Com’è da considerare la libertà di stampa in questo Paese?

In questi giorni abbiamo assistito a un episodio che ha fatto discutere e ci riferiamo alla presenza del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano alla convention di Fratelli d’Italia e contemporaneamente a tutto ciò, forti proteste sull’ intervista del ministro degli esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov in una rete nazionale privata. Entrambe situazioni ci fanno riflettere su come sia considerata la libertà di stampa in questo Paese.
Da un lato ci si pone mille domande, tra cui l’opportunità di mandare in onda intervista e da un altro lato della vicenda, nessuno si chiede quanto fosse opportuno che il direttore del tg due, che ricordo è un servizio pubblico e lo stipendio gli viene pagato con il canone da tutti i cittadini, partecipasse e non da intervistatore ma come relatore ad un evento di partito.

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I principi che regolano la libertà di stampa ci pongono di fronte a una questione, essa deve essere scevra da propaganda o asservimento al potere di turno? Oppure come tanti pensano, deve essere il megafono del potere? Lunga vita alla stampa libera e coraggiosa, quella che pensa che informare i lettori, sia sempre un valore, da liberale pur non condividendo nulla di quello che ha detto il ministro degli esteri russo, mi schiero a favore del giornalista che lo ha intervistato, anzi lo reputo un grande scoop giornalistico. Tutte le polemiche, interventi autorevoli, contrari all’intervista, generano la sensazione, che qualcuno pensi che noi cittadini non siamo in grado di valutare tutto ciò che leggiamo o ascoltiamo, pensano, che sia opportuna una sorta di censura salvitica o produrre informazioni ripulite da ciò che noi non dobbiamo sentire e conoscere ovviamente per il nostro bene, perché ci giudicano un gregge da guidare nella direzione che il potere, ritiene opportuna.
Secondo me era giusto ascoltare il pensiero del ministro in quanto la conoscenza genera una coscienza personale, e un vero e sincero sentimento critico.
Trovo molto più sconveniente la presenza del direttore del tg di Rai due a un evento partitico, e ripeto non nel ruolo professionale, per cui in tale caso ampiamente giustificato, ma con il ruolo di relatore e partecipante attivo all’evento.
L’informazione pubblica da sempre rappresenta i partiti, ricordate le lottizzazione dell’informazione sulle reti rai? Ovvero i tre partiti più rappresentativi avevano a disposizione una rete ciascuno?
Chi pensava che tutto ciò fosse retaggio del passato domenica è stato clamorosamente smentito, anzi in tutta coscienza veniamo smentiti con vari episodi, ogni giorno.
Perciò ritengo, che una delle prime riforme da fare, molto più urgente di alcune in agenda governativa, sia riformare il sistema di informazione pubblica togliendola definitivamente dalle mani dei partiti.
In ogni caso e per sgombrare il campo da possibili equivoci ritengo che le parole del ministro degli esteri siano orribili, e sono contento di averle ascoltate in quanto hanno rafforzato il mio libero pensiero, mi sono fatto una chiara idea, su come pensa Putin e i suoi collaboratori, ho ascoltato un linguaggio antico carico di odio, a dimostrazione che chi governa ha ancora in mente l’Unione Sovietica e i metodi brutali e dittatoriali che tutti ricordiamo.
La libertà di espressione di informazione anche quella scomoda, sono un valore da proteggere, fare il contrario ci porterebbe ad essere come loro (la nomenclatura Russa) e chi calpesta la democrazia, la libertà è importante “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.“ Piero Calamandrei

Roberto Paolino

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