Continua il tradimento dei Chierici?

Continua il tradimento dei Chierici?

 
Continua il tradimento dei Chierici?

 Non è facile, ma nemmeno impossibile capire perché il mondo scientifico non ha difficoltà ad esplorare l’Universo ma sulla terra ha seri problemi. Specialmente ora che la pandemia ha ridotto l’intera architettura del progresso, in una pericolante Torre di Babele.

Perché le scienze umanistiche e matematiche non avanzano più parallelamente e alla stessa velocità come coniugi che si amano, ma come due separati in casa che restano uniti ma solo per sfruttarsi reciprocamente. E va da Dio se non si fanno pure la guerra a cannonate.

Il progresso delle scienze matematiche è a dir poco sparato, mentre quello delle scienze umanistiche ci promette un passaggio indolore dalla bestia a l’uomo, ma gira ancora intorno alle caverne, e le tracce di “umanità” negli umani sono ancora introvabili.

Dall’invenzione della ruota siamo arrivati alle auto senza autista e agli aerei senza pilota, per non parlare delle conquiste spaziali ora su Marte; ma la cultura umanistica capace di adeguare l’intelligenza e l’umanità dei popoli alla complessità dei mezzi fantascientifici sfornati dalle scienze matematiche, da usare senza danni o sprechi per sé o per l’ambiente, (vedi smartphone in mano a milioni di anziani che hanno difficoltà persino ad accenderlo e spegnerlo) non l’hanno ancora inventata.

I matematici non si sentono in obbligo di adeguare i mezzi agli uomini, e i filosofi, pur tentando disperatamente di mettere l’intelligenza dei popoli, al passo del progresso tecnologico, non ce la fanno.

Perché la filosofia si pone il problema di accrescere l’intelligenza dei popoli: di tutti gli individui a prescindere se nati stupidi o geni. Mentre la scienza passa al setaccio le risorse umane, sceglie le migliori intelligenze e le usa per sfruttare e truffare interi popoli e interi continenti.

Per capire meglio i “miracoli” delle scienze matematiche, guardate come sono costruite nel mondo le automobili. Hanno l’abitacolo perfettamente predisposto per il numero di passeggeri da ospitare, ma il posto di guida e i relativi comandi, non sono adattati alle reali capacità psicofisiche del soggetto che si mette alla guida, sono standard.

Sono più conformati per assicurare comodità al sedere dell’autista che lucidità e prontezza di riflessi alla sua testa. E magari mettere riparo alle sue mancanze e ai suoi errori perché non diventino drammatici.

E fino a quando la cultura sará soggetta all’arbitrio di filosofi e matematici, ormai strenuamente impegnati più a “vendersi” al mercato industriale e finanziario, che a spendersi per la libertà, la democrazia e l’emancipazione reale dei popoli; solo la politica che vorrà prostituirsi al mercato avrà risorse e potere.

 FRANCO LUCERI

 http://ilrebusdellaculturaumana.blogspot.com

 

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