Cinema: Milk

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
MILK
Al cinema nel Gennaio 2009

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
MilK
 

Titolo Originale: MILK

Regia: Gus Van Sant

Interpreti: Sean Penn, Emile Hirsch, James Franco, Josh Brolin, Diego Luna, Brandon Boyce, Kelvin Yu, Lucas Grabeel, Alison Pill, Victor Garber, Denis O’Hare, Howard Rosenman, Stephen Spinella, Peter Jason, Carol Ruth Silver

Durata: h 2.08

Nazionalità:  USA 2008

Genere: biografico

Al cinema nel Gennaio 2009

Recensione di Biagio Giordano

 Milk è un film biografico del 2008 diretto da Gus Van Sant, racconta degli aspetti più significativi della vita di Harvey Milk, prima persona, con orientamento omosessuale reso pubblico, ad essere eletto in una carica politica degli Stati Uniti.


1972-1978 San Francisco, quartiere-comune di Castro. Un negozio di fotografia messo su da Milk, gay dichiarato, appare animato da incontri e discussioni vivaci che sembrano andare oltre il solo interesse per la fotografia. In effetti è un luogo  di ritrovo gay, uno dei tanti presenti nella metropoli, dove si parla di diritti e si fanno progetti per il futuro, la differenza dagli altri punti di aggregazione gay, sta  nella speciale personalità di Milk (Sean Penn), indubbiamente rara.

Milk è una persona aperta e tenace, che non si lascia intimidire dall’arrogante e competitivo ambiente etero in cui vive, è un uomo di grande socievolezza e comunicativa, con doti di intelligenza politica non comuni. Si candida  più volte alle elezioni comunali finendo per esservi eletto, e diventa leader di un vero e proprio movimento gay; quest’ultimo appare subito molto politicizzato, settario quanto basta e arguto, non ideologico, pragmatico come lo si può essere ancora oggi solo negli Stati Uniti, un movimento che predilige il dialogo agli slogan impotenti e ridondanti, e che mostra immediatamente  importanti aperture verso il mondo eterosessuale.

Grazie al suo speciale leader Milk, i gay usciranno di più allo scoperto, diventando politicamente sempre più numerosi e incisivi, disposti a confrontarsi  alla pari con  differenti e importanti interlocutori pubblici.

A Castro-San Francisco i gay soffrono, come in tutti i luoghi gay più significativi degli Stati Uniti, della mancanza di elementari diritti civili. In  quella zona accadono però da tempo fatti particolari, molto incresciosi, che stupiscono per la loro efferatezza. I cittadini gay risultano stremati e depressi.

I gay sono perseguitati dalla polizia, accanitamente, stranamente, come se avvenisse nei poliziotti una sorta di spostamento inconscio delle loro pulsioni aggressive, dalla xenofobia all’omofobia,  dai neri ai gay, quest’ultimi infatti sono nel paese una forza più minoritaria e debole dei neri, cosa che  consente forse ai poliziotti uno sfogo psichico con meno rischi, cioè un appagamento più rassicurante, verrebbe da dire ironicamente più salutare, rispetto a possibili ritorsioni o altre conseguenze negative dovute alle loro violenze spesso non ben distribuite.

I gay sono umiliati verbalmente anche per strada, inoltre numerose relazioni d’amore tra gay finiscono con uno dei due partner suicida, la stessa cosa accade a quasi tutti gli amanti di Milk. Molti omosessuali si nascondono, non parlano, intimiditi da un sociale etero arrogante, ignorante, che non li ascolta e non li vuole veder impegnati in attività pubbliche per nessun motivo.

Il successo di Milk sarà clamoroso, forse proprio perché la sua attività di leader nasce e si sviluppa in una situazione sociale di estrema difficoltà, che sollecita potenti reazioni. Un orgoglio offeso quotidianamente  da una realtà difficile avrà avuto probabilmente in Milk una parte decisiva nell’indurlo a porsi finalità così ambiziose per i gay.

Oltre a vincere le elezioni per il comune di Castro e diventare quindi consigliere comunale, Milk riuscirà a far approdare la voce del suo movimento in parlamento,  aprendo prospettive nuove e concrete per i diritti gay.

La sua morte, per mano di un conservatore, non sarà inutile perché avrà una risonanza nazionale tale da rafforzare ulteriormente quel processo politico complessivo che tendeva alla conquista dei diritti civili e alla libertà del mondo gay statunitense…

Commento. Grande interpretazione di Sean Penn che si cala egregiamente nel personaggio di Milk facendo sentire allo spettatore la presenza di un vero politico progressista. E’ una interpretazione quella del suo personaggio che avviene senza forme di magniloquenza recitativa e che rilascia proprio per questo un profilo di Milk lontano da ogni aspetto paranoico;  termine quest’ultimo così spesso attribuito agli omosessuali per una presunta loro dissociazione psichica supposta dovuta alla non riuscita integrazione nel loro ambiente.

L’immagine di Milk che scaturisce dal film e che secondo il regista Gus Van Sant rispecchia fedelmente la realtà, è caratterizzata da un grande equilibrio e da un senso del dovere politico per ciò che egli rappresentava tali da lasciar stupiti per coerenza e profondità etica.

Il film ha avuto grandi premi e critiche positive, ma in Italia ci sono state numerose recensioni in cui sono apparse qua e là, più o meno mascherate, tracce di omofobia seppur contenuta, una sensazione che si avverte in numerose recensioni pubblicate sulla stampa italiana: esse sono tese spesso a sottolineare la pesantezza della presenza erotica gay nel film, in particolare per quanto riguarda le sue manifestazioni più intime e private, come se quest’ultime non avrebbero dovuto trovare posto nel film perché cose “altre”, insolite, impudiche, in quanto estranee al proprio sé ritenuto normale e narcisisticamente dominante…

    Biagio Giordano  

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