E il rapporto Eurydice?

E il rapporto Eurydice?

E il rapporto Eurydice?

Queste riflessioni hanno origine e “ispirazione” da un interessante articolo di Stefano Gaggero, apparso su “Il Secolo XIX” del 16 ottobre 2015 dal titolo: “Libri di testo, tassa occulta sulla Scuola”…LEGGI… Mi sono permesso io di usare il maiuscolo per la sciagurata istituzione “Scuola italiana”.

         Una tassa occulta, scrive Gaggero, ma in realtà la vera tassa occulta non è tanto l’esborso delle famiglie sui libri di testo, quanto il cosiddetto “contributo volontario”,  la cui detrazione era bonariamente accettata dai CAAF in sede di dichiarazione dei redditi fino al 2014. Ora non più. Perché i Presidi (oggi chiamati Dirigenti Scolastici) hanno fiutato la grana posta da qualche genitore non accorpando più l’iscrizione (una inezia) con il ben più sostanzioso “contributo volontario” che, a loro dire, senza il quale la scuola non funzionerebbe… La tassa occulta dei libri di testo è in realtà un vero e proprio “pizzo” operato dalle case editrici al fine di disincentivare il mercato dell’usato “rinnovando” l’edizione del “libro di testo”.


         Ma veniamo alla vera questione: “Il libro di testo è un obbligo?” o è solo la coperta di Linus per qualche docente che vive la sua professione senza troppo entusiasmo? Un modo per fare apprendere pedissequamente quanto scritto da qualche gruppo d’autori? Errori (conservativi) inclusi? Una didattica in cui dopo una stressante divagazione storica su Galileo Galilei, sul caso particolare di due sassi inizialmente alla stessa altezza uno dei quali abbandonato e l’altro con un impulso orizzontale si enfatizza il fatto che cadono simultaneamente. Mi chiedo? Ma è tanto difficile dimostrarlo durante una lezione, senza bisogno del Laboratorio e di chi la Fisica la conosce bene (il ‘tecnico di laboratorio’)? E’ tanto difficile per un docente condensare l’evoluzione storica in dieci minuti, far vedere, toccare e magari misurare l’accelerazione di gravità? E’ difficile scrivere due equazioncine e far capire al povero studente che queste risolvono qualunque problema? Anche il più complesso? (purché si tratti di moto rettilineo con accelerazione costante, ovviamente…).

         Vediamo un po’ cosa dice la normativa su cui si regge la nostra Scuola e cioè il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 – Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado che potete leggere …QUI


 

E se siete troppo pigri potete limitare l’analisi cercando i termini “obbligo” + “libri di testo”…ebbene, non troverete nulla. Non è scritto da nessuna parte di questo lunghissimo decreto qualcosa del tipo: “è fatto obbligo per il docente” o “il libro di testo adottato deve essere in aderenza alla didattica del docente” o qualunque espressione che ne affermi l’obbligatorietà. Il libro di testo è una “prassi consolidata”, tant’è che esiste un lunghissimo e noioso “Collegio Docenti”, a maggio,  tutto dedicato alle adozioni…

         Ma allora, se non è un obbligo, perché i genitori non si ribellano (e legittimamente)? Con la diffusione delle biblioteche numeriche, con l’onestà intellettuale di chi sta facendo “il più bel mestiere al mondo”, perché, tu Docente, non scrivi due appunti della tua lezione? Perché non indirizzi gli approfondimenti su testi presenti nella Biblioteca della Scuola?

         A supporto posso aggiungere il rapporto Euridyce che compare nel titolo di queste riflessioni. Si noti: un rapporto commissionato dal nostro Ministero della (pubblica?) Istruzione. Un rapporto che potete leggere…QUI

ma che in sintesi vi dice che tranne che Cipro, Malta e Grecia, in tutta l’Europa il “libro di testo” non è un obbligo. E l’Italia (penserà maliziosamente qualunque lettore)? Dell’Italia non si dice nulla. Non è presa in esame dal rapporto Eurydice… E’ stata “sapientemente” dimenticata…

E tutto ciò che “mistifica” è tipicamente ‘italico’…

 

 

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