CINEMA: The Last Day

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
In sala in provincia di Savona
The Last Days

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

In sala in provincia di Savona
The Last Days

 Genere: Thriller, Avventura

Anno: 2013
Regia: David Pastor, Àlex Pastor
Sceneggiatura: David Pastor, Àlex Pastor
Attori: Quim Gutiérrez, Josè Coronado, Marta Etura
Fotografia: Daniel Aranyò
Montaggio: Martí Roca
Musiche: Fernando Velázquez
Produzione: Morena Films, Rebelion Terrestre, A3 Media Cine
Paese: Spagna
Durata: Min 102
Recensione di   Biagio Giordano
Film in sala nella provincia di Savona  

 

 

 Barcellona. Una spaventosa epidemia si sta diffondendo in tutto il pianeta lasciando momentaneamente fuori pericolo solo  l’Australia. Il sintomo principale di cui è portatrice consiste in un male oscuro, insolito, singolare per essere di origine virale, si sa solo che ha aspetti simili  all’agorafobia (etimologicamente significa dal greco “paura della piazza”).  Un grave disturbo, in parte già noto agli umani, conosciuto per essere in relazione  più con lo psichico che con la sfera neurobiologica dell’individuo. Un male che si manifesta con forti attacchi di panico, esclusivamente quando  ci si  trova in luoghi aperti.


 

 In questo caso, nel film, la fobia per gli spazi aperti è molto più grave e invalidante di quella che già sappiamo,  perché è accompagnata regolarmente dalla morte del colpito.

L’evento epidemico del film che è di tipo catastrofico, costringe la popolazione a rimanere sempre chiusa all’interno degli edifici, aspetto questo gravissimo, anche se salva la vita dei colpiti, perché  mette in breve tempo in ginocchio  tutta l’economia di una nazione e azzera tutte  le principali attività culturali-istituzionali – sociali di essa. 

Il giovane ingegnere informatico  Marc, è stato sorpreso violentemente dagli effetti del  virus quando era fuori dalla sua abitazione, è riuscito a salvarsi a stento grazie alla tempestività  del suo istinto  di sopravvivenza che lo ha guidato verso uno spazio chiuso tra i più prossimi alla sua zona di caduta. Dopo aver capito più precisamente, soprattutto attraverso le TV, cosa stava accadendo nel mondo, decide di mettersi in azione per contattare i suoi cari. Marc capisce che la persona che gli sta prioritariamente a cuore è la sua  amata Julia, perciò decide di andare a cercarla, e a proposito elabora un piano ad alto rischio.


Il piano prevede un attraversamento di una parte della città, per vie protette dagli effetti del virus, lontano cioè dal minaccioso e mortale spazio all’aperto; vie di comunicazione difficili, emergenziali rappresentate dai diversi sotterranei funzionali della metropoli di Barcellona, come ad esempio  la sua metropolitana, o le fogne di scarico, oppure i canali collettori d’acqua percorribili a dimensione uomo relativi alle raccolte piovane.

Marc cercherà di arrivare, con dell’esplosivo a gas contenuto in una bomboletta, sotto il palazzo della sua abitazione con l’intenzione di aprire un varco nel cemento e poter inoltrarsi all’interno.  

Egli sarà guidato nella difficilissima missione da uno strumento mappale di Barcellona a GPS collegato ad alcuni satelliti rimasti attivi.

Marc si imbarcherà nella difficile impresa non da solo, ma insieme al suo ambiguo collega, capo-manager, Enrique che vuol trovare  un familiare che gli sta a cuore, suo padre invalido su carrozzella,  rimasto imprigionato in un ospedale di Barcellona.

 Enrique, a cui ultimamente gli era stata affidata in gestione per la ristrutturazione, l’azienda in crisi, aveva intenzione di licenziare anche Marc, con l’inganno dialettico,  ossia, assegnandogli, dietro la minaccia di un taglio al personale, la costruzione di un software molto impegnativo che prevedeva, in modo improrogabile, un termine per la consegna, una data eccessivamente breve.

Riusciranno i due uomini a compiere l’importante missione riguardante aspetti personali del grosso problema epidemico che però si intrecceranno con questioni più generali? E il virus verrà sconfitto?

Splendido film di fantascienza, spagnolo, un’opera filmica come non se ne vedeva da tempo, che brilla per originalità e credibilità degli argomenti trattati nonché di  spessore  formale scenografico indubbiamente di alta professionalità, sopratutto per quanto riguarda la capacità di creare immagini in movimento ad alto contenuto drammatico o di tensione medio alta.

 Lo scorrere sempre assai teso dei vari contenuti della narrazione, e il facile ma inatteso scioglimento dei nodi imbastiti con una estrema cura tale da accentuare l’attesa spasmodica per gli sviluppi, nonché la difficile previsione per ciò che accadrà nel tempo-futuro  narrativo che custodisce le  modalità del film scelte per concludere, conquista del tutto  l’attenzione dello spettatore tenendolo incollato costantemente, ma con un misterioso senso di partecipazione inconscia,  agli sviluppi degli intrecci narrativi che si avviano in modo veramente stupefacente verso la linea immaginifica destinata a far esplodere le emozioni del film legate a richiami inconsci.


Gli attori sono ben diretti e assai espressivi, quest’ultimo aspetto avviene con un modulazione degli sguardi molto efficace artisticamente, tanto da far rimanere piacevolmente sorpresi gli spettatori per come sui  visi dei personaggi si disegnino prodigiosamente i principali momenti emotivi  richiesti dalla scena; frutto ciò di uno studio e attenzione ai particolari dei registi Alex e David Pastor molto profondi.

Ottimi gli effetti speciali scenografici su Barcellona, disastrata dalla epidemia, essi sono sempre proporzionati e sincronizzati al significato scenico specifico messo in campo con gli altri linguaggi cinematografici nelle varie  scene chiave. 

 BIAGIO GIORDANO
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