Cinema: Red Dragon

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Red Dragon

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Red Dragon

  Red Dragon di Brett Ratner, con Antony Hopkins, Edwart Norton, produzione Usa -Germania , anno 2003, genere thriller, durata 115 minuti. 

 Il film è nello stesso tempo il remake di un bel thriller di Mann (Manunther) e un terzo episodio delle gesta di Hannibal the Cannibal, dove il terribile cannibale aiuta l’agente Fbi Will Graham a scoprire l’identità di un serial killer. 

Notevole il cast: Antony Hopkins (Hannibal), Edwart Norton (FBI), Ralph Fiennes (Francis Dolarhyde che incarna il personaggio del serial killer), Harvey Keitel (FBI), Emily Watson, Mary Louise Parker, Tyler Patrick Jones, Philip Seymour Hoffman (giornalista), Ken Leung, Bill Duke.   

 Bill Graham si è ritirato dal FBI dopo aver catturato anni prima il serial killer psichiatra Hannibal Lecter in uno scontro a casa sua dal carattere molto sanguinoso per entrambi. Ora vive a Marathon in Florida con la moglie e il figlio piccolo, mentre Hannibal, capace di intendere e di volere, sconta per intero la sua pena.

 Bill era molto apprezzato nell’ambiente FBI, soprattutto  per le sue doti empatiche, per la capacità cioè di  entrare in simbiosi emotiva col serial killer, percependone   sia le  intenzioni più criminose (nella loro disposizione cronologica segnalata da piccoli dettagli), sia le potenti logiche di morte rilasciate dal suo inconscio le cui propaggini assumevano la forma di desideri efferati.

La sua simbiosi con le emozioni del killer, portava Bill ad analizzare con eccezionali risultati i diversi dettagli di un delitto, traendone tracce preziose per catturarlo. Comprendere il pensiero che sottostava al rituale omicida, e le forze  più compulsive che agivano nella mente del serial killer durante la scena criminosa, era una dote che non poteva essere lasciata inoperosa, e quindi Bill viene contattato di nuovo dal FBI per collaborare alla cattura di un altro serial killer, un uomo dal comportamento omicida simile a quello di Hannibal Lecter, sopranominato il Lupo mannaro.

Lupo mannaro perché uccide durante la Luna piena; egli è nevrotizzato da una nonna tirannica, con cui continua a dialogare e ricevere ordini nonostante sia morta da tempo. L’uomo inoltre è ossessionato, per identificazione, con il soggetto di un quadro del grande artista William Blake,The great red dragon and the woman clothed by the sun (Il grande drago rosso e la donna vestiti di sole), cosa che gli comporta una sorta di annullamento del proprio Io per far posto a un Io fantasticato sul drago quindi inesistente, ciò permette l’invasione dell’inconscio sulla coscienza sommergendola. Il serial killer viene quindi trasportato periodicamente in un immaginario delirante dominato da potentissime raffigurazioni sacrali archetipiche capaci di fargli percepire nel corpo la presenza  del Drago rosso di Blake. 

Bill accetta l’incarico propostogli dal FBI, ma ha solo tre settimane di tempo per catturare il serial killer, quindi prima dell’arrivo della Luna piena (la notte in cui l’assassino è colto da un irrefrenabile impulso omicida).

Film con un ottimo cast, e sufficientemente originale nonostante appartenga a una serie. Da sottolineare la recitazione sopra le righe di Ralph Fiennes che col suo personaggio (Il lupo mannaro) mette in secondo piano quello di Hannibal altrettanto ben recitato da Antony Hopkins. 

Edwart Norton (Bill) non riesce del tutto nel suo ruolo di agente FBI dotato di empatia, perché la finezza del viso, dello sguardo, del comportamento, colpiscono, avvallati dai primi piani, un immaginario dello spettatore altro: quello votato al bene, al pensiero positivo, e all’ottimismo per la vita, in una realtà, quella presentata dal film che è tutt’altra cosa.

      Biagio Giordano  

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