Credere o non credere nella chiesa di Dio?

CREDERE O NON CREDERE
NELLA CHIESA DI DIO?

 
    CREDERE O NON CREDERE
NELLA CHIESA DI DIO?

 In che cosa credono i credenti cattolici? Credono nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Una perché i discepoli di Gesù Cristo divengono una cosa sola tra loro e con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Santa perché l’Alleanza che Dio ha voluto stringere con il suo popolo lo rende santo. Cattolica perché universale è (o vorrebbe essere) il suo Regno. Apostolica perché inviata da Dio Padre per redimere i peccati.

La missione della Chiesa è (così ci hanno insegnato a catechismo) la redenzione e la salvezza dell’umanità peccatrice. Questo, si badi, non significa che gli uomini di chiesa siano tutti santi, gli uomini di chiesa sono fatti di carne, di sangue e di ossa come tutti gli altri, e, di conseguenza, possono cadere in tentazione, come cadde in tentazione il primo uomo nel paradiso terrestre. Ora non si può negare che faccia una certa impressione venire a sapere quanti uomini di chiesa, alti prelati, monsignori e cardinali predichino (almeno così si suppone) bene e razzolino poi  tanto male. Ma, si potrebbe anche osservare, dov’è la novità?


 

Così è sempre stato, basti pensare a quanti preti e frati l’Alighieri manda all’inferno, o alle invettive del Petrarca contro il clero corrotto del suo tempo, per non parlare  di quelle di Martin Lutero contro la nuova Babilonia romana. Dunque non è cambiato niente da allora? Una cosa è sicuramente cambiata: la velocità con cui oggi vengono diffuse  le notizie, e il potere dell’opinione pubblica.  Fa una certa impressione leggere in Via crucis di Gianluigi Nuzzi, per esempio, la lista delle spese pazze del cardinale australiano George Pell, soprannominato “il Ranger”, venuto a Roma con l’incarico di riassestare le finanze della curia, o dei duecentomila euro pagati dalla fondazione Bambin Gesù per lavori di ristrutturazione nel super attico del cardinal Tarcisio Bertone, o della magione in Borgo Pio di 524 metri quadri del cardinale americano William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che qualche settimana fa, in meritata vacanza alle isole Hawaii, è stato arrestato per guida in stato di ebbrezza, o che al simpatico cardinale Domenico Calcagno (che fu per breve tempo vescovo di Savona e Noli), detto “Monsignor Rambo” per quella sua innocente mania di collezionare armi, non basta l’appartamento di servizio, “e si è creato un buen retiro con appartamento e cascina immersi in una ventina di ettari all’interno della tenuta San Giuseppe sulla Laurentina” (Francesco Grignetti su La Stampa del 5/11/15), e così via elencando.  Ebbene, ci scandalizzeremo per questi insulti alla miseria di tanti poveri Cristi da parte di tutti questi  porporati ligi (o almeno formalmente ossequienti) al depositum fidei e al Magistero di Santa Madre Chiesa?  Di che cosa sono colpevoli, di godere di qualche giusto privilegio dovuto al loro grado gerarchico? Ma non sta scritto nel Vangelo che chi si innalza sarà abbassato e chi si umilia sarà esaltato? Già, ma sarebbe un errore prendere il Vangelo alla lettera: chi, per esempio,  potrebbe mai essere perfetto come il Padre nostro che è nei cieli? 


A chi mai si caverebbe un occhio o si taglierebbe una mano per salvarsi dalla gehenna?  Eppure anche questo sta scritto in Matteo. All’Angelus di domenica 8 novembre, Papa Francesco ha così ammonito la folla dei fedeli accorsi in Piazza San Pietro: “So che molti di voi sono stati turbati dalle notizie che sono circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati. Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. E’ un atto deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene, e sono state prese misure che hanno incominciato a dare dei frutti…Perciò voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Quindi vi ringrazio e vi chiedo di continuare a pregare per il Papa, per la Chiesa, senza lasciarvi turbare ma andando avanti con fiducia e speranza”. Pregare per il Papa, certo; questo Papa ha veramente bisogno dell’aiuto di tutti gli uomini di buona volontà, data la quantità di nemici che ha dentro e fuori dalle mura leonine. Ma anche la Chiesa ha bisogno delle nostre preghiere se è così scossa e turbata da due libelli (Via crucis , Chiarelettere,  già citato e Avarizia di Emiliano Fittipaldi, Feltrinelli) che rivelano  e divulgano  scandali e segreti anche della chiesa di Francesco. Ma non dovrebbe essere la Chiesa di Dio?

Fulvio Sguerso

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