E parliamo ancora di via Nizza

A futura memoria e testimonianza: gli unici contrari da sempre

Un po’ ovunque stanno scoppiando malcontento e proteste per la realizzanda passeggiata di via Nizza. Commercianti, cittadini, associazioni osservano attoniti e sbigottiti il procedere dei lavori, increduli di cotanto masochismo urbano. Sviluppato, per di più, in pieno periodo estivo.

Al netto della solita minoranza beata (non vorrei dire beota) tanto amata da amministratori di ogni colore, quelli che: ma no, verrà bella, aspettate di vederla finita… sempre a mugugnare… non vi va bene niente…lasciateli lavorare, sempre a criticare… ecc ecc, che sui social getta acqua sul fuoco delle polemiche, tutto il resto è furia e negatività.

E se intervengo per ricordare che il progetto è dell’amministrazione precedente, sembra che voglia difendere l’attuale che lo ha portato avanti e realizzato. 

 

Ma non è così! Testimonio solo la continuità, a indicare che, in assenza di una visione forte della politica, dopotutto comandano i funzionari e i dirigenti comunali, che le vere decisioni stanno altrove, che non ci sono grosse differenze fra centrodestra e centrosinistra. 

E testimonio anche, con forza, che noi siamo stati gli unici a criticare, a proporre modifiche, a sperare che, dopotutto, i fondi per lo scempio non arrivassero. 

Noi che vedevamo i nostri atti in proposito, per chiedere di soprassedere almeno sulla passeggiata in legno minacciata da future mareggiate, rigettati e non votati da maggioranza e minoranza. Noi che assistevamo a interpellanze del PD che sollecitavano l’arrivo dei fondi, con tanto di orgogliosi rimpalli sui media fra loro e la maggioranza: è merito nostro, il progetto, no, nostro che lo portiamo avanti…

 Ma teneteveli tutti, i meriti, ci veniva da dire. 

Già ai tempi degli incontri coi cittadini avevo documentato e obiettato, quando il vicesindaco Arecco cercava con imbarazzo di difendere il suo voltafaccia da contrario a favorevole, la Sindaco si giustificava dicendo di aver dovuto prendere “quel che c’era di pronto”, neanche avesse aperto il frigo, e i progettisti spandevano sicumera incrollabile.

https://www.truciolisavonesi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=7196;urbanistica-postpartecipata&catid=55;milena-debenedetti&Itemid=57

Già allora c’erano associazioni e cittadini sul chi vive. Non abbastanza, ahimè. 

Ora che si delinea lo spreco di soldi in tutta la sua grottesca magnificenza, vogliamo riassumere alcune delle principali obiezioni?

 

– la speculazione. Fare un progetto zig zag in mezzo ai palazzi, laddove si prevede molto cemento in aggiunta, con varie trasformazioni in fieri, realizzando solo spezzoni di passeggiata, è evidentemente propedeutico, alibi e infiocchettamento per ulteriori spezzoni a mo’ di oneri di urbanizzazione dello scempio che incombe. La recente vicenda delle villette al posto de la Playa, peraltro basata su rendering presenti nel progetto originario, dà l’idea di quanti e quali appetiti si scatenino, per banchettare alle spalle dei cittadini. Villa Zanelli inclusa nel pacchetto e di fatto privatizzata con soldi pubblici, è un altro aspetto. Ma speriamo almeno la rimettano a posto senza cemento aggiunto o park interrati, come voleva la maggioranza precedente che ora strilla indignata. Anche se non c’è mai limite al peggio. 

  

 la dicitura fondi di riqualificazione urbana per periferie degradate. Non a caso il progetto era molto in basso nella classifica ministeriale, e ha avuto i fondi in extremis per carità di patria. Altrove hanno usato i soldi per posti come Scampia, per migliorare case popolari e quartieri dormitorio. Qui, in un lungomare bellissimo scempiato da troppi palazzi, dove le “aree degradate” sono quelle mantenute colpevolmente tali da speculatori non ancora soddisfatti e in attesa di aggiungere lucro ai progetti, cosa ci sarebbe da riqualificare, se non obbligare i proprietari alla manutenzione o demolizione? Non sarebbe stato più utile, che so, pensare a Villapiana o altre periferie?

 

– il restringimento con tanto di folli chicane. Va benissimo pensare di avere una bella passeggiata e ciclabile vista mare, ma solo se non si creano disagi eccessivi al tessuto commerciale presente (che dire delle bisarche degli autoconcessionari, per esempio, obiezione che io avevo sollevato senza avere risposta, con progettisti che cadevano dalle nuvole?) e solo se non si tratta di una delle principali direttrici di traffico per il centro. Prima occorrerebbe pensare a una alternativa a monte, per esempio acquistando e recuperando le aree ferroviarie dismesse, aggiungendo parcheggi alberati, prolungando la bretella di via Braja… Insomma, tenendo conto di dove smaltire il traffico non strettamente locale e creando posti per le auto.

 

– la passerella in legno a raso.  Qui sono piovute critiche in relazione alle mareggiate sempre più violente e a eventi pregressi su passeggiate simili, anche se i progettisti giurano e spergiurano che la loro sarà resistente. Vedremo, ma è lecito dubitare, o quanto meno, sarebbe stato meglio rifarsi all’esperienza e pensare ad altro, tipo le passerelle sospese che prevedevano altri progetti non vincitori.

  

– ciò che si intravede. Alle critiche precedenti si aggiunge qualche impressione non proprio positiva sulle strutture che si stanno delineando. Dove sarà il verde? Solita immagine da rendering e basta? Se quegli spazi delimitati da muretti e dal fondo incementato sono aiuole, neanche l’erbetta riuscirà a sopravvivervi. Se non sono neanche quello, il verde dov’è? Se si aggiunge che sono stati tagliati oleandri e pitosfori davanti alle XXV aprile, che il vicesindaco ha promesso di ridurre il verde per lasciare qualche parcheggio in più, cosa dovremo aspettarci, come risultato finale? Il solito deserto del Gobi con malinconici stecchi ingialliti? Intanto anche l’associazione dello scaletto senza scalini lamenta una peggiore accessibilità alla spiaggia, e pare che la rampa dovrà essere rifatta.  L’impressione de: si fa tanto per fare, con sostanziale sciupio di soldi pubblici gettati dalla finestra, anzi, a mare, è sempre più forte. 

Insomma, trovare qualcosa di positivo è ardua impresa. Ed ecco che questo si aggiunge alla lunga tradizione dei fondi spesi a caso, che questa giunta ha portato alle stelle: si fa poco, e quel poco sarebbe stato meglio non farlo. I progetti faraonici, finto avveniristici e avulsi dal contesto che piombano sulla città sembrano sempre realizzati e approvati da gente che vive su Marte e non ha mai visto Savona, ma soprattutto che non possiede quel buonsenso da massaia che non fa affatto a pugni con buon gusto e bellezza, anzi. Quel buonsenso che è un tutt’uno con la vivibilità, la qualità urbana, la praticità nell’estetica, il risparmio, e che sa che non sempre nuovo e originale a tutti i costi è sinonimo di bello, rispetto dell’esistente di vecchiume. Spesso il contrario. 

  Come realizzare un vestito da sera dorato per andare in giardino a zappare, solo perché si hanno soldi da spendere, invece di una robusta salopette. 

Come progettare elaborate fontane ad arco per futuri lotti di lavori, al Prolungamento, invece di restaurare e attualizzare l’amata fontana tanto cara ai vecchi savonesi. Per fare solo un esempio. 

Al momento non esiste, ed è un dato di fatto, tra i pretendenti al futuro seggio di Sindaco, qualcuno che si discosti da tali passate visioni, se solo si sentono ancora tremende e minacciose parole come waterfront di levante e ponente, se tutti si riempiono la bocca sul frenare il consumo di suolo in senso generico, nessuno su impegni concreti contro le speculazioni incombenti.

Vedremo se i savonesi sapranno apprezzare le proposte diverse che i 5 stelle stanno elaborando, pensando, come al solito, al programma prima che ai nomi. 

Ricordo che tutti i cittadini, volendo, possono partecipare alle riunioni del venerdì sera presso la sede di via Silvio Pellico, che finalmente riprendono in presenza, e dire la loro.

Milena Debenedetti  Consigliera del Movimento 5 stelle

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