ELEZIONI AMMINISTRATIVE: IL DISGUSTO E L’IMBARAZZO

ELEZIONI AMMINISTRATIVE:
IL DISGUSTO E L’IMBARAZZO.

 

 

  ELEZIONI AMMINISTRATIVE:

  IL DISGUSTO E L’IMBARAZZO.

Non possiamo stupirci, senza essere ipocriti, per le bagarre parlamentari, cui siamo ampiamente abituati e che solo chi ha scarsa memoria può non ricordare. Una decina le più gravi, con protagonisti Lega, Pdl, Pd, Prc, An e ancora gli “onorevoli” Borghezio, Sgarbi, Barbato, che hanno spesso determinato il rischio di chiusura dei lavori parlamentari. Solo gli smemorati faticheranno a ricordare parlamentari di diversi schieramenti politici, caratterizzarsi per atteggiamenti fortemente aggressivi, sia a livello verbale che fisico, contro colleghi, come fossero  su un ring.


Dobbiamo invece sorprenderci di come si riesca ancora ad assistere indifferenti alla vera barbarie della politica italiana che parte dagli accordi extraparlamentari, sulla recente legge elettorale, per arrivare agli accordi sottobanco e alla spartizione delle liste elettorali per le prossime elezioni amministrative.

Le grandi manovre per definire le liste, ma ancor più per garantirsi la suddivisione del potere politico delle amministrazioni comunali sono, infatti, cominciate.

Accaparrarsi un Comune, una Provincia, una Regione è di vitale importanza e i partiti dei diversi schieramenti lo sanno bene perché ne va della loro sopravvivenza. Per questo le tattiche politiche diventano sempre più ardite.

Mentre Renzi, per le prossime elezioni politiche, si accorda fuori dal Parlamento con chi, viste le recenti condanne, non dovrebbe più essere un interlocutore politico titolato a trattare per il futuro del Paese; mentre tutto fa intendere al ricompattarsi opportunistico delle visioni politiche antitetiche del PD e delle “false divisioni” del PDL e Forza Italia per il perpetrarsi delle larghe intese, a livello locale i giochi politici si fanno più sfrontati.

La classe politica all’occorrenza, impara presto e così, com’è avvenuto per un Governo, si pensa di poter riproporre per le Amministrazioni locali la stessa formula: non importa chi si allea con chi, l’importante è raggiungere l’obbiettivo, quello di spartirsi il territorio.


Proprio mentre si pensava a rottamare la vecchia classe politica, nessuno pensava di rottamarne il sistema basato su metodi che di democratico non hanno proprio più nulla. Insomma i soliti teatrini che dimostrano più coraggio e più impudenza di quelli precedenti.

Non è cambiato nulla, anche i nomi sono sempre gli stessi, quelli, ad esempio, delle Segreterie del PD che frammentato in piccoli rivoli e correnti si scannano per le primarie tra renziani, civatiani e bersaniani, ma che poi si rivelano pronti a contrattare con il PDL la spartizione delle amministrazioni locali, anzi addirittura arruolarli nelle loro fila, come gli scaioliani per il sostegno all’elezione di Cavarra (Pd) in Regione.

Lo trovo un fatto molto positivo perché per vincere le elezioni in questo Paese occorre aprirsi all’esterno”, dice Burlando, ricordando Renzi, “che guarda a un elettorato più aperto” e che ha in questo “un elemento di forza”.

Aprirsi all’esterno, significa non solo trattare ma anche promuovere veri e propri inciuci, nelle liste elettorali, con il PDL e visto come vanno le cose, anche i piccoli partiti come SEL e Rifondazione se vorranno esistere ancora e soprattutto salvare qualche poltrona, dovranno ingoiare il boccone amaro di liste, cosiddette civiche, dove dentro ci sarà di tutto, ma che soprattutto nasconderanno accordi già stipulati prima delle elezioni vere e proprie.

Prima ancora di sapere chi vince e chi no.

Proprio così: l’elezione di questa o di quella lista poco importerà da adesso in poi, mentre quello che conta saranno gli accordi fatti a tavolino, adesso.

“I Comuni liguri X,Y,W,Z , vanno spartiti , due al centro destra, due al centro sinistra e come si fa a sapere se le  cose andranno proprio così? Si confezionano listoni civici- (minestrone )senza simboli, senza colori, con esponenti di questo e quello schieramento così comunque andrà, i due schieramenti politici si assicureranno la suddivisione del territorio già decisa.” Questa la dichiarazione di un politico.

 

Disgusto e imbarazzo verso questo nuovo corso della politica.

Lontani e inutili i grandi dibattiti, con grandi scontri d’idee e anche d’interessi, ma illuminati da prospettive chiare, finalizzate al proposito di assicurare il bene comune, che si svolgevano fino a qualche decennio fa. Che passione c’era allora, che entusiasmo e quanta rabbia nell’intento di interpretare le esigenze di un Paese.

Ora ci troviamo con problemi mai risolti che, nelle nostre città, vogliono dire, indifferenziata raccolta dei rifiuti, problemi di viabilità, cementificazione dissennata e dissesti idrogeologici, aumento di tassazioni ingiustificate, mancata cura del verde e delle strade cittadine, servizi alla gente, ma, paradossalmente, non potremo neanche decidere di penalizzare chi non è stato in grado di amministrare, perché comunque vadano le cose lo ritroveremo al potere.

Questo è il nuovo corso della democrazia!

Questo è il significato delle elezioni con listini e listoni finalizzati a quest’obiettivo che prova come i partiti, siano oggi, solo una macchina di potere e di clientela.

Com’era accaduto nel quinquennio governato dal centro- destra, ad Albissola Marina, così è avvenuto in quest’ultimo governato dal centro-sinistra, scarsa è stata la conoscenza della vita e dei problemi della gente. Scarse sono state le idee, nulli gli ideali e i programmi, di cui mai è trapelata passione civile.

Le uniche volte che il dibattito si è acceso sono state, come per il caso Margonara (un esempio) operazioni dove si parlava di gestire interessi contraddittori, senza alcun rapporto con le esigenze e i veri bisogni degli albissolesi.


Come prima col Sindaco del PDL anche ora con quello PD ad Albissola Marina, (ma si può essere certi che sia successo anche in altri comuni, Savona compresa) non si è fatto nulla per lavorare a quei progetti di maturazione civile che hanno caratterizzato i Comuni Virtuosi.

Una cosa è chiara, se si procederà, come sembra chiaro che sia, con queste modalità, nessuno avrà le carte in regola per dare lezioni di demo­cra­zia, tanto meno di buona politica e buon governo.

 Come a Roma, anche nei nostri Comuni i partiti si riveleranno sem­pre più comi­tati elet­to­rali e non rappresenteranno più  la voce del paese. Mentre nel Paese, grande o piccolo che sia,” crescono pezzi di comunità che credono che governare un territorio non sia riempire i piani regolatori  di cemento senza avere  una visone del futuro, riempirlo di  parcheggi, rotonde e centri commerciali. Gestire la cosa pubblica non significhi anteporre se stessi agli altri, magari trafficando e complottando con una mano e distruggendo con l’altra il senso di comunità.

Potrebbe essere dice Marco Boschini” che i cittadini non volgano lo sguardo altrove, ma ci mettano la faccia reclamando e pretendendo un’altra politica, cominciando essi stessi a praticarla ogni istante, ecco che scatterà allora, com’è già accaduto in numerose Amministrazioni, la molla del CAMBIAMENTO”.

                        ANTONIA BRIUGLIA 

 

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