Due o tre cose sul Consiglio -2

Due o tre cose sul Consiglio -2
Imperdibile: contiene la beffarda conclusione della vicenda registro tumori!

Due o tre cose sul Consiglio -2

Imperdibile: contiene la beffarda conclusione della vicenda registro tumori!

 Sempre a beneficio dei miei due o tre lettori, questa volta accennerò ad alcuni coloriti momenti del Consiglio comunale del 28 marzo, dedicato al bilancio 2017.

Come sempre accade nei consigli sul bilancio, non è previsto lo spazio interpellanze.


Giunta comunale

 Paradossalmente, la discussione sul bilancio stesso, che dovrebbe essere il clou, in realtà dura poco. Pochi tentativi di suggerire strade alternative ad alcuni tagli, da parte nostra e di altri, cadono nel vuoto. La maggioranza si limita a un breve atto di fede, e la minoranza ripercorre stancamente le solite lamentele sul sociale, e il solito scambio di battute sulle colpe della passata amministrazione e su quanto questo potrà durare come scusa e alibi per una programmazione e visione carente. 

Peraltro senza che la maggioranza abbia la benché minima intenzione di andare a fondo sulle responsabilità pregresse e di non far pagare solo ai cittadini le conseguenze (a parte le apprensioni per le fortune politiche altalenanti dell’ex assessore Luca Martino, che francamente non credo tengano molto sulle spine i savonesi, o quanto meno non ne siano la preoccupazione principale, in questo momento).

Che i savonesi siano stanchi o rassegnati lo dimostra anche lo scarso pubblico, ben diverso da precedenti sedute che avevano visto mamme agguerrite e non solo.

Una breve capigruppo decide sulle mozioni urgenti da ammettere in discussione. Due sono nostre e chiedono un taglio dei gettoni e dei compensi degli amministratori.  La terza è della maggioranza, che dopo alcune voci riportate dai media su possibili iniziative riguardanti tagli o donazioni di gettoni, per controbattere noi e dare un segnale ai cittadini provati e mugugnanti, ha preferito partorire una sostanziale fuffa. Vedremo dopo perché.

In ogni caso tutte e tre le mozioni vengono ammesse.

Passando alle pratiche successive, sorvolando su un nuovo regolamento per la gestione degli impianti sportivi, non mi soffermerò sulle due pratiche edilizie.


Villette a Madonna del Monte

La variante per l’approvazione di villette di lusso con tanto di piscina a Madonna del Monte, fatte passare per insediamenti a tutela del territorio e presidio rurale, è una cosa che a parere mio grida vendetta.

Ma ne ho già parlato e credo se ne riparlerà. Posso solo citare l’atteggiamento del progettista, presente in sala, che durante gli interventi (sostanzialmente solo i nostri 5 stelle, ossia il mio e quello del consigliere Diaspro) stava accanto alle transenne presso i banchi della maggioranza, girato verso di noi, e a un certo punto con gesti e parole ha fatto capire di ritenermi pazza. Evidentemente non è abituato a discorsi del genere, perché l’approvazione di progetti edilizi sotto discutibili vesti “agricole” è piuttosto diffusa e data per scontata.

Da segnalare anche un altro gesto di nervosismo in maggioranza. I nostri discorsi rischiavano di insinuare qualche dubbio o scrupolo nei consiglieri, oppure avevano offeso anche troppo le sensibili orecchie del progettista, e fatto perdere sin troppo tempo. 

Quando ho chiesto di parlare in dichiarazione di voto, il consigliere Bussalai è insorto, rivolto al presidente, chiedendo di non darmi più la parola, visto che avevamo già parlato in due del nostro gruppo.

Stupisce che un consigliere esperto come Bussalai non conosca il regolamento: se per le mozioni parla uno per gruppo, per le delibere può parlare chiunque in discussione, e poi successivamente ancora uno per gruppo in dichiarazione di voto, o anche più di uno in caso di voto difforme.

Infatti io ho ottenuto regolarmente la parola, con buona pace del consigliere Bussalai e della sua bizzarra idea di democrazia applicata alle minoranze.

Il voto contrario di tutta l’opposizione non è bastato a fermare quello che, concretamente e simbolicamente, appare come un nuovo inizio di cementificazione delle colline.


 Vogliamo ricordare le troppe case vuote e sfitte, l’eccesso di cemento già presente, il crollo fragoroso persino di colossi come Unieco,  le necessità che sono ben altre rispetto alle case di lusso, le altre operazioni del genere in zona già naufragate (Savona 2, golf la Filanda…) il mercato immobiliare stagnante e il crollo dei prezzi, con imprese anche rilevanti che iniziano ad avere il fiato corto, e i fallimenti in corso d’opera, come il caso GIS, che negano al Comune anche gli oneri immobiliari?

Vogliamo dire che una vera e coerente programmazione dovrebbe precedere e dirimere, non seguire e obbedire, le pretese dei costruttori e di chi ha diritti?

Vogliamo e possiamo. In attesa di segnali in tal senso che non vediamo.

Nel frattempo passiamo tristemente oltre. Alle mozioni “sociali”, su taglio dei gettoni di presenza e dei compensi dell’amministrazione.

Non pensavamo di chiedere alcuna misura populista e retorica, proponendo che i gettoni di partecipazione alle sedute dei consiglieri savonesi, fra i più alti in zona, in tempo di crisi si allineassero a valori più sobri, per solidarietà coi cittadini provati da tasse, aumenti di tariffe e servizi carenti.  Per dare un segnale.

Eppure gli interventi di minoranza, in particolare quello di Pongiglione, si sono dilungati in una appassionata difesa della politica che non deve essere solo appannaggio dei ricchi, sull’importanza fondamentale del gettone, partendo addirittura dall’antica Grecia.


 Ripeto, pare un discorso mal posto.  Difficilmente percepire 75 euro per i consigli comunali, oppure 40 come chiedevamo noi, può fare la differenza. Se la si intende come compenso di chi svolga solo quell’attività, è palesemente inadeguato in entrambi i casi, né tale lo intendeva, in una città delle dimensioni di Savona, il legislatore. Se lo si intende come rimborso per spese e impegno, non è uno “sminuire” l’attività del consigliere, come afferma Pongiglione, ridurlo a valori peraltro simili ad altri comuni, ma un segnale di solidarietà in tempi di crisi.

Tutti in minoranza hanno ribadito di non essere d’accordo con misure populiste, visto che noi consiglieri non siamo certo una casta da colpire dati i compensi risibili, ma che capivano il significato simbolico e quindi comunque votavano a favore.

Qualche maligno insinuava che, almeno per alcuni di loro, vi era comunque la certezza del voto contrario della maggioranza, che puntualmente è arrivato, bocciando entrambe le mozioni.

Su quella relativa ai compensi degli amministratori, hanno ribadito di averli già tagliati. In realtà avevano evitato di applicare un aumento previsto, il che è cosa un po’ diversa.

 
Delfino, Debenedetti, Diaspro e Meles (il gruppo M5S in Comune)

Subito dopo ecco che la maggioranza tenta goffamente di correre ai ripari con la propria mozione “sociale”.  Evitando accuratamente qualsiasi sacrificio personale, giusto per dare un segnale di avere a cuore il problema, propongono di destinare al sociale il gettito previsto dal recupero evasione fiscale. E tale apparirà la notizia sui giornali.

In realtà le domande del nostro consigliere Meles e le risposte dell’assessore Montaldo mettono in evidenza la consistenza dubbia della proposta: le risorse da recupero evasione sono già destinate ai vari capitoli di bilancio e ne fanno parte integrante. Si potranno destinare unicamente al sociale, semmai, le eccedenze rispetto al gettito previsto.

Ora, se è già ipotetico ricuperare tutto quanto preventivato e messo a bilancio, che si vada addirittura oltre è rosea e ben poco probabile prospettiva.

Ossia, fuffa.  Ragionamenti su un’ipotesi remota, al posto di azioni immediate e concrete. Per carità, se miracolosamente la cifra venisse fuori è più che meritevole e condivisibile destinarla al sociale.  Per questo votiamo tutti a favore, anche le minoranze, nonostante il consigliere capogruppo di maggioranza Martino, che probabilmente si aspettava un voto contrario per ripicca, da poter sfruttare mediaticamente per contrastare la figuraccia della mozione gettoni, attacchi il nostro Meles anche solo per aver chiesto chiarimenti, costringendolo a ribadire il voto a favore già annunciato. 

Insomma, la geniale strategia, ammettere le nostre mozioni per bocciarle e controbattere con la loro, si rivela ben poca cosa.

Ma le figure imbarazzanti in maggioranza non finiscono qui. Ricordate la penosa questione della mozione per il registro tumori, due volte presentata, due volte respinta, senza sostanziali motivazioni, ma inventandosi a posteriori il pretesto delle premesse errate, che poi errate non erano?


Ricordate, la Sindaco aveva detto che occorreva una proposta “fatta bene”. La maggioranza con il dott. Versace sosteneva che ci volesse una iniziativa di tutto il Consiglio e non di una parte politica.

Ebbene, ecco l’iniziativa ecumenica fatta bene: togliere del tutto le premesse, lasciare gli intenti, trasformare la mozione in un ordine del giorno di mezza paginetta, molto meno vincolante. Non sia mai.

Una sorta di presa in giro? Da non prendersi neanche la briga di formulare un testo completo e articolato?

Qualcuno, in minoranza, e non solo noi, ha questa impressione. E comunque questa roba ridotta all’osso non è una iniziativa ecumenica del Consiglio, condivisa ed elaborata insieme, come retoricamente auspicato, ma una cosa peggiore di quanto presentato da noi, imposta dalla maggioranza. Della serie, o così o niente.

In ogni caso, come preannunciato e visto che qualcosa è meglio di niente, votiamo tutti a favore.

Ma che tristezza, comunque. Che assenza di spessore politico. Lasciatemelo dire.

    Milena Debenedetti  Consigliera del Movimento 5 stelle

 

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