Condizionamento occulto e scelte consapevoli.

Condizionamento occulto
e scelte consapevoli

Condizionamento occulto e scelte consapevoli.

Leggo questa notizia e mi chiedo: qui prodest?

Ben inteso, non contesto i risultati clinici, non ne ho le competenze. Però mi pongo, e desidero porre a voi una riflessione. I dolori, le ferite psichiche, i traumi, non concorrono anch’essi a renderci ciò che siamo?
Da counselor posso assicurare che il più grande “errore” in cui si può cadere è auspicare di eliminare il dolore dalla nostra esistenza. Il dolore va abbracciato, stritolato, respirato e assorbito, è l’unico modo per imparare a conviverci. Eliminare i nostri dolori equivale ad addormentare una parte della nostra personalità. E’ ciò che rincorrono tanti nei più svariati modi. Ora, presumibilmente, arriverà la pillola magica che inibisce i brutti ricordi, ergo il dolore che essi generano. Tutto pulito, legale, soft. Forse. Forse no. Questo farmaco, il cui principio attivo è il propanol, è in commercio da tempo ed ha funzioni di beta-bloccante. Io stessa  ho assunto questo farmaco per un paio di anni, del tutto inconsapevole degli studi di cui era oggetto e che hanno portato oggi ad elaborare le nuove indicazioni terapeutiche. Vi chiederete se funziona? Vi rispondo che funziona, certo. Io lo assunsi per curare una forma di ipertensione su base ansiosa, e solo oggi scopro come mai ha funzionato così bene. Di certo ora non lo assumerei più. Preferisco almeno essere messa nelle condizioni di scegliere. Stessa storia per i farmaci ansiolitici e antidepressivi. Sovente sono davvero indispensabili, ma sarebbe  importante che chi se li vede prescrivere fosse adeguatamente informato circa le difficoltà di dire “basta” quando si ritiene. Invece no, il libero arbitrio per i pazienti pare non esistere, a tutto vantaggio delle case farmaceutiche. Io non voglio aprire una discussione sull’utilità o meno di un farmaco, ma sul diritto che secondo me tutti abbiamo di essere informati su come un farmaco funziona, se condiziona o meno i normali processi mentali. Esistono tante forme di condizionamento psicologico occulto e nessuna legge che le regolamenti. Celebre il caso del padre fondatore del comportamentismo J. Watson che, abbandonati i suoi (discussi) esperimenti in contesto scientifico, si dedicò alla pubblicità e sfruttò il cosiddetto “fenomeno phi” definito da Wertheimer (fenomeno della persistenza di un’immagine sulla retina) per inserire pubblicità occulta all’interno dei fotogrammi di un film. Nessuna legge norma queste attività, tutt’altro che rare. Ma siccome è scomodo che si parli di queste realtà, persino in rete è difficile trovare informazioni fruibili da tutti. Provare per credere. Investire tempo e pazienza per promuovere una cultura della consapevolezza alla portata di tutti è un obiettivo da perseguire e ricercare seriamente.

Giovanna Rezzoagli Ganci

http://www.foglidicounseling.ssep.it

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