Da Burlando a Toninelli, se non è zuppa è pan bagnato!

 Nel 1992 l’ingegner Gabriele Camomilla, direttore Ricerca e Manutenzione di Autostrade Spa –  società a quel tempo ancora Pubblica – onde decongestionare il traffico sull’autostrada A10 e sul ponte Morandi, presentava il progetto della “Bretella Voltri-Rivarolo”, opera da realizzare a spese della stessa società Autostrade Spa.

Si trattava di un’opera che passava quasi interamente in galleria, tranne un ponte sul torrente Polcevera, da posizionare a monte del ponte Morandi.

 

L’ing. Camomilla e il suo progetto

Tuttavia nella parte iniziale della Bretella, in zona Pra, dove esistevano alcune coltivazioni del famoso basilico, temendo di subire danni durante la costruzione dell’opera i contadini del posto si coalizzarono costituendo un Comitato schierato contro la realizzazione di tale infrastruttura.

Claudio Burlando, allora Sindaco di Genova, bloccava i lavori, giudicando il progetto inadeguato, anche se si può ben pensare che la vera ragione per cui aveva preso tale decisione fosse di carattere prettamente elettorale; in ogni caso, sta di fatto che l’opera venne bocciata e i 900 miliardi di lire già stanziati dal Governo, furono dirottati dall’allora Ministro delle Infrastrutture Prandini sulla Salerno- Reggio Calabria.

 

Nel 1994 la società Autostrade Spa lanciava un nuovo accorato allarme, sollecitando con urgenza la costruzione di un passante a Genovadenunciando che dagli anni ’60, cioè da quando era stato inaugurato il ponte Morandi, il traffico da 20.000 unità era passato a 60.000 unità al giorno e quindi la situazione cominciava a diventare critica.

Il Governo Berlusconi allora stanziava 40 miliardi per lavori urgenti, dando il via ai lavori per il “Passante di Genova”.

Cade il Governo Berlusconi e, dopo un anno di Governo Dini, arriva il Governo Prodi il cui Ministro dei Trasporti è il genovese Claudio Burlando, il quale, con un’altra scusa, blocca nuovamente il progetto al fine di non inimicarsi il Partito della Rifondazione Comunista e dei verdi;  il contribuente paga nuovamente le penali per i lavori già appaltati.

 

Berlusconi presenta la legge obbiettivo

Nel 2001 torna il Governo Berlusconi, che vara la “Legge Obbiettivo”, nella quale, tra le grandi opere, c’è nuovamente il Passante di Genova, ora chiamato “Gronda”.

La società Autostrade Spa firma la Convenzione per la Gronda con l’allora Governatore di centro destra della Liguria Sandro Biasotti, con un’ipotesi di futuro declassamento del Ponte Morandi al passaggio delle sole autovetture.

Nel 2004 la società Autostrade Spa presenta 5 Progetti e stavolta il blocco arriva dalla P.D. Marta Vincenzi, allora Presidente della Provincia, il cui parere era vincolante, la quale promuove incontri e dibattiti su ponti, tunnel, ascensori e quant’altro …intanto, il ponte Morandi invecchiava ed il traffico su di esso continuava ad aumentare!

 

Marta Vincenzi

La storia ci porta tragicamente ai giorni nostri (2018) con il disastroso crollo del ponte Morandi, per il quale la responsabilità penale sarà accertata dalla Magistratura, mentre, a mio parere, la responsabilità politica va ascritta totalmente al P.D. ligure nel suo insieme, del quale Claudio Burlando è stato per trent’anni Kapo indiscusso.

Oggi alle titubanze del P.D. si aggiungono quelle dei 5 Stelle, per cui inizia una nuova storia che vede PD e Grillini compagni di (s)ventura nell’ostacolare ogni infrastruttura: i primi per tenere nella loro orbita il Partito di Rifondazione Comunista e i Verdi, i secondi per la loro avversione nei confronti della crescita economica in quanto fautori della bucolica “decrescita felice”.

Nel 2019 malgrado le macerie del Ponte Morandi fossero ancora nel sito fumanti, Danilo Toninelli (ormai ex Ministro) continuava a bocciare la grande opera della Gronda, suggerendo, sulla scia del pensiero della ex Presidente della Provincia e successivamente Sindaca P.D. di Genova Marta Vincenzi, di perseguire “… opzioni infrastrutturali più efficienti in termini trasportistici, ambientali e finanziari” (sic!) e naturalmente di approfondire l’argomento con dibattiti, riunioni, comitati, assemblee e via cantando … insomma, fuffa.

Nel 2020 cioè oggi tutto è pronto per iniziare un’opera che doveva essere ormai terminata perché iniziata trent’anni fa, ma manca ancora una firma e, tanto per cambiare, è la firma di un membro del P.D. (la Ministra dei Trasporti del secondo Governo Conte) che, al pari dei suoi predecessori, non ha ancora capito che se le merci arrivano in un porto devono essere rapidamente instradate attraverso le infrastrutture di terra, altrimenti le navi vengono dirottate su altri porti i quali, anche se più distanti, sono dotati di ottime infrastrutture a terra e quindi offrono un servizio più efficiente.

 

Tutto questo non lo ha mai capito Claudio Burlando, nato a Genova, figuriamoci se lo capisce chi proviene dal Lago Gerundo o dalla Riva destra del Po dove i porti non esistono!! 

Vorrei aggiungere un particolare, non secondario.

Nella mia vita sono passato svariate volte sul ponte Morandi e in verità non mi sono mai fatto tanti problemi, pensando che i controlli di stabilità fossero fatti con sufficiente scrupolosità; al contrario mi sono sempre turbato per il fatto di dover attraversare quelle gallerie che portano al ponte, affiancato da TIR che spesso sbandavano paurosamente.

Fortunatamente non abbiamo mai appreso di paurosi incidenti accaduti nelle gallerie per il passaggio contemporaneo di TIR, provenienti da ogni Paese, con autisti spesso di dubbia professionalità e magari con 20 ore di guida alle spalle e autoveicoli leggeri, situazione questa che avrà certamente impressionato, sin da trent’anni fa, i proponenti di una via dedicata ai mezzi pesanti, che transitano da Nord a Sud dall’A26 all’A10 per tornare a Nord nella zona industriale di Genova, causando pericolo e perdita di tempo, che, come ben si sa, significa perdita di competitività.

Considerato che con questa compagine governativa non prevarrà certamente la ragione, essendo i suoi componenti ideologicamente legati ad assurdi stereotipi gli uni (grillini) e al clientelismo locale gli altri (i P.D.), l’unica speranza è che prima o poi nuove elezioni possano partorire un Governo che abbia veramente a cuore il bene della nostra Regione e del Paese, con tutto rispetto per i coltivatori del basilico e i bucolici amanti della campagna e della decrescita felice.

   SILVIO ROSSI  Consigliere Comunale  “SAVONA CAPOLUOGO”

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