Costi della politica

Costi della politica :
Quel sottobosco istituzionale da estirpare…

Costi della politica :
Quel sottobosco istituzionale da estirpare…

Oggi parlare di tagli ai costi della politica è diventato uno dei motivi dominanti, certo non l’unico in questi momenti di tragica crisi, dai pensionati alle famiglie tartassate, dal lavoro che manca ai giovani disperati, ma sbraitare sui tagli alla politica resta sempre e comunque un tema molto gettonato.

In verità la questione non è nuova, spesso tra annunci di interventi in materia e cosa fatte anche se solo in parte il materiale abbonda, si potrebbero riempire scaffali di proposte e dichiarazioni di intenti, documenti coperti dalla polvere del tempo che passa inesorabile senza nulla concludere.

 

Bisognerebbe però capire per non cadere nel demagogico cosa si intende quando si parla di costi della politica, perchè il termine si presta a interpretazioni diverse, tutte lecite ma a volte fuorvianti dal tema principale.

Partendo dalle certezze possiamo senz’altro dire che gli stipendi dei parlamentari sono esagerati, ma anche quelli degli amministratori regionali, spesso anche degli eletti nelle Amministrazioni provinciali per non dire dei comuni più o meno grandi che siano.

Altra notizia sicura sono i numerosi privilegi esistenti almeno quelli più palesi che si eviterà qui di elencare essendo di pubblico dominio, così come sono noti i vari vitalizi dei quali si discute in queste ore, per non parlare delle rendite a cascata e conseguenti che la posizione vissuta lascia dietro di se anche a fine mandato, viaggi gratis e altro ancora.

Certo, anche questi sono costi della politica significativi, ma io credo ci sia ben altro sotto questa coltre che oramai è venuta alla luce ed divenuta a conoscenza di tutti.

Io non credo che sia la politica a costare.

O meglio, credo che debba senza dubbio ridimensionarsi nei privilegi ma ciò che costa maggiormente e che suscita indignazione è dovuto al costo di tutto l’apparato che intorno alla politica vive e si arricchisce a spese di tutti.

Sono gli uffici degli staff, gli incarichi premiali negli enti e nelle società controllate, tutto il corollario di rappresentanza, le nomine fatte a compensazione di delusioni elettorali, le spese fuori controllo e chi più ne ha più ne metta, ognuno di noi in coscienza potrebbe fare un elenco lunghissimo.

Questo è quello che costa in maniera prevalente e si tratta a detta degli esperti di cifre che probabilmente sono anche difficili da quantificare perchè vivono nel sottobosco istituzionale più sommerso, una ragnatela di familismo, nepotismo sfacciato, consulenze sguaiate e tutto ciò che piano piano sta emergendo non potendosi più nascondere.

Ciò che rammarica più chi scrive è che anche ammettendo di porre fine a tutto questo – cosa peraltro non semplice – nessuno riuscirà mai a restituire allo Stato, e quindi alla cosa pubblica, ciò che nel tempo questo mondo si è autodistribuito.

Per i rimedi come sempre le ricette si sprecano, alcune degne di attenzione altre non ricevibili perchè non attuabili, però qualcosa si sta muovendo e sarà solo la forza dell’opinione pubblica, degli elettori che darà la svolta se lo vorrà.

 Ma non potrà mai farcela da sola, servirà l’aiuito degli uomini onesti che nelle Istituzioni lavorano e si impegnano seriamente, e ce ne sono parecchi.

Per iniziare basterebbe che ognuno guardasse in casa propria, che ognuno guardasse nella scala accanto, nei suoi territori, che facesse mente locale in ciò che avviene vicino a lui,  dove questo sottobosco istituzionale allarga le sue maglie con più facilità di riuscita e più difficoltà ad essere scoperto.

A partire dalle società partecipate dagli enti pubblici, dalle nomine fatte, dai privilegi e dagli stipendi fuori controllo che li vengono autodistribuiti, basterebbe guardare i vari CdA per rendersi conto che alla fine i nomi sono sempre gli stessi, le stesse persone in più società pubbliche o miste, gli stessi nomi in lizza per essere sindaco e parlamentare, Presidente di Società, consigliere di Amministrazione, mogli, mariti, figli, fratelli e così via.

E’ ovvio che questa bolla fumosa prima o poi esploderà travolgendo anche chi invece ne è estraneo, chi sapeva e non ha detto nulla, per paura, per timore di perdere qualcosa.

Non bisogna quindi chiedersi poi perchè i giovani non trovano spazio e si allontanano dalla politica.

Io però vorrei spiegare ai giovani che questa non è la politica vera, quella che discute dei problemi pubblici e pur su posizioni diverse trova la sintesi ottimale, questa è una sua deviazione velenosa e parassitaria che va estirpata, va sradicata dalla cosa pubblica nelle persone e soprattutto nella cultura del personalismo.

Estirparla anche con l’aiuto dei giovani stessi, della loro voglia di emergere, di farsi valere, di dimostrare che possono dare tanto senza nulla chiedere.

Da questo mondo vergognoso dell’interesse personale a spese dell’interesse pubblico non hanno proprio nulla da imparare e non devono avere modelli da imitare

Come diceva Sandro Pertini  “……i giovani non hanno bisogno di sermoni, hanno bisogno di  esempi….”

Maglio Domenico

 

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