Cinema: Lo straniero

Lo straniero, regia e co-sceneggiatura di Orson Welles, 1946, bianco e nero

Locandina tratta da Amazon che vende il film
Contenuti con spoiler
Il film tratta del tema della ricerca (interminabile) dei capi nazisti più efferati, quelli sfuggiti, finita la guerra, alle pene capitali e inseritisi nella varie nazioni del mondo grazie a un ottimo mascheramento della loro vera identità.
Un tema molto utilizzato dal Cinema, perché di per sé offriva spunti di alta drammaticità, ma contribuiva anche, (notevolmente grazie al cinema inteso come mass-media), a non dimenticare quanto di particolarmente orribile era accaduto (un esteso genocidio in una nazione europea di grande cultura) nella seconda guerra mondiale.

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Direi che Lo straniero di Orson Welles è tra i migliori film usciti su questa dolorosa questione, sia per la potenza della sceneggiatura, che trova via via una traduzione fotografica di altissimo livello, sia per l’utilizzo vincente della forma teatrale che andrà a vantaggio di una configurazione di spessore e chiara delle psicologie e ideologie dei personaggi (ideologie che all’epoca erano molto importanti).
Forma fotografica, forma scritta della sceneggiatura, forma teatrale sembrano fondersi armoniosamente, quasi a voler mirare a un risultato di altissima qualità.
Risultato pienamente riuscito, e che si può leggere sopratutto nell’effetto principale che il film ha creato: un realismo artistico, ossia qualcosa che cancella dallo schermo-psiche dello spettatore ogni traccia di finzione…come dire che quasi lo porta ad essere di fronte al male stesso, in tutta la sua evocazione di orrori…
Forse questo film è il vero capolavoro di Orson Welles, che si avvale anche di un E. G. Robinson eccellente, sopratutto per la credibilità ed empatia che emanano dal suo personaggio di raffinato cacciatore di nazisti.

Biagio Giordano

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