Dove gli alberghi hanno vinto la crisi

Chi ha interesse a documentarsi e fare qualche utile confronto
Dove gli alberghi hanno vinto la crisi
Ecco cosa succede sulla Riviera e sul Lago di Garda
Le catene alberghiere investono e stanno lontane dai fanfaroni

Chi ha interesse a documentarsi e fare qualche utile confronto
Dove gli alberghi hanno vinto la crisi
Ecco cosa succede sulla Riviera e sul Lago di Garda
Le catene alberghiere investono e stanno lontane dai fanfaroni 

Chi ha visitato le località che si affacciano sul Lago di Garda, anche in questi ultimi giorni di settembre, ha rivissuto cosa accadeva nelle località balneari della nostra Riviera di Ponente, negli anni ’50 e ’60 e fine anni ’70. Anche da noi settembre era il mese dei tedeschi, e non solo, dei vacanzieri del centro e nord Europa. Riempivano alberghi e pensioncine, campeggi, bar, locali notturni. Alassio poteva persino godersi una stagione di lavoro che terminava a fine ottobre.

 

Oggi nella stessa Riviera la stagione può dirsi conclusa. I tedeschi (qualche pullman escluso) si contano a poche decine. Non c’è l’invasione di auto straniere, come accade appunto sul Lago di Garda, tanto per citare un concorrente che per anni era motivo di confronto e di analisi. Tra statistiche di chi guadagnava di più in presenze ed arrivi, soprattutto di “valuta pregiata”.

 

Sul Lago di Garda  si sta addirittura allungando la stagione di lavoro negli alberghi, piccoli e grandi.

 

Un indotto che si ripercuote positivamente su tutto il comparto degli esercizi commerciali e dei posti di lavoro. Non sarà il “miracolo economico”, sta di fatto che il turismo d’Oltralpe è in costante crescita. E di pari passo crescono gli investitori, soprattutto tedeschi, nel settore immobiliare. C’è ovunque un boom di ville e villette, nuove zone residenziali in collina e nel verde, ricche di piscine, di spazi alberati e fioriti. Un mercato in piena salute. Intere zone dove ai cancelli, sulla cassetta delle lettere stravince il nome di stranieri, rispetto agli italiani.

Molti parlano e straparlano delle cause della nostra crisi alberghiera, della sua inesorabile agonia. Continuano a chiudono strutture nell’entroterra, ma soprattutto in riva al mare.

In provincia di Savona si sono più che dimezzate negli ultimi 20 anni, e l’arrivo dei residence non segna l’avvio alla soluzione. La ripresa o ripresina. Nell’imperiese è andata peggio. In compenso-  Trucioli lo ripeterà fino alla noia, per gettare fumo negli occhi ed illudere, disinformare i cittadini -le cronache locali hanno continuato a far cassa di risonanza, ad annunciare in questa o quella località la costruzione di nuovi alberghi a 4 e  cinque stelle, persino di lusso. La risurrezione turistica.

Alcuni degli annunciatori fanno parte, da anni, della incallita categoria dei “professionisti della politica“, ovvero hanno come principale fonte di reddito le poltrone. Hanno continuato a tirare le fila, capeggiare, creare le condizioni; da una parte la sistematica distruzione del prodotto-albergo;  dall’altra si sono alleati in modo diretto e trasversale con chi del turismo alberghiero è diventato un killer professionista, realizzando la formidabile macchina capace di produrre migliaia seconde case (soprattutto monolocali, bilocali) che hanno prodotto ingenti profitti a favore di una catena di Sant’Antonio, poco umana e molto avida. I risultati sono arcinoti.

La cinghia di trasmissione ha altresì favorito il voto di scambio ed una spaventosa, quanto impunita, corruzione ambientale, e la sistematica evasione fiscale. Di fatto si è depredato il territorio nella sua principale potenzialità di attrarre il vero turismo. Se non fosse così non saremmo arrivati sull’orlo del precipizio. O della morte di centinaia di strutture ricettive che davano lavoro a migliaia di persone, ai giovani, alle famiglie.  

Tra i maggiori danneggiati gli albergatori di professione, ed in ritardo ci si sta accorgendo che con la scomparsa degli alberghi si sta inesorabilmente allontanando qualsiasi seria ed obiettiva possibilità di risalita, intaccando di conseguenza anche l’intero tessuto turistico e commerciale.  

I signori che hanno retto, pedissequamente, le sorti dei Comuni costieri, della Provincia, di alcune delle associazioni di categoria più interessate e coinvolte, sono in gran numero attivi e spesso dispensano, dal loro trono, consigli e rimedi per risalire la china e tornare agli anni d’oro. Loro, nei fatti, continuano a predicare bene e razzolare male. Vedi, ad esempio, la gestione del territorio attraverso i piani regolatori. I primati savonesi nel settore delle costruzioni e delle seconde case (vuote per undici mesi all’anno) confermati dai dati Istat. La assurda pressione tributaria locale sulle aziende del terziario che danno lavoro.

Di fronte a questo scenario gli stessi protagonisti del disastro turistico-alberghiero continuano ad offrirci, grazie agli immancabili camerieri dell’informazione, soluzioni; indicarci la strada maestra; salgono in cattedra e dispensano consigli sul da farsi: annunciano rivoluzionarie proposte per rimediare agli errori del passato, della politica incapace. Nell’arroganza che spesso li distingue, sperano di non perdere soprattutto il potere, continuando con sbalorditivo successo ad illudere i cittadini.

Certo che arriverà la resa dei conti. Il tempo è galantuomo. Andrà sempre peggio, con un si salvi chi può.

C’è da chiedersi e per questo pubblichiamo… due recenti articoli apparsisu Il Sole 24 Ore (giornale della Confindustria), con notizie e dati relativi agli alberghi di fascia alta (in Italia) che non soffrono la recessione mondiale.  Il loro fatturato cresce. 

Fa davvero male leggere che tra i tanti primati figuri in Liguria soltanto un albergo di Portofino. Per quale ragione la terra savonese o quella imperiese, che fa parte integrante del Bel Paese, sono rigorosamente escluse dalla classifica? E per quale ragione – come abbiamo ripetuto in altre circostanze- le catene alberghiere, sia quelle più prestigiose, sia quelle meno blasonate, continuano a restare fuori dalla nostra Riviera? Non investono, per un capriccio, perché spaventati da ambientalisti e denigratori?

Perché scelgono per potenziare gli investimenti alberghieri zone come il Lago di Garda che per anni abbiamo superato in tutte le classifiche?

Chi è interessato a tenersi informato, ad avere un quadro della realtà, è dunque utile leggere i due istruttivi articoli che riproduciamo. Se non altro per non farsi continuare a prendere per il naso dai “soliti noti”, mercanti di favole e inganni. Gli unici autentici denigratori di un patrimonio che è stato distrutto e purtroppo continuano ad imperversare, dirigere la grande orchestra dell’antiturismo, ridotto ad una stagione talmente corta da provocare ormai collassi a catena.

 

R.T.

18 settembre 2011

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.