Commento al libro: Sessualità e politica

Commento al libro di Giancarlo Ricci 

 Sessualità e Politica  

 (Sugarco edizioni,  Milano 2016)

Commento al libro di Giancarlo Ricci

 Sessualità e Politica   

(Sugarco edizioni,  Milano 2016)

 

  Ho letto e riletto con vivo interesse il libro dello psicanalista milanese Giancarlo Ricci Sessualità e Politica, Un libro che dà molte informazioni utili sulla storia, la genesi, i contenuti ideologici, la geografia del cosiddetto arcipelago gender.

Mi trovo molto vicino al pensiero analitico di Giancarlo Ricci per quanto riguarda i concetti psicanalitici che prendono come oggetto da elaborare la sessualità, meno per quanto riguarda quello che ritengo un vero e proprio attacco portato dall’autore a una presunta intenzione presente nell’ideologia gender di distruggere la famiglia tradizionale, intenzione che potrebbe avere come conseguenza l’atomizzazione di fatto della società in individui sparsi qua e là del tutto privi di legami responsabili ed etici tra loro. 

Questo pensiero dell’autore tradisce a sua volta una sua fissazione ideologica, ossia una concezione della famiglia troppo schematica, che fa pensare a un luogo chiuso, una nicchia abitativa dove si condivide per una presunta necessità oggettiva d’affetto: lo stesso bagno, lo stesso letto, la stessa televisione, lo stesso tavolo della cucina, in una sorta di prigionia d’orata intesa come cellula base della società soggetta a vincoli etici assodati. 

Il pensiero gender, il più diffuso, propone invece, semplicemente rapporti nuovi riconosciuti dalle istituzioni e basati sulla diversità che si incontra tra desideri fuori dai luoghi comuni, qualcosa che fa legame affettivo in forme inusuali non privo delle relative responsabilità e doveri tra persone che si amano, quindi senza atomizzare alcunché nel sociale perché i legami affettivi e d’amore nonché di responsabilità sono veri e creano una rete sociale nuova fatta di collegamenti etici, moralità, senso del sacrificio a fin di bene, etc. costituita dalla ricchezza culturale di nuove rappresentazioni sulla vita.

Il messaggio gender è chiaro. La famiglia non può essere più intesa esclusivamente come struttura di origine edipica basata sulla legge soggetta alla castrazione, ma come una nuova entità scoiale basta su un processo educativo sorretto dalla scienza, quindi essa può essere ormai intesa non come luogo della ferita edipica insanabile ma dinamismo pulsionale che annulla il desiderio edipico ossessivo (quello che è fonte di ogni maniacalità futura spesso legata alla corruzione in ogni campo) e smaschera nella famiglia per bene l’ ipocrisia della comunicazione presente spesso tra i membri che la costituiscono in forme che si contrappongono al sociale come un piccolo impero a sé.

 Biagio Giordano          25 maggio 2018

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