Complesso d’inferiorità

COMPLESSI D’INFERIORITA’

 

COMPLESSI D’INFERIORITA’

Mauro Cosmai *


Il complesso d’inferiorità è un termine conosciuto anche fuori dei confini della psicologia. Viene anche usato nella letteratura non tecnica e nel linguaggio parlato, anche per celia quando si vogliono stigmatizzare le difficoltà di chi non si ritiene in grado di affrontare compiti difficili o raggiungere determinati traguardi.

Il complesso d’inferiorità riveste comunque significati ben precisi. A. Adler ai primi del Novecento dello scorso millennio approfondì per primo questa dinamica che all’iniziò definì “sentimento d’inferiorità”; in seguito usò l’espressione “complesso d’inferiorità” per delineare l’intensificazione e l’esasperazione del primo.

Il sentimento d’inferiorità denuncia un’inadeguatezza che nasce però da condizioni oggettive.

Nel bambino infatti questa condizione è normale e collegata al confronto con gli adulti che per chiari motivi sono più forti e potenti dal punto di vista fisico, conoscitivo, strutturale etc. Il bambino, crescendo, dovrebbe gradualmente raggiungere una posizione di parità in rapporto allo sviluppo psicofisico e alla progressiva integrazione nel mondo degli adulti.

L’inferiorità d’organo è un primo fattore scatenante che può portare a livelli patologici il naturale sentimento d’inferiorità: minorazioni, malattie o problemi estetici conducono a un confronto frustrante con i propri simili, ma stavolta con caratteristiche prettamente soggettive: i problemi psicologici possono infatti risultare più lievi in caso di gravi handicap e per contro maggiori anche per lievi menomazioni.

L’esasperato sentimento d’inferiorità è in diretto rapporto alla famiglia d’origine. Criteri educativi troppo rigidi portano all’insicurezza e alla carenza di autostima; una protezione soffocante condurrà invece il minore a confrontarsi in futuro con la realtà esterna (più dura) senza la sufficiente preparazione. Anche l’alternarsi di questi due aspetti educativi non giova di certo all’equilibrio mentale. In aggiunta a livello sociale (pregiudizi, diversità di razza, di religione, colore della pelle) esistono potenti sollecitazioni in grado di alimentare e accentuare i vari sensi d’inferiorità.

Negli adolescenti come negli adulti, infine, la sessualità gioca un ruolo fondamentale nella strutturazione del complesso d’inferiorità, in diretto riferimento a una scala di valori legata non solo all’ambiente ma alla mediazione culturale. Da qui una vasta gamma di compensazioni, vale a dire strategie di stile nevrotico. Ma sono artifici elusivi che non risolvendo i problemi li complicano ulteriormente.

 

   * psicoanalista – sessuologo

    (docente universitario)

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