Cinema:The homesman (La casa dell’uomo)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
The homesman (La casa dell’uomo)
Al cinema nel Maggio 2014

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

The homesman (La casa dell’uomo)

 

 

Titolo Originale: THE HOMESMAN

Regia: Tommy Lee Jones

Interpreti: Hilary Swank, Tommy Lee Jones, Grace Gummer, Miranda Otto, Sonja Richter, Daniel Dencik, John Lithgow, Tim Blake Nelson, James Spader, William Fichtner, Jesse Plemons, Evan Jones, Hailee Steinfeld, Meryl Streep

Durata: h 2.02

Nazionalità:  USA, Francia 2014 

Genere: western

Al cinema nel Maggio 2014

Recensione di Biagio Giordano

 1854, fattoria del Nebraska. Giovane e nubile, in ossessiva ricerca di un marito, la coraggiosa pioniera Mary Bee Cuddy decide di intraprendere un lungo e pericoloso viaggio verso lo stato orientale dello Iowa per riportare tre giovani mogli cadute in un grave stato di depressione catatonica alle rispettive famiglie di appartenenza.


Le attende in una città dello Iowa, per una prima accoglienza, una generosa Chiesa Metodista.

Nel loro avventuroso viaggio incrociano per strada George Briggs (grande recitazione di Tommy Lee Jones), un eremita in conflitto di interesse con alcuni uomini locali privi di scrupoli. Quest’ultimi dopo avergli distrutto la casa gli legano le mani e gli mettono una corda al collo appesa a un albero, lasciandolo solitario sopra un cavallo. Mary, liberatolo, gli propone dietro ricompensa, di unire le loro forze per affrontare insieme le insidie che li attendono nelle vaste e aride distese del percorso.


Il viaggio, lungo diverse settimane, sarà un tormento continuo, alla indigenza delle tre donne malate chiuse in uno stretto abitacolo del carro e sofferenti allo spasimo, si avvicenderanno minacce di tribù indiane predatrici, infiltrazioni di stupratori armati, fuga di una delle tre malate, fame, liti molto violente interne al gruppo, scontri mortali con i gestori di un Hotel che rifiuta di accoglierli.


Ma, inaspettatamente, il viaggio farà riscoprire all’eremita George Briggs, un uomo scontroso e dalle apparenze brutali, il suo senso di responsabilità verso il prossimo, portandolo a scontrarsi senza riserve, di volta in volta, contro le gravi ingiustizie verso la dignità umana,  patite lungo l’infernale itinerario della carovana.

Tommy Lee Jones, attore carismatico e di talento, dimostra con questa pellicola di saperci fare anche con la regia, dirigendo un film per niente banale che fa dello spettacolo solo un’esca per catturare l’attenzione dello spettatore verso una meditazione etica più profonda, di estrema attualità, che tocca temi di notevole rilevanza sociale e culturale, costituiti da argomenti forti da tempo  non più trascurabili e che trovano oggi attenzione altresì  nelle istituzioni pubbliche più conservatrici.


Basti pensare al tema della follia della donna, intesa come patologia indotta sovente da condizioni sociali pesanti che la vedono relegata in ruoli di impossibile esercizio se non a prezzi di sacrifici immani per la sua salute fisica e mentale. Oppure al rapporto di classe tra ricchi e poveri che travalica, non di rado in caso di grave necessità, il mero interesse materiale per divenire scontro simbolico e di status etico, a volte mortale, tale da portare a disconoscere al debole il più elementare diritto umano.


E per finire, è da mettere in rilievo in questa pellicola il tema delle conseguenze psichicamente scissionistiche che può avere una relazione di mero interesse materiale tra uomo e donna, il film nel suo pessimismo sceglie una conseguenza che si piega in tragedia, essa avviene dopo un rapporto sessuale tra George e Mary richiesto dalla donna in uno stato di estremo bisogno, e colpirà Mary  stessa che si sentirà colpevole; è una scissione tipicamente dualistica, facilmente identificabile, che attraversa i tempi e che riguarda in particolare il contrasto tra l’idealità dell’amore e il bisogno fisiologico fine a se stesso.

   Biagio Giordano  

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