Cinema: The factory

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
The factory

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The factory

 The factory – Lotta contro il tempo, di Morgan O’neill, con John Cusack, Mae Whitman, produzione Usa, anno 2011, genere thriller, durata 108 minuti.

 A Buffalo da anni il detective Mike Fletcher insegue senza successo un serial killer di prostitute, egli prima di uccidere vuole che le donne rapite rimangano incinta per costruirsi così nel tempo un impero di bimbi su cui esercitare il suo potere malato. 

Un giorno il serial killer  rapisce la figlia  di Mike e la porta all’interno dello scantinato sotterraneo di una fattoria situata in una zona deserta, dove essa incontra altre donne rapite e incinta che sopravvivono disperatamente, condizionate come sono dai voleri psicopatici del serial killer. 

Il detective Fletcher pur di trovare e salvare sua figlia andrà oltre le regole consentitegli dalla legge, diventando violento, e del tutto irrispettoso dell’etica prevista dalla sua professione. 

Film con finale aperto, apparentemente trasgressivo del codice etico  Hays che suggerisce nei finali dei film la messa in atto di una punizione verso i colpevoli di reati. Un piccolo dettaglio farà capire che invece il codice Hays verrà rispettato, perché il colpevole  commette un errore che gli costerà caro,  esso è rintracciabile in un dettaglio di non facile individuazione nel film, che è presente in una telefonata  del colpevole fatta sulla segreteria telefonica di una vittima tornata in libertà (nella registrazione si sentono i pianti di alcuni bambini…).

Thriller potente, inquietante, che richiama alla mente il gioco tra il bene e il male messo in atto dagli psicopatici sani di mente, il cui godimento più voluttuoso è quello di sconvolgere le regole etiche a piacimento dando soddisfazione al potente odio inconscio che li contraddistingue. Godimento che è tale finché non viene scoperto dalle istituzioni, dopodiché subentra in loro una cronica depressione che li porta a trarre piaceri minori perché situabili su piani fantasmatici – sintomatici del tutto separati dalla realtà.

Soggetto filmico originale e ben costruito.

      Biagio Giordano  

 

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