Cinema: Split (diviso)

 
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Split (Diviso)
Al cinema nel gennaio 2017

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

 Split (Diviso)

 Titolo Originale: SPLIT

Regia: M. Night Shyamalan

Interpreti: James McAvoy, Haley Lu Richardson, Brad William Henke, Betty Buckley, Anya Taylor-Joy, Jessica Sula, Kim Director

Durata: h 1.57

Nazionalità: USA 2017

Genere: thriller psichiatrico

Al cinema nel Gennaio 2017

Recensione di Biagio Giordano

 Split (Diviso) è un film thriller-psichiatrico, del 2016, scritto e diretto da M. Night Shyamalan e interpretato da James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Jessica Sula, Haley Lu Richardson

Premessa cognitiva. Una persona nevrotica potrebbe avere 23 e più strati di inconscio, tutti separati tra di loro e non comunicanti (vedi Freud negli scritti metapsicologici capitolo L’inconscio) ma essi, quando, lungo processi nevrotici, si presentano alla coscienza, rimangono per lo più controllati dall’io che ne razionalizza la portata dissociativa riportandoli, in forma diversa, perché ripensata, nell’inconscio.

In uno psicotico questo non accade, nella sua mente il fenomeno psichico segue vie e processi del tutto diversi, ossia i 23 strati e più diventano una sorta di personalità multiple, soggettività del tutto separate che vanno, ciascuna, di volta in volta a sostituire quella dell’io, debole o quasi del tutto assente. Un Io quindi mal strutturato, spesso a causa di gravi traumi infantili. Quest’ultimi hanno impedito un normale processo identificativo con le più sostanziali raffigurazioni simboliche presenti nel reale.


 

L’io nello psicotico, a differenza di ciò che accade nella nevrosi, appare incapace di opporsi a quelle formazioni di personalità dell’inconscio, che acquistano così sempre più una libertà di movimento: tale da poter soddisfare le varie istanze libidiche che ne stanno alla base.

Esse diventano personalità fratturate, impregnate di fantasmi psichici, perciò incapaci di stabilire costantemente un rapporto logico e vero col mondo.


Commento. Film capolavoro nel genere psichiatrico, firmato dal dotato regista M. Night Shyamalan (ricordate Sesto senso?), che rifiuta, pur avendo gli ingredienti giusti per farlo, lo spettacolo horror, a vantaggio di una maggiore comprensione, anche per lo spettatore comune, di certi modi di operare pratici delle logiche psicotiche.

23 personalità in uno psicotico sono tante, ma la cura psichiatrica o psicanalitica possono lenire o evitare il sorgere delle angosce dissociative più gravi che esse comportano, a patto che si rimanga guardinghi su ciò che può continuare a produrre il processo libidico dell’inconscio che, come nel personaggio di questo film, ha subito nell’infanzia abusi sessuali.  Il pericolo del sorgere di nuove personalità, magari ostili verso altre figure umane, può essere alto.


Senso logico del film. La personalità 24 può rappresentare la perfezione etica ricercata dallo psicotico, qualcosa di sacrale acquisibile per via cannibalica ad esempio col sangue prelevato a delle ragazze trattenute a lungo per purificarle con culti semireligiosi. La personalità 24 può diventare mostruosa, in quanto è a sua volta divisa: da una parte spiritualmente caratterizzata da tratti simili a Dio dall’altra corporalmente contraddistinta da attributi tipici della bestia selvaggia biblica che gli si contrappone col giustizialismo. La personalità 24 può essere il trionfo della pulsione di morte presente nell’inconscio, rappresentare con la sua indifferenza verso la sofferenza che procura agli altri, la fine della vita psicotica libera…


 Estetica letteraria del film. Fotografia straordinaria per come riesce a comunicare il pre-accadere che appare sempre ben enigmatizzato, ossia efficace e inesauribile fonte parallela di curiosità per lo spettatore: attraverso dettagli significativi. Ritmo narrativo eccezionale, suspense a non finire, nessuna scena horror è particolarmente raccapricciante: tale da dover chiudere gli occhi.

Negli spettatori, a causa dell’argomento trattato, si presentano dapprima fenomeni psicologici repulsivi poi liberatori per via di una graduale accettazione scientifica della oggettiva differenza che esiste tra gli esseri umani nel mondo. Seppur tale differenza a volte sia fortemente patologica…

Cammeo di Bruce Willis nel finale: pronuncia una sola parola ma emoziona…

Film che merita tanti premi e che sicuramente avrà in Europa ma non certo negli Stati Uniti, perché coinvolge molto, ma in forme più complesse rispetto al tipico film horror psichiatrico commerciale americano che da un po’ di tempo non ama dare troppe spiegazioni su ciò che mostra sullo schermo …

    Biagio Giordano  

 

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