Cinema:QUARTO POTERE (Citizen Kane)

 
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
QUARTO POTERE (Citizen Kane)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
 QUARTO POTERE
(Citizen Kane)
 

 USA 1941

REGIA: Orson Welles

ATTORI: Orson Welles, Joseph Cotten, Dorothy Comingore, Everett Sloane, George Coulouris, Ray Collins, Ruth Warrick, Erskine Sanford, Agnes Moorehead, Richard Baer, Paul Stewart, Alan Ladd

GENERE: Dramm.

DURATA: 119′

FOTOGRAFIA: BN VISIONE

RECENSIONE: Biagio Giordano 

  QUARTO POTERE è il capolavoro di Orson Welles.

Il film sembra ispirato alla vita di un noto miliardario statunitense.

Uscito nell’anno 1941, Quarto Potere inizialmente non ottiene un gran successo anche per l’ostracismo di alcuni magnati della stampa che vedevano nel protagonista un personaggio negativo. Oggi il film è  apprezzato dal pubblico di tutto il mondo.

Con Quarto Potere, Orson Welles rifonda magistralmente alcune tecniche della ripresa cinematografica, quali l’ottica e l’illuminotecnica e inoltre perfeziona i codici linguistici appresi dal maestro D. W. Griffith 1.

Welles combina, grazie ad un  talento straordinario da sceneggiatore, elementi narrativi del teatro e del cinema di allora arricchendo il punto di vista dello spettatore di nuove e molto curate inquadrature: immagini mai viste, sequenze sceniche maestose e barocche, di grande luminosità e messa a fuoco 2.


In forte evidenza  in questo film l’uso delle luci e delle ombre, una piacevole variante nel linguaggio visivo che ricorda a tratti i film di Fritz Lang. Welles studia affascinato l’espressionismo.

Molto riuscita in Quarto potere la fotografia, in particolare le profondità prospettiche. Un risultato ottenuto grazie ad una nuova tecnica che permette a tutto ciò che viene inquadrato, sia in primo piano che sullo sfondo, di essere costantemente a fuoco. Questo miglioramento visivo fu ottenuto da Gregg Toland che ricorse a speciali lenti e a potenti giochi di illuminazione del set 3.

Il film si sofferma sugli aspetti più significativi della vita di Charles Foster Kane, magnate della stampa.


L’opera di Welles si sviluppa in una forma originale che assomiglia all’enigma ad incastro, una sorta di giallo metapsicologico. Essa analizza le cause di un odio devastante che ha origini nell’infanzia  di  Kane (interpretato dallo stesso Welles). Il film mette a fuoco  le vicende del conflitto del piccolo Kane con il padre e le conseguenze della brutalità con cui è stato privato dell’affetto della madre.

La pellicola poi si sofferma nella vita di Kane adulto, evidenziando le compensazioni che egli mette in atto per sopperire all’odio verso il padre e al vuoto angoscioso della perdita della madre.

 Kane è destinato a rapportarsi con le donne tradendo sempre, in prossimità di una crisi affettiva, la sua grave nevrosi. Nevrosi che sembra annunciarsi allo spettatore già dal suo comportamento sempre eccessivamente egoista.

Egli conquista le donne solo con la sua fama e ricchezza, fingendo di amarle. Kane vuole solo possederle. Per soddisfare il suo narcisismo malato, asseconda senza successo, le ambizioni delle sue donne desiderose di affermarsi nell’arte. La seconda moglie, rimarrà una cantante mediocre, nonostante il suo interessamento di farne una diva di successo.


Gravi saranno le conseguenze di questo suo comportamento nevrotico.

Le donne della sua vita si troveranno a un certo punto, per mancanza d’amore, svuotate della loro identità femminile. Finiranno tutte per abbandonarlo. kane verrà messo a nudo proprio dalla seconda moglie che gli svelerà il senso più profondo della sua nevrosi. 

Abbandonato  dalla moglie, Kane muore in solitudine all’interno della sua gigantesca residenza: un castello sfarzoso fatto erigere per celebrare la propria ricchezza.

La pellicola inizia con  un cine-notiziario sulla vita del magnate appena scomparso. Il notiziario pur ricco di aspetti biografici non soddisfa il direttore del giornale che chiede ai suoi giornalisti di indagare meglio nel passato di Kane e comprendere il significato dell’ultima parola da lui pronunciata prima di morire: Rosabella (Rosebud).

Dall’indagine dei giornalisti emerge un particolare della vita di kane molto importante.

 La madre, che viveva con il marito e il figlio in una sperduta casa di campagna, nell’imminenza di ricevere  una grossa eredità decide di affidare il piccolo Kane ad una educazione istituzionale. Ufficialmente la decisione sembra presa al fine di consentire a Kane, una volta maggiorenne, di gestire al meglio i beni ereditati. In realtà il motivo vero riguarda un problema presente in famiglia: la madre teme che, rimanendo nella casa di origine, il piccolo venga maltrattato dal padre. Kane ha misteriosamente un  forte conflitto con il padre. La cosa rischia di aggravarsi perché l’autorità paterna è minacciata dalle ricchezze ereditate dal figlio.

Kane non vuole andare via dalla famiglia e fa resistenza. Quando i genitori decidono di prelevarlo, il piccolo gioca sulla neve; informato della decisione presa dalla madre e invitato a prepararsi per la partenza kane viene preso da un furore incontrollato. In segno di angoscia e disapprovazione scaraventa la slitta sul tutore. Un gesto che formerà nel suo inconscio un fantasma indelebile, sempre presente nella sua storia. Qualcosa che lo condizionerà per tutta la vita. Un evento che spiegherà in seguito il senso del suo perdere sempre quello che di più bello possedeva.

 Il nome della slitta è Rosebud.


Kane crescerà lontano dalla famiglia, e utilizzerà le ricchezze ereditate (una miniera d’oro in Colorado) per comprare tutto ciò che desiderava e per affermare la sua gloria a favore dei diritti dei lavoratori. Tanta era la ricchezza in suo possesso che poteva permettersi ogni cosa continuando a rimanere ricco.

Kane verrà considerato, un po’ paradossalmente un comunista stravagante. In effetti le sue azioni umanitarie e sociali sono tante ma avvengono sempre con spirito di soccorso parziale. Forse ciò era dovuto a un senso di colpa che lo perseguitava. Un cedimento nella battaglia edipica in corso con il padre? Forse la perdita definitiva della madre ha funzionato come una sorta di castrazione: non più legata all’immaginario edipico ma realmente avvenuta, perciò devastante.

Secondo le ricostruzioni di chi lo conosceva il suo era un comunismo populista, voleva riconoscere diritti ai lavoratori mantenendo fermo il suo stato di potere e la sua capacità di mettere soggezione. Non capiva che i lavoratori volevano i diritti come beni insindacabili, naturali, slegati da ogni forma di gratitudine, in piena libertà di movimento 4.

Il segreto della sua vita verrà svelato solo allo spettatore nel bellissimo finale.

I giornalisti falliscono nell’impresa di scoprire il significato della parola pronunciata sul punto di morte da Kane. Non riescono ad associare al nome Rosebud cose precise, intuiscono però l’importanza che ha avuto nella formazione della nevrosi di Kane il distacco dalla madre.

Essi non possono ricostruire la catena significante completa delle vicende psichiche che il nome Rosebud ha messo in moto, perché non vengono a conoscenza di un particolare. Allo spettatore invece il film svelerà quel particolare decisivo che consentirà di capire….

Allo spettatore è lasciato il divertente compito di ricomporre in tutta la sua struttura la personalità psichica di Charles Foster Kane.

1 Da Wikipedia on-line e Quaderni di Psicanalisi n°7, Orizzonti freudiani, Savona 1997

2 Quaderni di Psicanalisi n°9, Orizzonti freudiani, Savona, 1998

3 Da Wikipeida on-line

4 Da Quaderni di psicanalisi n° 3, Orizzonti freudiani, Savona 1996

 

      Biagio Giordano

   

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