappresentanza sindacale e della contrattazione collettiva aziendale.

La FIAT voleva continuare ad avere le “mani libere” sui diritti dei lavoratori, sull’organizzazione del lavoro attraverso pratiche selettive di assunzione sindacalmente e politicamente discriminanti, limitando di fatto l’esercizio dei diritti a cominciare da quello di sciopero.

Queste le ragioni che la FIAT sosteneva: la produzione, qualitativa e quantitativa, a cominciare dalle consistenti commesse militari nazionali e della NATO a quella tradizionale automobilistica, in fase di forte espansione interna e di avvio in Europa, non doveva essere condizionata in alcun modo dall’azione sindacale e soprattutto dalla contrattazione sindacale nell’azienda.

Ma c’era un’altra ragione politica da parte della più grande e influente Industria nazionale: tenere il “potere sindacale” il più emarginato possibile rispetto a quello industriale dentro e fuori la FIAT e assolutamente ininfluente nelle scelte sociali ed economiche del Paese.

Nel 1958 la scelta coraggiosa della CISL non fu premiata: la pressione della FIAT sui lavoratori ebbe successo. Il risultato delle elezioni nelle Commissioni Interne vide la CISL sotto il 20% (sfiorava il 50% due anni prima). Un sedicente “sindacato giallo” (i Liberi Lavoratori Democratici) promosso dall’azienda attraverso un suo Dirigente (Edoardo Arrighi) ottenne la maggioranza.

Ma da quella sconfitta iniziavano il rinnovamento della CISL dentro e fuori la FIAT, la ricomposizione dell’unità dei lavoratori rotta nel 1948, i successi dei rinnovi contrattuali e dei nuovi diritti sindacali nel corso dello storico “autunno caldo” del 1968-’69: questo anche nella “nuova FIAT dell’Avvocato Agnelli” dopo “quella di Valletta”.

Oggi, come mezzo secolo fa, “la fermezza sui valori e la coerenza dei comportamenti” possono essere “perdenti” nell’immediato, ma non nei tempi a venire…

         Giovanni Burzio (Segretario Provinciale della CISL di Savona 1963-73)

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