Come ricostruire nelle zone del terremoto

IL VOLTO DELLA MEMORIA (Ottantaquattresima parte)
Come ricostruire nelle zone
colpite dal terremoto

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Ottantaquattresima parte
 

Pubblichiamo, oggi, il quarto ed ultimo articolo di ALDO PASTORE, dedicato al fenomeno terremoto.
 L’articolo, inserito nella serie “DIALOGO COL MIO ALTER EGO”, porta la data del 9 maggio 2009 ed è così intitolato:
Come ricostruire nelle zone colpite dal terremoto
ALTER: Eccomi, Aldo! Come potrai verificare dall’esame dell’ora, dei minuti e dei secondi, ben evidenziati dal tuo orologio, oggi, io sono in  perfetto orario!

ALDO: Non vi è dubbio, Alter! Ed io mi rallegro con te, per l’odierna precisione!

Ma io, a suo tempo, ti ho fatto semplicemente rilevare, in tutta calma (non molta, per la verità) che tu eri solito arrivare da me o in un’ora antelucana (7.30 del mattino) oppure con due ore di ritardo! Converrai con me che questo disordine cronologico è inammissibile!

ALTER: Va bene, Aldo e, come puoi constatare, oggi, ho rimediato.
Ma, desidero aggiungerti che ho l’impressione che tu abbia una concezione rigida del tempo.
Penso che i rapporti tra l’essere umano e l’evolvere  del tempo siano molto elastici e mutevoli rispetto alla tua rigida visione: vi sono periodi  della vita  lunghi (ed anche un po’ noiosi), che  tu, fatalmente, sei portato a dimenticare ed altri, invece, che hanno una durata quasi estemporanea e che, tuttavia, tu,  attraverso la memoria, puoi far rivivere per interi anni!
L’esempio più classico è rappresentato dall’evento sismico; bastano pochi minuti per sconvolgere l’assetto del territorio e la vita degli uomini e certamente tu questo evento non lo potrai dimenticare!

ALDO: Ma, non andare fuori tema, Alter! Ritorniamo a noi ed agli argomenti che, oggi, ci eravamo ripromessi di affrontare!

ALTER: Un momento…Aldo. Hai detto che sono andato “fuori tema”. Hai ragione! E’ tutta una vita che io vado “fuori tema”; mi sono sentito ripetere questa tua frase da decine di insegnanti (maestre elementari e professori di ginnasio e di liceo); purtroppo è, per me, un evento quasi fatale e non posso assolutamente sottrarmi a questa pur evidente anomalia!
Ma…faccio uno sforzo e ritorno all’argomento odierno: OGGI E’ TEMPO DI RICOSTRUIRE!
Durante il nostro ultimo incontro, tu hai detto su questo argomento una frase che mi è parsa molto importante; anzi…aspetta un attimo; me la sono scritta e l’ho infilata nel taschino interno della mia giacca; attendi un istante; cerco di ricuperarla.
Eccola! Dunque, tu hai affermato che, attualmente, è necessario INDIVIDUARE DEGLI EDIFICI IN POSSESSO DELLA CAPACITA’ DI ESSERE ARMONICI CON IL TERRITORIO e, parallelamente, CON LE ESIGENZE ESISTENZIALI DEGLI ESSERI UMANI CHE, IVI, SONO INSEDIATI.

ALDO: Certamente, Alter! Continuo a ripeterti, anche oggi, questo fondamentale concetto!

ALTER: Bene! nel nostro ultimo incontro, ci siamo soffermati, soprattutto, sulla NATURA DEL SUOLO  e sulle CARATTERISTICHE FISICHE CHE ESSO DOVREBBE AVERE per consentire una corretta e sicura progettazione architettonica e, contestualmente, un’innovativa edificazione.
Ma…consentimi, Aldo! Io ho una certa paura del futuro.
Ti invito cortesemente a riflettere su di un dato di fatto, che a me sembra incontestabile. Cerco di spiegarmi: la tragedia  del terremoto dell’Aquila dice, a tutti noi, con crudele evidenza, che le PORZIONI DEBOLI E FRAGILI DELLA CITTA’ NON CORRISPONDONO NECESSARIAMENTE ALLE LORO ZONE PIU’ ANTICHE, vale a dire ai Centri Storici Medioevali o alle Estensioni Rinascimentali e neppure alle zone residenziali ottocentesche o di inizio del Novecento; a crollare su sè stessi, ad implodere come gusci vuoti sono stati, quasi sempre,  gli edifici costruiti negli anni ’50 e ’60 del Secolo scorso; e purtroppo, caro Aldo, quasi costantemente si è trattato di Edifici Pubblici, Servizi Collettivi
, Luoghi di Lavoro e di Sosta, abitati simultaneamente (anche nelle ore notturne) da decine o centinaia di individui.

ALDO: E’ vero, Alter! Ma, visto che ti sei imbarcato su questa rotta, fammi qualche esempio concreto di edifici pubblici, potenzialmente a rischio, sull’intero territorio nazionale.

ALTER: Uno degli esempi più evidenti (ed, addirittura, più scandalosi) è quello degli EDIFICI SCOLASTICI:

In Italia, più della metà degli Istituti che ospitano  Scuole Elementari, Medie e Superiori sono stati costruiti nell’ultimo Dopoguerra e, dunque, prima dell’approvazione della Legge 62 del 1996, che fissa le norme da osservare per la costruzione in zone sismiche.

Di conseguenza: in Italia, tre scuole su quattro sono a rischio sismico dichiarato.

Un altro esempio è quello degli EDIFICI OSPEDALIERI:
Risulta, dalle mie attente letture dei quotidiani, quanto segue:
il 14 giugno 2000, la Commissione d’Inchiesta del Senato sul Sistema Sanitario Nazionale ha evidenziato che
il 72 per Cento del Patrimonio Ospedaliero Italiano è stato edificato prima del 1980 e più precisamente:

– il 29 per cento dal 1900 al 1940
– il 12  ”      ”      dal 1941 al 1961
– il 21  ”      ”      dal 1961 al 1970
– il 10   ”     ”      dal 1971 al  1980
– il 28   ”     ”      dal 1980 ai  giorni nostri
Ebbene: sono circa 500 gli ospedali a rischio in tutta l’Italia, perchè costruiti senza rispettare le regole antisismiche e tra questi, paradossalmente, anche alcuni costruiti dopo il 1980!
L’esempio più classico è costituito dal Nosocomio di Ponticelli, il più grande dell’Italia Meridionale, costruito in spregio alle più elementari norme di sicurezza, a 8 Kilometri di distanza dal Vesuvio! E’ detto tutto!

 

ALDO: Ma al di là delle letture giornalistiche (anche se serie e credibili), chiediti perchè un edificio di costruzione relativamente recente è più fragile di quelli antichi.

Il perchè te lo dico io, caro Alter e lasciami parlare sino in fondo senza interrompermi perchè citerò, nel contesto del mio dire, alcuni concetti esemplarmente espressi da STEFANO BOERI:

” Il terremoto dell’Aquila  ha messo in scena, molto crudelmente, le ombre e le meschinità della nostra storia  più recente.

Abbiamo preso atto, con orrore, di EDIFICI COSTRUITI IN FRETTA ED AL RISPARMIO, cercando di usare MENO FERRO POSSIBILE ed un CALCESTRUZZO RICCO DI SABBIA E POVERO DI CEMENTO.

Abbiamo toccato con mano l’esistenza di IMPRESE EDILI IRRESPONSABILI e di una COMMITENZA PUBBLICA PRIVA DI SCRUPOLI E DI RIGORE; abbiamo, purtroppo, constatato l’INADEGUATEZZA DI NORME LEGISLATIVE, capaci di fissare dei requisiti minimi di resistenza strutturale.

Dobbiamo prendere atto che, da almeno due decenni, ci troviamo di fronte ad un’edilizia ebbra di velocità e di potenza muscolare.

Vedi, Alter, nel caso del nostro ultimo incontro, io mi sono permesso di dirti che noi, oggi, in Italia, abbiamo bisogno non soltanto di UNA NUOVA STRATEGIA NEO-EDIFICATORIA, ma, soprattutto, di una NUOVA POLITICA.” 

 ALTER: D’accordo, Aldo, ma io ti ripeto quanto detto pochi minuti fa:

OGGI  E’ TEMPO DI RICOSTRUIRE! Non possiamo lasciare nelle Tendopoli o, addirittura, nell’abbandono migliaia di cittadini in gran parte dell’Abruzzo!

Come procediamo?

Ti ricordo che, proprio nei giorni scorsi, il Governo nazionale ha varato un nuovo PIANO CASA; non rammento, francamente, quante versioni ha avuto questo Piano, dal mese di Marzo ad oggi, ma è pur sempre un tentativo per indicare, a noi tutti, una via d’uscita di questa drammatica crisi!


 ALDO: No, Alter! Ti ripeto, per l’ennesima volta, che questo Piano è UNA MEDICINA PEGGIORE DEL MALE o, meglio, UN SISMA PIU’ PERICOLOSO DI QUELLO ABRUZZESE e ti spiego in estrema sintesi, i difetti fondamentali che stanno alla base di questo provvedimento:

 1) MANCATO COINVOLGIMENTO DELLE REGIONI IN UNA MATERIA DOVE LA COMPETENZA LOCALE ASSUME IMPORTANZA DI ECCEZIONALE RILIEVO; DESIDERO METTERE IN PARTICOLARE  EVIDENZA CHE UNA TALE PROCEDURA E’ PALESEMENTE ANTI-COSTITUZIONALE;

 2) ESIGUITA’ E FRAGILITA’ DELLE NORME ANTISISMICHE PROPOSTE; POTRAI CONSTATARE, IN PROPOSITO, CHE L’ARGOMENTO DELL’ “ALTO RISCHIO” E’ CONFINATO IN APPENA DUE RIGHE DEL PRIMO  ARTICOLO DEL DECRETO GOVERNATIVO;

 3) ALLENTAMENTO PALESE DELLA TUTELA  AMBIENTALE E DEPOTENZIAMENTO DEI COMPITI E DEI POTERI DELLE SOVRAINTENDENZE;

 4) ATTIVITA’ EDILIZIA  LIBERA E, DI FATTO, INCONDIZIONATA; INFATTI, NEL CONTESTO DEGLI OTTO ARTICOLI CHE COMPONGONO IL DECRETO, OGNI DISPOSIZIONE, APPARENTEMENTE COERCITIVA, LASCIA APERTO UN PERICOLOSO SPAZIO DI AMBIGUITA’;

 In parole molto semplici, caro Alter, SI CONTINUERA’ A COSTRUIRE SECONDO CRITERI VECCHI DI VENT’ANNI. 

ALTER: Confesso, Aldo, di non aver letto questo Decreto Legislativo, nemmeno attraverso i servizi giornalistici; sembra abbiano costruito un muro di gomma nella diffusione di questa notizia; ma…forse, non è un male perchè, quasi sicuramente, i muri di gomma sono più stabili e certamente più elastici rispetto a quelli realizzati con le tecniche edificatorie, da te poc’anzi riferite!

Ma, aldilà di questa mia sottile battuta ironica, come dovrebbe agire la NUOVA POLITICA da te auspicata?

E, soprattutto, attraverso quali provvedimenti?

 ALDO: Il primo atto legislativo da compiere deve prevedere  una seria ed approfondita NORMATIVA DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ANTISISMICA; siamo terribilmente arretrati, caro Alter, in questo settore, anche perchè, da almeno vent’anni, non abbiamo preso nella  dovuta considerazione i progressi  scientifici e tecnologici che si sono realizzati in altre parti del Mondo.

Di fatto, la normativa, vigente in Italia, risale al 1996 (ma, in realtà, essa non si differenzia da quella del 1987).

Nel 2003, a seguito del terremoto del Molise, sull’onda dell’emergenza, la Protezione Civile emanò una circolare urgente “rispetto alla quale si decise una coesistenza di 18 mesi con la vecchia normativa”.

A quella proroga della Legge del 1996 ne seguirono altre.

“Con l’arrivo delle NORME TECNICHE del 2005, il Governo decise che erano necessari altri 18 mesi di tempo”.

Nel 2008, l’ennesima proroga del Ministero delle Infrastrutture; a Giugno 2009, la riforma  avrebbe dovuto finalmente entrare in vigore, ma, in realtà, è stata prorogata fino a Dicembre 2010. (DATI FORNITI DA SERGIO LAGOMARSINO, DOCENTE DI TECNICA DELLE COSTRUZIONI DELL’UNIVERSITA’ DI GENOVA)

 ALTER: In conclusione, possiamo dire che dal 1996 ad oggi, nessun Governo ha mai messo mano ad una normativa vecchia, dagli effetti devastanti.

Ma, oltre all’esigenza di un’innovativa ed avanzata legislazione antisismica, quali altre Proposte noi, oggi, possiamo avanzare?

ALDO: E’ necessario, caro Alter, UN PRONTUARIO LEGISLATIVO ED OPERATIVO, FONDATO SULLE COSE DA FARE E CONTRAPPOSTO AGLI ERRORI ED ALLE OMISSIONI SINO AD ORA  COMPIUTI.

Il estrema sintesi, è necessario:

 A) TENERE UNITE LE COMUNITA’ LOCALI, COINVOLGENDOLE A FONDO, ASCOLTANDOLE, RESPONSABILIZZANDOLE, DICENDO LORO LE COSE COME STANNO;

 B) PASSARE PROGRESSIVAMENTE DAGLI ATTENDAMENTI AI VILLAGGI PRE-FABBRICATI IN LEGNO (LE COSIDDETTE “INSTANT HOUSE”), CAPACI DI VENIRE INCONTRO, IN TEMPI BREVI, ALLE ELEMENTARI ESIGENZE DI VITA DEI CITTADINI;

 C) STUDIARE, ANALIZZARE I SUOLI, AL FINE DI POTER RICOSTRUIRE SU SERIE BASI GEOFISICHE;

 D) RICOSTRUIRE I CENTRI STORICI COM’ERANO E DOV’ERANO, METTENDOLI IN SICUREZZA (SUL MODELLO DI VENZONE, DI TUSCANIA E DI ALTRI CENTRI UMBRO-MARCHIGIANI), RICORDANDO, IN PROPOSITO, CHE I SISMI NON CAUSANO SOLTANTO ENORMI DANNI FISICI, MA ANCHE GRAVI CHOC ANTROPOLOGICI PERCHE’ VENGONO AD ALTERARE, NEL PROFONDO, LE TRADIZIONI  E LE CULTURE LOCALI;

E) RISTRUTTURARE E MIGLIORARE A FONDO LE PERIFERIE URBANE (SENZA STRAPARLARE DI “NEW TOWN”);

 F) GIUNGERE, IN SEDE DI PROGETTAZIONE E DI COSTRUZIONE, AD APPALTI VERI, GARANTITI DA UN AUTHORITY, NON COL SOLO CRITERIO DEL MASSIMO RIBASSO (DOVE SI INFILA IL RACKET) MA SULLA BASE DI UNA SERIE DI PARAMETRI QUALITATIVI.

 9 maggio 2009                                                    ALDO PASTORE

 

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