Diteci la verità sull’affaire Rodriquez!

Unione di Popoli e Comunità per il Carmo Unito
Diteci la verità sull’affaire Rodriquez!

Unione di Popoli e Comunità per il Carmo Unito

Siamo una formazione culturale e cooperante per la politica locale che si candida alle elezioni amministrative del Comune di Pietra Ligure (SV). Crediamo di aver individuato una grave criticità del nostro territorio con elementi di inquietante opacità. Per questo chiediamo con una lettera aperta l’intervento urgente delle istituzioni.

Egr. Ministro del Lavoro   G. Poletti

Egr. Ministro dell’Ambiente G. L. Galletti

Egr. Presidente Regione Liguria C. Burlando

Egr. Presidente Provincia Savona A. Vaccarezza

Egr. Sindaco Comune di Pietra Ligure L. De Vincenzi

Oggetto: richiesta urgente di intervento a tutela della salute, del paesaggio, della forza occupazionali e delle prospettive di sviluppo della cittadinanza del comune di Pietra Ligure.

 In data 07.05.2014, la nostra formazione ha diffuso un documento contenente un’inchiesta sotto forma di quesiti sulla gestione del cantiere navale Rodriquez di Pietra Ligure e delle aree demaniali ad esso connesse. Riproponiamo il testo di quel comunicato come premessa per le richieste che, in conseguenza di quanto emerso, sottoponiamo alla Sua attenzione:

– Diteci la verità sull’affaire Rodriquez! –

 Abbiamo assistito esterrefatti alle polemiche sul futuro delle aree ex cantiere navale che in questi giorni hanno diviso la stessa maggioranza che ha gestito il progetto.

 A nostro avviso la situazione è talmente opaca che solo un referendum popolare può districare la matassa e far prevalere l’interesse generale su quello privato.

 Prima di parlare del futuro, però, secondo noi, sarebbe necessario parlare del passato. Avremmo alcune domande da rivolgere a chi ha gestito l’affaire Rodriquez:

1. quando la finanziaria IMMSI di Roberto Colaninno iniziò nel 2007 la procedura di conversione e riduzione delle aree industriali ottenne l’accesso agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria, poi straordinaria, poi in deroga) per progetto di ristrutturazione. Nel 2013 venne avviata la procedura di chiusura del sito industriale con conseguente iter di messa in mobilità degli operai che nel frattempo non sono andati in pensione o non si sono licenziati. La domanda è: com’é stato possibile finanziare per oltre 6 anni con denaro pubblico (cassa integrazione) un progetto privato che non ha mai tenuto fede alle promesse iniziali passando dalla ristrutturazione alla chiusura?

2. se la chiusura non è dovuta a speculazione immobiliare, ma a crisi reale dell’azienda, com’é credibile che questa stessa azienda possa gestire un progetto così complesso e costoso come la riqualificazione dell’intera area? Perché in una situazione di chiusura si continuano a lasciare attive le concessioni demaniali?

3. il 19.11.2007 la suddetta IMMSI di Colaninno è risultata aggiudicataria dell’asta immobiliare indetta dall’Agenzia del demanio per il valore di 17,4 milioni di euro: come a dire comprare all’asta una Ferrari al prezzo di una Panda. Perché è stata sdemanializzata un’area dal valore

ambientale e turistico così importante per un prezzo così esiguo? Perché nessun ente ha esercitato diritto di prelazione?

4. perché sono state sdemanializzate solo le aree edificabili, ossia quelle maggiormente appetibili e redditizie, mentre quelle di più difficile gestione sono rimaste al demanio? Come a dire: vivo in una villa, la vendo e mi trasferisco in una baracca…

5. quale certezze ci sono attualmente sui tempi di realizzazione del progetto e quali garanzie per il mantenimento della forza occupazionale?

6. com’é stato possibile che il Comune abbia potuto far smantellare e vendere dall’azienda tutto il metallo pregiato presente in cantiere (ferro, rame, ottone, alluminio…) senza chiedere di farsi carico in tempi rapidi anche della bonifica dell’amianto, a tutt’oggi ancora presente in cantiere, a tutela della salute dei cittadini?

7. chi ha valutato l’effettivo beneficio per la comunità derivante dall’avvio di una nuova iniziativa turistica in una zona dove sono ben visibili le ferite inferte dalla crisi al turismo (ex albergo Internazionale e ex albergo Royal chiusi e abbandonati al proprio destino)?

 Considerato, quindi, quanto emerso in conseguenza della nostra inchiesta, riteniamo che si rendano necessarie operazioni coerenti di radicale salvaguardia con atti amministrativi urgenti ed eccezionali motivati nel merito dall’igiene e dalla sicurezza  nonché dalle finalità pubbliche concordate, anch’esse di utilità generale. 

 Gli atti devono mirare a: 

a) Ripristino dell’area nelle condizioni naturali pre – cantieristiche (asporto dei materiali inquinanti anche nello specchio acqueo antistante fino alla linea bianca, messa in sicurezza di aree ed edifici classificati dalle Sovraintendenze di valore storico e paesaggistico).

b) Presa in  carico da parte della Municipalità degli edifici e delle aree destinate a proprietà pubblica.  

c) In ultimo e subordine restituzione dell’area al demanio pubblico  poiché la vendita del terreno era condizionata alla realizzazione delle opere concordate come da progetto di massima.  

d) Controllo degli atti amministrativi e delle procedure per garantire la linearità e la trasparenza di tutti i passaggi del complesso iter avviato e, in parte, ancora da concludere.

e) Adozione delle misure atte a garantire il totale reimpiego della residua forza occupazionale.

f) Avvio delle misure atte a ottenere la restituzione di quanto indebitamente percepito dalla proprietà in conseguenza di eventuali irregolarità nella gestione degli ammortizzatori sociali.

   L’Unione di Popoli e Comunità per il Carmo Unito

Pietra Ligure, 14.05.2014

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