Cinema: Pazzi, pupe e pillole

 
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Pazzi, pupe e pillole

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
 Pazzi, pupe e pillole
  Titolo originale: The Disorderly orderly (L’inserviente disordinato)

USA 1964

GENERE: Drammatico-Comico

DURATA: 90′

REGIA: Frank Tashlin

ATTORI: Jerry Lewis, Glenda Farrell, Everett Sloane, Susan Oliver, Kathleen Freeman, Karen Sharpe

Recensione di Biagio Giordano

 Commento. Pazzi, pupe e pillole (The Disorderly Orderly = L’inserviente disordinato) è un film drammatico dalle sembianze comiche, di notevole successo e grande qualità compositiva, è uscito nel 1964 ed è di produzione statunitense. Da sottolineare subito l’interpretazione di Jerry Lewis, straordinario per bravura recitativa e contributo dato alla creazione di numerose gag inedite.


 Il film è magistralmente diretto da Frank Tashlin famoso disegnatore e sceneggiatore di film a cartoni animati per la Disney, che ha lasciato in questo film il segno dei suoi trascorsi professionali sul fantastico, inserendo nel tessuto narrativo del film gag di composizione ibrida assai riuscita: dove il fantastico, che appare qua e là nelle scene realiste, ha affinità con i codici visivi appartenenti tipicamente al genere filmico del cartone animato.

Ne sono un esempio la caviglia del direttore dell’istituto, distortasi per una caduta, che si gonfia esageratamente in un attimo con lui ancora disteso a terra, oppure il corpo in piedi rivestito di gesso con dentro un presunto paziente, che per la sbadataggine dell’inserviente Jerome rotola in una lunga discesa erbosa andando poi a frantumarsi in decine di pezzi su un albero senza che si veda traccia di un corpo; o le scene di inseguimento in discesa tra barelle con pazienti distesi sopra che sfrecciano come frecce e auto del servizio ospedaliero: il tutto preso in un ritmo infernale cui sono abbinate brusche e impreviste accelerazioni degli oggetti in moto con variazioni di angoli di ripresa inimmaginabili.


Anche la scena finale al supermercato, con la rumorosa caduta dei barattoli disposti a piramide causata dai carrelli della spesa messi in forte movimento dall’esterno dagli urti provocati dall’ inseguimento, fa ricordare, per la ripetizione degli scontri sulle numerose colonne di barattoli del negozio tali da devastare l’intero negozio, aspetti costitutivi dei ritmi surreali presenti nei film di animazione della Disney dal regista Tashlin concepiti.

Ultimo del lungo e felice sodalizio tra Tashlin e Lewis,  Pazzi, pupe e pillole  venne girato nella clinica Greystone Park and Mansion di Beverly Hillis, California e distribuito dalla Paramount Pictures.


Trama.  Jerome Littlefield (Jerry Lewis), ha sospeso gli studi da medico perché affetto da un disagio psichico particolare, un disturbo considerato dagli psichiatri come un vero e proprio sintomo ricorrente. Egli perde, di fronte alla sofferenza del paziente, la razionalità necessaria per una analisi corretta del caso, ossia Jerome non mantiene la lucidità di pensiero indispensabile per fare una diagnosi ed elaborare una prognosi di cura che siano efficaci.

Jerome vive troppo empaticamente le condizioni del paziente, a tal punto a volte da patire un vero e proprio  effetto  identificativo: qualcosa che appare pulsionalmente del tutto inestricabile portando a peggiorare la situazione del paziente.

Nominato per questi motivi inserviente, Jerome lavora all’Ospedale-Clinica Whitestone lo stesso in cui avrebbe dovuto praticare come medico se avesse acquisito la Laurea in medicina.

Jerome non appare soddisfatto della nuova condizione, e il rendimento professionale ne risente. Inoltre la sua potente empatia verso le sofferenze dei pazienti non cessa, tanto che il suo comportamento finisce per interferire con le cure mediche prescritte dai dottori. Jerome continua a manifestare una disponibilità affettiva nei confronti dei ricoverati che viene ritenuta dalla direzione fuori luogo, esagerata, controproducente, la cosa tra l’altro potrebbe fargli dimenticare i suoi veri compiti, quelli previsti dal ruolo di inserviente che ricopre in clinica.

 

La concentrazione di Jerome sul lavoro sembra del tutto perduta. Il suo strano comportamento suscita a un certo punto una severa perplessità nell’ambiente ed entra in chiara contraddizione con le principali norme previste dalla clinica.

La dottoressa Howard, l’infermiera Higgins e il direttore dell’Istituto sanitario si rendono sempre più conto di essere di fronte a un problema.

Ma un giorno accade qualcosa che sembra poter far cambiare molte cose nella vita di Jerome.

Quando Susan Andrews, la ragazza di cui Jerome era innamorato al liceo, viene ricoverata nell’ospedale per via di un tentato suicidio per amore, Jerome, per risollevarle lo spirito le fa avere un biglietto scritto a mano in cui dice di amarla, e in seguito, venuto a sapere che la donna era caduta in povertà e non poteva permettersi di pagare l’ospedale, si mette a fare lavori extra per aiutarla economicamente.


Per una serie di equivoci Susan dapprima scambia Jerome per un volgare guardone sorprendendolo a contemplarla nella sua stanza, in seguito venuta a conoscenza dell’aiuto economico ricevuto si dimostra verso di lui piena d’amore  e disposta a comprendere con grande umanità le vicende sentimentali da lui patite al liceo proprio per l’amore per lei.

 A questo punto, sentendosi di nuovo amato, Jerome va incontro a un lungo lavorio dell’inconscio che gli fa prendere a un certo punto coscienza della causa sia del suo esagerato sintomo empatico con l’io dei pazienti, sia del rapporto molto difficile che ha con l’attuale fidanzata Julie, infermiera che ama ma con cui non riesce ad avere un rapporto felice, egli capisce finalmente che queste due difficoltà derivano dalla sua  ossessione per quel fallimentare innamoramento  avuto al liceo con Susan. Dopo quella vecchia storia d’amore con Susan, Jerome infatti si sentiva del tutto inadeguato per l’amore, trovava piacere solo vivendo dei transfert sui pazienti cosa che però lo portavano a trascurare il mondo reale.

 Il film si snoda piacevolmente andando via via verso un lieto fine, Jerome a un certo punto grazie a Susan appare guarito dai suoi sintomi empatici, e il suo rapporto con la fidanzata Julie risulta finalmente gioioso. Ritorna in lui la capacità di desiderare cose importanti, come il completamento dell’iter di studi previsto per ottenere la laurea in medicina e i nuovi  progetti di vita con Julie. 

  Biagio Giordano  

 

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