E no….C’è una bella diffferenza

E NO…… C’E’ UNA BELLA DIFFERENZA!
D’altronde che importanza può avere davanti a tutto questo un palazzo di seicento anni per chi salutava con entusiasmo il tornado di Fuksas come simbolo di Savona al posto della troppo vecchia e superata Torretta?” A.B.

E NO…… C’E’ UNA BELLA DIFFERENZA!

“D’altronde che importanza può avere davanti a tutto questo un palazzo di seicento anni per chi salutava con entusiasmo il tornado di Fuksas come simbolo di Savona al posto della troppo vecchia e superata Torretta?” A.B.

Leggendo l’articolo “CEMENTO, ASFALTO, ELEZIONI E TAVOLI” mi trovo d’accordo in gran parte con l’autore sulla critica al modo di governare la nostra città, perché le bellezze della nostra città, medioevali e ottocentesche, sono state sfregiate dalle giunte di sinistra che l’hanno fatta da padroni praticamente in questo ultimo mezzo secolo e le uniche cose buone sono state fatte nella piccola parentesi di governo del sindaco di centro destra Gervasio, come la parte antistante il Priamar con le vecchie rovine medioevali in vista, come la ristrutturazione  della vecchia Darsena, con i relativi giardini al posto dei capannoni di lamiera che contenevano le sedie e i tavolini delle feste dell’Unità (vincendo la strenua opposizione di Rifondazione  Comunista….dicevano ”perché dobbiamo creare il posto barca per i ricchi milanesi?” ).

Come la passeggiata a mare delle Fornaci, tanto per citarne solo alcune, mentre le sinistre fra i tanti scempi prodotti hanno anche  “generato” quel mostro del Tribunale, facendo demolire la storica stazione ferroviaria che era una costruzione ottocentesca in stile liberty ed ora, dulcis in fundo,  siamo arrivati al Crescent, al Cubo e al Crescentino

 
Vecchia Stazione                                      Tribunale 

 Purtroppo la conclusione dell’ articolo de quo col paragone   Crescent /Torre Fuksas che  fa di tutta un’erba un fascio , accomunando pere con patate   non fa corretta informazione  perché, pur tralasciando l’aspetto economico che ai giorni d’oggi non è certamente da sottovalutare, v’è da dire che le due tipologie sono del tutto diverse. (come i politici  non sono tutti uguali, anche le cementificazioni  non sono tutte uguali! )

Intanto la torre Fuksas sarebbe stata eretta nel comune di Albissola in un contesto ben diverso del Crescent, il quale si trova nel pieno centro storico della città di Savona a pochi passi dal Priamar e dalla Torretta e non ha nulla di artistico, anzi assomiglia perfettamente a tutti quei parallelepipedi, definiti ecomostri, che sono stati demoliti sia a Bari che recentemente in Campania, con tanto vanto e grancassa delle sinistre ambientaliste locali e nazionali.

     

 Uffici ex ITALSIDER: 3 PIANI                       CRESCEN: 8 PIANI !!!!! 

Il già terribile edificio, molto simile ai casermoni di stile sovietico, che senza gli ulteriori due piani  e con tante fioriere, avrebbe potuto anche essere tollerato ( magari turandoci un po’ il naso), con l’ulteriore aumento di due piani  in corso d’opera, con il complice  permesso accordato  dalla giunta Burlando/Paita, è diventato insopportabile e trovo singolare che i cittadini savonesi non si siano domandati perché  tanto livore contro la torre Fuksas da parte degli ambientalisti locali e della Giunta Regionale e tanto prosciutto sugli occhi per il Crescent.

Volendo entrare nel merito della torre Fuksas, che è l’argomento cui tengo in particolare, domando:

Perché nessuno ha avuto nulla da ridire sulla costruzione del Silos del grano o del deposito di cereali o di tutti i capannoni nel porto, inclusa la Stazione Marittima che certamente non sono opere d’arte?

La risposta è molto semplice:

La Stazione Marittima, il Silos, il magazzino dei cereali, e tutti gli orrendi capannoni nelle aree portuali demaniali di competenza della Autorità marittima, che sono pur sempre  bene in vista all’occhio del visitatore, sono aree destinate all’economia della città; in poche parole sono  opere che seppure non artistiche  generano economia vera, sviluppo e lavoro come avviene in tutte le città portuali del mondo.

Quel lavoro e quella occupazione che sono diventati il vero grosso problema del nostro paese, di cui tutti si dicono preoccupati, forse con l’unica eccezione  di chi si sente (per or) tranquillo per avere un posto fisso nella amministrazione pubblica o perché percepisce una pensione, che, sebbene con sempre meno potere di acquisto, in fin dei conti  arriva regolarmente a fine mese (anche se……. Hellenia docet!) e può dedicare il suo grande tempo libero a fare l’organizzatore o fare parte attiva di comitati vari che si oppongono a tutto ciò che si muove.

 

Siccome la storia del porto turisticonascenegli anni 80 (quasi mezzo secolo fa) quando l’allora sindaco Gervasio (sindaco di Albissola), omonimo del nostro grande Sindaco savonese, iniziò a prospettare la costruzione di un porto turistico in detta area, che come ben si sa è pertinente più al comune confinante che alla città di Savona, probabilmente i più giovani di me dimenticano il motivo della scelta Fuksas.

Infatti i primi progetti non prevedevano la Torre, bensì tante costruzioni sparse nella futura marina, ma principalmente ubicate dove allora sorgevano quelle “belle” baracche infestate dai di topi stile favelas, tanto amate dagli ambientalisti locali,come a suo tempo tali ambientalisti amavano i relitti nella vecchia darsena e i capannoni di lamiera arrugginita prospicienti la darsena stessa, di cui la foto qui sopra. (questo è il loro amore per il bello e per la natura!)

Va da sè che i costi per la costruzione di un porto turistico non possono essere sopportati dalla sola vendita dei posti barca, ma occorre anche avere la remunerazione da negozi, residence, garage e immobili, che peraltro sono complementari alle attività produttive della marina.

In una Marina sì che gli immobili possono avere uno scopo recettivo, in quanto in una marina vi sono operatori di tutte le categorie che vanno e vengono e quindi soggiornano temporaneamente nell’area per scopi professionali, tipo DPA, surveyors, e tecnici e operatori di ogni segmento del  settore nautico, attività complementari che significano posti di lavoro e occupazione specialmente per i giovani.

Al contrario ,propinare invece che i Crescent potessero essere adibiti a scopi non prettamente abitativi significava avere sin dall’inizio la classica volpe sotto l’ascella, cosa che è tipica dei nostri  amministratori locali, di cui solo i gonzi non si accorgono e purtroppo di gonzi dalle nostre parti ve ne è in abbondanza , tant’è vero che sistematicamente vi è stato il cambio di destinazione d’uso e nessuno ha fiatato o perlomeno chi lo ha fatto lo ha fatto solo tanto per la facciata (R.C.)


 Nessuno ha raccolto firme contro tale scempio e nessun partito nell’ambito della sinistra pura ha mosso un dito contro tale cementificazione selvaggia,  mentre al contrario contro la Marina si sono scaricati gli strali degli ambientalisti di professione savonesi, di cui ancor oggi leggiamo lo strascico nell’articolo suaccennato.

Tornado al discorso della Torre Fuksas, chi ha seguito l’iter  di tutta la storia sa bene che il nome di Fuksas  non sorse dal niente così per caso , sorse dal fatto che bocciati i primi progetti per la fiera opposizione di Rifondazione Comunista (tanto per cambiare), gli imprenditori  pensarono ( o forse ebbero una qualche rassicurazione) che qualora il progetto fosse stato firmato da un architetto legato a tale partito, l’opposizione radicale di tale partito si sarebbe affievolita.

Il partito di Rifondazione comunista, infatti malgrado l’esigua percentuale di votanti, ha sempre avuto sia in Comune, sia alla Regione la golden share  per dettare legge  e siccome tutti sappiamo che tale partito vorrebbe che arrivassero a Savona tanti poveri e disperati ma nessun ricco  , di fatto non riuscendo a bloccare il Porticciolo in Comune vi è riuscito in Regione attraverso il governo  Burlando/Paita, che di fatto ha tolto le speranze anche al Comune di Albissola.

E’ chiaro che è perfettamente legittimo amare i poveri e i disperati, cosa che fa parte dell’indole cristiana della quale anche io faccio parte, pur non essendo religioso ; purtroppo vi è un principio economico che non ammette eccezioni: per aiutare i poveri occorrono i soldi dei ricchi e, come disse il sindaco Berruti nel momento dell’approvazione nel piano regolatore rivolgendosi ai compagni di RC,” bisogna combattere la povertà e non la ricchezza”, salvo poi mettersi la coda in mezzo alle gambe al cospetto del Ras di Genova, con la speranza di poter essere agevolato, in seguito dal Ras  alla propria futura scalata alla Regione. (oltre al danno la beffa!)

In verità per combattere la povertà e ridistribuire il reddito a favore dei “poveri”, sempre che il numero di costoro sia sopportabile, vi sono solo due possibilità:

a – esproprio proletario (con i compagni naturalmente da intermediari)

b – sviluppo dell’economia che porti posti di lavoro.

Malgrado qualcuno pensi ancora di utilizzare la prima opzione (tasse patrimoniali etc etc…) la storia ha insegnato che tale metodo è caduto in un misero fallimento in ogni paese dove esso è stato messo in atto dove gli unici che ci hanno guadagnato sono stati gli “intermediari”.


Progetto della Margonara

Ormai è assodato che l’unico mezzo per alleviare la povertà è creare sviluppo e lo sviluppo lo si crea con quelle attività che il mercato richiede in base alla posizione geografica e alle professionalità che il territorio può fornire.

Essendo il comprensorio savonese un territorio limitato  e difficilmente adatto a grandi insediamenti industriali, mentre al contrario si trova in una posizione strategica per la nautica del grande  diporto (che non conosce crisi), essendo a meno di tre ore di automobile dalla Svizzera  a un’ora di automobile dal Principato di Monaco e a mezzora dall’aeroporto di Genova, il porto della Margonara avrebbe rappresentato l’ unica occasione per creare non solo un detonatore per generare turismo qualificato e di prestigio, ma una ottima occasione per innescare un tessuto produttivo di alte specializzazioni, tenendo conto anche della vicinanza dei cantieri Mondo Marine, che rappresentano in questo momento una delle poche attività produttive della nostra città, se non l’unica.

In una città dove la disoccupazione giovanile è superiore alla media nazionale  forse l’opportunità di due o tre mila posti di lavoro per i giovani poteva valere una torre in mezzo al mare, opera che al contrario di tutte le altre speculazioni immobiliari che stanno deturpando la città; per lo meno aveva qualcosa di artistico moderno e avveniristico che avrebbe certamente attirato l’attenzione di parecchi visitatori, in quanto l’arte moderna forse non piace a tanti ma è pur sempre un arte e torri sempre più alte continuano a essere costruite nelle capitali e nei luoghi più famosi del mondo e visitate da enormi flussi di turisti, come avviene da anni per la torre Eiffel di Parigi, meta preferita ogni anno da milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.

Nella continua guerra, prima militare e in seguito economica fra la grande Genova e la piccola Savona,  ancora una volta Genova l’ha fatta da padrona e il peggiore governatore della storia della nostra regione, peraltro stravotato dai savonesi, che evidentemente sono alquanto masochisti, ha voluto ancora una volta penalizzare e umiliare la nostra città insabbiando stavolta il nostro  porto turistico prima ancora che fosse costruito (in questo, c’è da dire che un grigio personaggio ha superato il grande doge genovese Andrea Doria!); trovo davvero singolare che qualcuno continui a minimizzare o addirittura applaudire un sopruso così grande per la nostra economia e per la nostra immagine presente e futura, anche in considerazione che Genova ha 5 marine Spezia 3 Imperia 2 e Savona 0. (noi in compenso abbiamo lo scoglio con il tuffatore tedesco!)

Teniamoci il Crescent, il Cubo e il Crescentino e consoliamoci nel scendere in piazza con le bandiere rosse a protestare per la mancanza di lavoro per i giovani e mettiamo pure i cartelli “giù le mani dal porto” se ci fa piacere friggere aria, anziché usare un bel po’ di realismo pratico, ma se la città regredisce purtroppo è anche colpa nostra perché mai come nel nostro caso è vero il detto che “ogni popolo ha il governo (e la miseria) che si merita”.

 Silvio Rossi

 

Lega Nord

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