Don Carlo Rebagliati

 

PARLANDO CON GLI OCCHI E CON IL CUORE

PARLANDO CON GLI OCCHI E CON IL CUORE

 

 Stamattina 21/09/2011 alla trasmissione di Canale5 ” Mattino 5″ si è parlato con un servizio esclusivo del rapporto tra omosessualità ed abusi sessuali perpetuati da preti pedofili, anche se si è tenuto a precisare che i due argomenti devono essere ben separati, perchè non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro.

In studio come ospiti erano presenti Don Mazzi, Don Carlo Rebagliati e Francesco Zanardi.

 La mia attenzione è stata colpita principalmente dal racconto fatto da Don Carlo Rebagliati, mio parroco durante la mia infanzia e la mia adolescenza, sacerdote stimato ed amato da molti, che ha raccontato la sua storia, con tono sommesso, rassegnato, ma sempre dignitoso.

Purtroppo, ammettendo la mia ignoranza e la mia poca frequentazione della Chiesa, devo ammettere che stamattina ho avuto il magone sentendolo parlare, poichè quando lui era parroco a Spotorno le attività ricreative del centro dell’oratorio non mancavano mai, era un ottimo punto d’incontro per noi ragazzi, sia prima sia dopo le lezioni di catechismo, c’erano sempre iniziative per i giovani ed il nostro tanto amato parroco era uno di noi, semplicemente un uomo umile, gentile e cordiale che c’insegnava ad amare il prossimo ed a conoscere la religione.

Il colpo all’anima più grande è stato quando ho saputo un po’ di tempo fa’ che non solo era stato estromesso dalla Parrocchie di Noli e Tosse, con i suoi fedeli in rivolta per tutto ciò che aveva fatto nei paesi durante il suo mandato, ma che dal 1994 era risultato sieropositivo, dopo che nell’adolescenza si era reso conto di essere omosessuale.

Nonostante ciò è stato, è e sarà sempre un sacerdote da ammirare e stimare per la sua dignità ed il suo coraggio durante tutto il percorso della sua vita, poichè ha seguito la sua vocazione, nonostante lo scomodo problema dell’omosessualità (anche se il problema vero, come detto da Don Mazzi in trasmissione, ” per i sacerdoti italiani il problema reale è la sessualità in generale, sia eterosessuali, sia omosessuali, in quanto devono fare voto di castità, mentre in Europa e nel resto del mondo, la dottrina sacerdotale permette l’unione, il matrimonio e la procreazione) e della malattia, l’abbiano segnato e continuino a segnarlo tuttora.

 Gli è stato consigliato di curarsi in una città lontana dal suo paese e dai suoi fedeli e lui coraggiosamente e dignitosamente ha rifiutato perchè voleva stare nella sua comunità che tuttora lo ama, lo rispetta e lo stima per ciò che fà e non per com’è, visto che non ha nessuna colpa e che deve portare costantemente e quotidianamente questa croce, che lui definisce come “punizione divina” per il suo essere diverso ed omosessuale.

 Non possono e non devono esistere punizioni per il modo in cui ognuno vive la sua sessualità, perchè ognuno è libero di farlo come meglio crede, perchè nonostante tutto Don Carlo è sempre stato un ottimo parroco, una persona di gran cuore con cui confidarsi e parlare dei propri problemi, un’animo gentile che ha sempre saputo ascoltare e che ha sempre raccolto le richieste d’aiuto, per problemi più o meno gravi dei suoi fedeli.

Stamattina durante la trasmissione l’ho visto parlare con gli occhi e con il cuore più che con il suo tipico tono gentile di voce e mi è venuto il magone, poichè mi sembra impossibile che i pregiudizi, la cattiveria ed il voler nascondere certe situazioni, di chi proprio dovrebbe starti accanto e non lasciarti solo nei maggiori momenti di difficoltà e sconforto, lo abbiano schiacciato, costringendolo a dimettersi dalla sue tanto amate Chiese di Noli e di Tosse ed isolandolo dalla sua comunità di fedeli che tuttora lo rimpiangono.

Tutto ciò è avvenuto perchè sia in passato, sia ora appoggia ed ha aiutato a venir fuori allo scoperto, Francesco Zanardi, accusatore ed attivista, fondatore dell “Associazione L’Abuso”, vittima e sopravvissuto da parte di abusi avvenuti da un sacerdote durante la sua adolescenza, che combatte la pedofilia nel clero, con coraggio e forza, senza perdersi mai d’animo, ma reagendo sempre alle provocazioni, ai continui ostacoli e ritorsioni.

Insieme hanno denunciato con prove e documenti vari molti casi di pedofilia nel savonese e purtroppo, invece di essere aiutati e sostenuti, sono state spesso vittime di ritorsioni, accuse diffamatorie ed ingiustizie, forse proprio dovute al loro coraggio ed alla loro voglia di non arrendersi, ma di continuare a combattere, perchè l’unico modo per non far cadere l’attenzione su questo grave crimine e piaga mondiale è quello di continuare a parlarne, di fare iniziative e di continuare a denunciare, anche se si ha paura e se purtroppo, almeno qui in Italia, la giustizia è ingiusta e si fanno due pesi e due misure rispetto a pedofilia laica e pedofilia clericale.

Credo che bisogni sostenere ad aiutare le vittime di questi abusi ad uscire allo scoperto, a denunciare ed a non arrendersi perchè solo chi ha vissuto queste orribili esperienze può capire e può decidere di unirsi ad altre vittime, per riuscire a sopravvivvere nonostante le ferite del cuore e dell’anima durino e restino per tutta la vita.

A tal proposito domattina, giovedì 22/09/2011 dalla Torretta di Savona Francesco Zanardi inizierà da solo un “pellegrinaggio per la verità” che lo condurrà fino a Roma per chiedere udienza al Papa, affinchè vengano rispettate le linee guida imposte dal Vaticano finora non applicate riguardanti i preti pedofili.

Francesco e tutti i suoi sostenitori e collaboratori si augurano che durante la marcia altre vittime si aggiungano nelle sue tappe durante il suo cammino, perchè l’unione fa la forza ed è ora di smettere di tacere, per un problema così grave che non può e non deve più essere ignorato o dimenticato.

LAURA CANDELO

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.