Due interventi di politica

Due interventi di politica
 Il primo è stato scritto volutamente domenica 24 febbraio, quindi prima di sapere i risultati elettorali. Dopo aver sbagliato in toto le previsioni sul PDL (nessuno poteva aspettarselo) ecco il secondo intervento scritto il 27 febbraio. 
– Dedicato alla vecchia  concezione di politica
– Il Signor Berlusconi, i consiglieri di marketing elettorali, i danni al cittadino.

 DEDICATO ALLA VECCHIA CONCEZIONE DI POLITICA.

Ogni tanto anche chi è totalmente privo di sense of humor, è animato dal sacro fuoco dell’ironia. Per questo, spero che non me ne vogliano (troppo…) i futuri ex “potenti” d’Italia se, in questo scritto semi-serio, vaticino loro con certezza il benservito delle urne. Incominciamo dai partiti di Destra. In questo caso è molto facile prevedere un crollo del PDL, il cui errore fatale è stato quello di ripiegarsi sul Signor Berlusconi, soffocando di fatto i nuovi volti che, pur essendo appartenenti a soggetti che hanno offerto l’impressione di avere la movenza tipica della marionetta, avevano comunque dalla loro l’età.

 Francamente il Signor B. non ha più da tempo la freschezza psico-fisica per proporsi quale modello di rinnovamento  (anche se gli va riconosciuto il merito di aver lanciato il make-up in contesto maschile, e pazienza per l’effetto maschera…), prova ne sia l’aver scelto dei consulenti in marketing elettorale dalle indiscusse capacità, visto il tremendo effetto boomerang della famosa lettera sul rimborso IMU. Andiamo avanti e continuiamo a giocare facile, con l’ex ministro Giorgia Meloni e la sua coalizione Fratelli d’Italia: stendiamo un velo pietoso su questa ex giovane? No, troppo banale, ma è sufficiente ricordare che i nostalgici dell’epoca fascista sono stati politicamente rottamati da un pezzo, anche se i rigurgiti fascisti sono sempre in agguato più che altro come manifestazione pseudo-ideologica palliativa al marcato senso di insicurezza che pervade l’animo di molti. Fratelli d’Italia seguirà le sorti della triste “goliardata” del duo antigay e di quella compiuta da un ex assessore di un Comune del Tigullio, oggi loro candidato di punta (!), famoso per aver fatto il saluto romano fuori da una chiesa e di aver definito il tutto, appunto, una “goliardata”. Almeno fosse stato coerente con se stesso, no è stato coerente con l’incoerenza del politico quadratico medio. Basta, a suon di scrivere di destra rischio il torcicollo, allora guardiamo avanti e… torniamo indietro con Mario Monti e la sua Lista Civica. Il Professore, finché era Presidente del Consiglio super partes non era male, ma appena sceso in teatro non ne ha azzeccata una. Candidare personaggi famosi tipo Valentina Vezzali è stata una mossa scontata, e per questo frutto di una vecchia politica che non piace a nessuno al di fuori dei pochi che la partecipano dall’interno. Lista Civica si manterrà sul filo di lana, perché Mario Monti è ancora relativamente nuovo sul panorama politico per aver disgustato fino in fondo, e qualcuno che vota secondo le indicazioni del Vaticano si trova sempre. Il PD dovrebbe crescere moderatamente, anche se meno di SEL, e comunque non avrà sufficienti voti per governare il Paese da solo. Forse, se le primarie le avesse vinte il rottamatore  Matteo Renzi il partito avrebbe beneficiato della spinta innovatrice che anima questa tornata elettorale, così non è stato e allora si cresce ma non abbastanza. Buon risultato per Antonio Ingroia e la sua Rivoluzione Civile, che raccoglie il malcontento ma paga lo scotto di avere un leader non molto carismatico. La lista di Giannino non sfonderà, perché il suo ideatore non convince: il classico fulmine a ciel sereno che brilla un istante e scompare senza lasciare traccia. I veri vincitori: il Movimento 5 Stelle e l’astensionismo. L’astensionismo è l’espressione più palese dello scontento e del menefreghismo che sembra aver messo radici ovunque: rispettabile, ma criticabile perché con la passività è scontata la sopportazione. Il Movimento 5 Stelle sarà il vero vincitore politico. Chi definì “antipolitica” l’espressione di questo movimento si accorgerà di aver commesso un errore di valutazione madornale. Non esiste l’antipolitica: esiste l’anarchia, ma non è certo la stessa cosa. E’ politica volere un cambiamento radicale della classe dirigente, certo che lo è. E’ politica nel senso più alto quella che aspira ad avere una partecipazione democratica ed attiva alla vita del Paese. Non è disfattismo, al contrario. Certo, per ricostruire a volte occorre partire dalle fondamenta. L’Italia va ricostruita, un intervento di ristrutturazione non basta più. Li ho citati tutti? No, ho dimenticato la Lega Nord (la mente si autoprotegge…), il buon Maroni calmo e pacato regge dove può, ma di trote i leghisti non ne vogliono più sapere, buon per il loro fegato e per il loro cuore diventare vegetariani, se ne parla al prossimo giro. Questo scritto è stato composto ed inviato il pomeriggio di domenica 24 febbraio 2013, ben prima che siano possibili dietrologie scontate. E’ questo il bello: analizzare prima, per riflettere dopo. Con buona pace degli opinionisti di professione, a volte anche un semplice cittadino è capace di porre in essere riflessioni.

   Domenica 24 febbraio 2013                   Giovanna Rezzoagli Ganci   

 Il Signor Berlusconi, i consiglieri di marketing elettorali, i danni al cittadino.

La pragmatica della comunicazione è una branca del molto più ampio contesto della Psicologia Sistemica, un indirizzo psicologico sviluppatosi presso l’Università di Palo Alto in California. Tutta la costruzione teorica su cui si fonda la pragmatica della comunicazione è fondata sull’assioma in base al quale per l’essere umano è impossibile non comunicare. 

Il silenzio è una forma di comunicazione, tra parentesi estremamente potente, al pari del linguaggio verbale, del linguaggio paraverbale e di quello corporeo. Si potrebbero scrivere decine di articoli su ciascuno di questi aspetti specifici, è tuttavia possibile sintetizzare affermando che la comunicazione tra due o più individui viene compresa nei suoi contenuti in percentuale molto bassa attraverso il linguaggio parlato (circa il 7%), più marcatamente attraverso l’intonazione vocale (38%), in modo sostanziale attraverso il linguaggio del corpo (55%).

Tradotto in termini concreti, ciò che desidero comunicare attraverso questo scritto avrà un impatto “x” sul lettore, ma se io lo inviassi come contenuto audio risulterebbe più coinvolgente, specialmente se curassi particolarmente il mio tono di voce, se io registrassi un video in cui proponessi lo stesso testo con la possibilità per chi ascolta di valutare il mio linguaggio corporeo avrei il massimo dell’attenzione di un ascoltatore. Naturalmente, se si posseggono nozioni circa la potenzialità impattante di un determinato uso di uno solo o di tutti e tre i canali della comunicazione , verbale o linguistico, paraverbale, non verbale o corporeo, è abbastanza facile determinare un effetto su chi legge o ascolta piuttosto che un altro. In verità, comunicare con finalità divulgative è molto rischioso anche per chi possiede nozioni relative alla pragmatica comunicazionale. Comunicare non è certo una scienza esatta e, anche supponendo di conoscere le modalità di comunicazione, nessuno può prevedere l’effetto della comunicazione sul fruitore finale della comunicazione. I parametri di una “buona” comunicazione non li ha scritti nessuno, ma è mio parere ritenere che non possano, qualunque essi siano, prescindere da un senso di moralità primario: non nuocere. Non nuocere significa innanzitutto fornire comunicazioni il più possibile oggettive od oggettivabili, specificando laddove si esprime un parere personale. Non nuocere significa ipotizzare l’impatto sul ricevente, calcolando il possibile effetto emozionale. Non nuocere significa sapere quando tacere e quanto è preponderante l’io narcisistico all’interno della propria capacità comunicazionale. Sulle competenze meglio non esprimersi, visto il dilagare della tuttologia, dove giornalisti si improvvisano medici, scienziati, psicologi e… no, counselors no, non siamo abbastanza “à la page”. Per l’appunto, non nuocere. A mio avviso andrebbe inserito nel codice deontologico dei giornalisti, ma allora tanti saluti ai giochetti di potere così cari a molti per cui la comunicazione è solo mezzo ed espressione di potere. Queste precisazioni sono assolutamente necessarie per comprendere il passo compiuto dal Signor Berlusconi che ha inviato una lettera all’apparenza frutto del solito teatrino pre-elettorale, ma dalle implicazioni fortemente inficianti, sulla base delle regole della pragmatica comunicativa sopra citata. Sulla busta compare la dicitura “Rimborso IMU 2012”. In blu brillante, non in nero formale, ma tant’è che … il rischio di fraintendere esiste. Così come non viene abilmente specificato che il rimborso è da intendersi per la prima casa e che tale atto fiscale è subordinato alla risalita al potere del Signor Berlusconi, ergo, al voto che potrebbe essergli attribuito dal ricevente la lettera. Nulla da dire, i consiglieri del Signor B. si guadagnano il pane quotidiano. Resta aperto il solito noioso concetto di “etica” che per molti è un optional o, per dirla con Macchiavelli, è come minimo subordinato al fine che si vuole ottenere con ogni mezzo. Ad ognuno le proprie riflessioni, soprattutto se si crede in un’etica possibilmente condivisibile.

  27 febbraio  2013     Giovanna Rezzoagli Ganci 

http://www.foglidicounseling.ssep.it

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